Centro Oli: Confindustria esulta, gli ambientalisti ricorrono

Sentenza del Tar pro Centro Oli

24 Settembre 2008   13:15  

WWF e Legambiente promuoveranno appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Abruzzo sul Centro Oli di Ortona, in quanto - spiega una nota delle associazioni - in considerazione del riflesso che gli atti impugnati hanno sull'ambiente e sulla salute pubblica, non appare assolutamente condivisibile la volonta' di escludere la legittimazione delle associazioni ambientaliste in un caso di questo tipo. Non riconoscere la legittimazione a ricorrere di WWF e Legambiente contro un'opera che avra' un evidentissimo impatto ambientale e sanitario - rilevano le associazioni - vorrebbe dire privarle della funzione sociale riconosciuta loro dalla legge. WWF e Legambiente - conclude la nota - confidano che nel giudizio di appello vengano valutati i profili di illegittimita' sollevati e venga fatta definitivamente chiarezza sull'intera vicenda. Intanto l 'ENI ha formalizzato l'acquisto di 14 ettari di terreni in contrada Feudo , ad Ortona per accellerare i tempi di realizzazione del Centro Oli

LA CONFINDUSTRIA ESULTA:  IL TAR HA CONFERMATO LE NOSTRE RAGIONI

"Con la sentenza depositata il 22 settembre scorso, il TAR Abruzzo ha dato ragione alle posizioni da sempre sostenute da Confindustria Abruzzo sulla nota vicenda riguardante la realizzazione da parte dell’ENI di un impianto di primo trattamento ad Ortona.

Al riguardo Confindustria aveva manifestato e sollevato fin da subito dubbi di legittimità normativa, oltre che di opportunità politica e di visione strategica.

In tal senso la sentenza del TAR è esemplare.

Il Tribunale Amministrativo, infatti, nel respingere il ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste, non solo rileva dal punto di vista giuridico la non sostenibilità dell’opposizione alla realizzazione del Centro Oli, ma nel far ciò evidenzia, nel merito, l’interesse preminente nazionale attribuito ad iniziative volte allo sfruttamento di risorse energetiche naturali, soprattutto in un momento congiunturale così critico come quello attuale. Quello che emerge con evidenza, quindi, è un richiamo che va oltre alle questioni strettamente giuridiche, pur sollevate dalla stessa Confindustria, e tocca argomentazioni anche di merito in cui vengono evidenziati l’importanza e il preminente interesse per la collettività di poter sfruttare e beneficiare di un vantaggio economico naturale, quale quello di un impianto di primo trattamento di idrocarburi, soprattutto “in un momento attuale in cui l’economia italiana sopporta i gravi disagi economici conseguenti alla situazione mondiale nel campo delle risorse energetiche”.

Ma la sentenza del TAR va oltre. Il Tribunale rileva infatti come la LR. N.2/08 (Interventi urgenti per la costa Teatina) non possa interferire o incidere assolutamente su una precedente autorizzazione rilasciata da parte del Ministero delle Attività produttive, unica autorità competenze in materia proprio perché riguardante questioni di interesse nazionale.

La Legge Regionale in questione, pertanto, “pensata” proprio per impedire la realizzazione del Centro Oli di Ortona, viene ad essere vanificata nel suo obiettivo principale e con ciò si viene anche ad evidenziare tutta l’inadeguatezza di certa politica che sotto spinte demagogiche e di piazza -e senza il coraggio di assumersi la responsabilità di opporsi specificatamente al cento oli dell’ENI- ha improvvisato una normativa non solo manifestamente illegittima dal punto di vista giuridico ma anche del tutto inopportuna dal punto di vista politico – economico.

In tal senso, paradossalmente, la normativa, svuotata del suo scopo principale, rimane ora in vigore nel resto del suo scellerato impianto che vieta, in tutto l’Abruzzo, e non solo nei comuni della costa Teatina, la possibilità di qualsiasi tipo di investimento.

Alla luce di quanto sopra, Confindustria Abruzzo non può che confermare la richiesta che la LR n.2/08 venga immediatamente abrogata in quanto lesiva, a prescindere dalla questione specifica “Centro Oli”, degli interessi economici generali della regione in un momento così difficile per l’economia abruzzese.

La politica, nel far ciò, avrebbe la possibilità di riscattarsi e dimostrare, alla luce dei richiami della sentenza del TAR, senso di responsabilità e di visione strategica.

La necessità programmatica, tante volte sostenuta da Confindustria Abruzzo, di costruire un sistema organico di gestione del territorio e dei relativi investimenti, infatti, non può essere frutto dell’improvvisazione e della demagogia e non può prescindere, trattandosi di materia di grande rilevanza, da una attenta valutazione e concertazione".

IL SINDACO FRATINO RASSIUCURA

"Se ci fosse il benchè minimo rischio per la salute pubblica sarei il primo, come padre e come sindaco, a dire no al Centro Oli". L'affermazione e' del sindaco di Ortona Nicola Fratino. "L'ENI - dice - ha in programma un progetto di ristrutturazione aziendale che prevede, sul territorio nazionale, due distretti: uno a Ravenna, che avrà  competenza per il centro-nord ed uno a Viggiano per il centro-sud. Il distretto di Ortona sarà  trasformato in polo operativo, con competenze per Abruzzo, Molise e parte della Puglia. E' questo - precisa il Sindaco - un segnale che induce a fare una seria riflessione e nell'esclusivo interesse della Città  di Ortona, dove tantissime aziende rischiano la crisi. Nel 2001, quando tutte le forze politiche, (mi riferisco anche al Sindaco di Pescara che oggi ricorre al Consiglio di Stato), sono scese in campo in difesa del Distretto ENI ad Ortona, è stata, nei fatti, già  operata una scelta circa la vocazione di questa città . E' necessaria un'assunzione di responsabilità : non posso ascoltare autorevoli rappresentanti della politica dire "io non sono contrario al Centro Oli, ma a questo punto risulta impopolare dichiararsi a favore". Non posso accettarlo come primo cittadino di Ortona. Non si possono decidere le sorti di una città sull'onda emozionale dettata da un clima di tensione e di strumentalizzazioni. Non è responsabile - conclude Fratino- approvare una legge regionale che, pensata per bloccare il Centro Oli, (materia di competenza esclusiva dello Stato), nei fatti ha paralizzato tutto il tessuto produttivo della nostra regione. E' questo il modo per rilanciare l'Abruzzo - si chiede Fratino - per risanare il disastrato bilancio della nostra Regione"?.

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