Cesa e Mastella, noi la vera alternativa ai due gruppi di potere

13 Dicembre 2008   13:07  

Silvio Berlusconi accoglie a "braccia aperte" l'Udc, ma manda a dire che "non e' piu' il tempo della vecchia politica delle convenienze". Pdl e partito di Casini corrono separati in Abruzzo. Per questo il presidente del Consiglio sottolinea: "Noi pensiamo che non si possa stare a Trento con il Pd per vincere e poi governare con noi in Abruzzo. Crediamo che questa politica debba essere lasciata al passato. C'e' bisogno di una impostazione chiara e di un unico programma".

Ma per Lorenzo Cesa, giunto a L'Aquila insieme a Clemente Mastella per la chiusura della campagna dello loro nuova alleanza, il centro moderato, da loro rappresentato, è all'opposizione, una opposizione costruttiva ma pur sempre all'opposizione.

Ed a proposito dei rapporti con Berlusconi, per Cesa "non c'é nessuna rottura, stiamo facendo la nostra strada che è quella di costruire un grande centro moderato di ispirazione cristiana". "Siamo un partito moderato di centro - ha aggiunto - facciamo una opposizione responsabile in Parlamento e altrettanto in questa regione. Senza pregiudizi".

Cesa ha aggiunto: "Siamo orgogliosi di aver fatto la scelta di correre da soli, è stata una campagna elettorale un po' anomala perché abbiamo visto i due gruppi di potere, Pd e Pdl, stringersi intorno a Chiodi e Costantini. Hanno fatto una campagna non affrontando i problemi reali di questa regione. Noi abbiamo invece fatto una campagna elettorale all'insegna della serietà e della responsabilità cercando di parlare dei problemi della gente".

Stessa lunghezza d'onda nei confronti dello sciopero di ieri fra Casini, Cesa e Mastella. L'ex ministro della giustizia ha detto che "innanzitutto gli scioperi sono sempre un fatto da rispettare e da valutare. Se si fanno con molta frequenza risultano inflazionati, viceversa se avvengono in alcune circostanze particolari determinano anche un rapporto che è quello di essere recuperati da una dimensione". "Secondo me la Cgil lo ha fatto solo perché ritiene di essere un po' messa da parte dal governo attuale", ha concluso.

CASINI A VASTO

"Questa regione non ha bisogno di moralisti". E' stata per Antonio Di Pietro la prima stoccata di Pierferdinando Casini nel comizio tenuto a Vasto (Chieti) per la chiusura della campagna elettorale in Abruzzo. Nel suo intervento a sostegno del candidato presidente Rodolfo De Laurentiis, Casini ha abbinato ai temi regionali quelli nazionali, soffemandosi ampiamente sulla crisi economica.

"Noi non ci siamo venduti. Berlusconi ha tanti soldi, ha tanti mezzi, e' tanto bravo, ma in Italia non tutti sono in vendita. Noi non ci vergognamo delle nostre bandiere, noi non andiamo a fare un partito con gli ex fascisti, coi missini, con quelli che ieri hanno sbagliato e che oggi si vogliono riproporre. Noi rimaniamo con le nostre bandiere. Se si vuole un rapporto serio siamo pronti, se si vuole acquistare l'Udc grazie, ma non siamo in vendita". Con queste parole, destinate agli ex partner della Casa delle Liberta', ma anche al centrosinistra, Casini ha confermato a Vasto la linea equidistante del suo partito tra i poli.

"Contrariamente a lui non mi piacciono i giudici che hanno rapporti con gli imputati, magari si fanno prestare una Mercedes". Lo ha detto Pier Ferdinando Casini a Vasto (Chieti), rivolgendosi ad Antonio Di Pietro. "Questa regione - ha aggiunto - non ha bisogno di moralisti con la vocazione all'immoralita'. Ha bisogno di recuperare la morale, la dignita', la serieta'".

"Questo governo non ha fatto quello che doveva per affrontare la crisi". Lo ha detto Casini a Vasto (Chieti). "Vedete - ha aggiunto - io non disprezzo i 40 euro dati con la social card, perche' bisogna avere molto equilibrio e molta modestia. Quaranta euro per chi ne prende 500 sono qualcosa. Ma quando si da' un bonus per le famiglie cosi' modesto, si traduce per una famiglia media in 2 euro al giorno. Non ci siamo, bisognava avere il coraggio di fare di piu', come avevamo proposto noi, un bonud di 100 euro al mese per il primo figlio e di 50 a scalare. Ci volevano 6 miliardi? Ma ne abbiamo spesi 3 per Alitalia, che hanno pagato i contribuenti italiani".

 



Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore