Silvio
Berlusconi accoglie a "braccia aperte" l'Udc, ma manda a
dire che "non e' piu' il tempo della vecchia politica delle
convenienze". Pdl e partito di Casini corrono separati in
Abruzzo. Per questo il presidente del Consiglio sottolinea: "Noi
pensiamo che non si possa stare a Trento con il Pd per vincere e poi
governare con noi in Abruzzo. Crediamo che questa politica debba
essere lasciata al passato. C'e' bisogno di una impostazione chiara e
di un unico programma".
Ma per
Lorenzo Cesa, giunto a L'Aquila insieme a Clemente Mastella per la
chiusura della campagna dello loro nuova alleanza, il centro
moderato, da loro rappresentato, è all'opposizione, una opposizione
costruttiva ma pur sempre all'opposizione.
Ed a
proposito dei rapporti con Berlusconi, per Cesa "non c'é
nessuna rottura, stiamo facendo la nostra strada che è quella di
costruire un grande centro moderato di ispirazione cristiana".
"Siamo un partito moderato di centro - ha aggiunto - facciamo
una opposizione responsabile in Parlamento e altrettanto in questa
regione. Senza pregiudizi".
Cesa ha
aggiunto: "Siamo orgogliosi di aver fatto la scelta di correre
da soli, è stata una campagna elettorale un po' anomala perché
abbiamo visto i due gruppi di potere, Pd e Pdl, stringersi intorno a
Chiodi e Costantini. Hanno fatto una campagna non affrontando i
problemi reali di questa regione. Noi abbiamo invece fatto una
campagna elettorale all'insegna della serietà e della responsabilità
cercando di parlare dei problemi della gente".
Stessa
lunghezza d'onda nei confronti dello sciopero di ieri fra Casini,
Cesa e Mastella. L'ex ministro della giustizia ha detto che
"innanzitutto gli scioperi sono sempre un fatto da rispettare e
da valutare. Se si fanno con molta frequenza risultano inflazionati,
viceversa se avvengono in alcune circostanze particolari determinano
anche un rapporto che è quello di essere recuperati da una
dimensione". "Secondo me la Cgil lo ha fatto solo perché
ritiene di essere un po' messa da parte dal governo attuale", ha
concluso.
CASINI A VASTO
"Questa
regione non ha bisogno di moralisti". E' stata per Antonio Di
Pietro la prima stoccata di Pierferdinando Casini nel comizio tenuto
a Vasto (Chieti) per la chiusura della campagna elettorale in
Abruzzo. Nel suo intervento a sostegno del candidato presidente
Rodolfo De Laurentiis, Casini ha abbinato ai temi regionali quelli
nazionali, soffemandosi ampiamente sulla crisi economica.
"Noi
non ci siamo venduti. Berlusconi ha tanti soldi, ha tanti mezzi, e'
tanto bravo, ma in Italia non tutti sono in vendita. Noi non ci
vergognamo delle nostre bandiere, noi non andiamo a fare un partito
con gli ex fascisti, coi missini, con quelli che ieri hanno sbagliato
e che oggi si vogliono riproporre. Noi rimaniamo con le nostre
bandiere. Se si vuole un rapporto serio siamo pronti, se si vuole
acquistare l'Udc grazie, ma non siamo in vendita". Con queste
parole, destinate agli ex partner della Casa delle Liberta', ma anche
al centrosinistra, Casini ha confermato a Vasto la linea equidistante
del suo partito tra i poli.
"Contrariamente
a lui non mi piacciono i giudici che hanno rapporti con gli imputati,
magari si fanno prestare una Mercedes". Lo ha detto Pier
Ferdinando Casini a Vasto (Chieti), rivolgendosi ad Antonio Di
Pietro. "Questa regione - ha aggiunto - non ha bisogno di
moralisti con la vocazione all'immoralita'. Ha bisogno di recuperare
la morale, la dignita', la serieta'".
"Questo
governo non ha fatto quello che doveva per affrontare la crisi".
Lo ha detto Casini a Vasto (Chieti). "Vedete - ha aggiunto - io
non disprezzo i 40 euro dati con la social card, perche' bisogna
avere molto equilibrio e molta modestia. Quaranta euro per chi ne
prende 500 sono qualcosa. Ma quando si da' un bonus per le famiglie
cosi' modesto, si traduce per una famiglia media in 2 euro al giorno.
Non ci siamo, bisognava avere il coraggio di fare di piu', come
avevamo proposto noi, un bonud di 100 euro al mese per il primo
figlio e di 50 a scalare. Ci volevano 6 miliardi? Ma ne abbiamo spesi
3 per Alitalia, che hanno pagato i contribuenti italiani".