Chieti: le antiche origini della città medioevale

27 Febbraio 2012   12:38  

Chieti è una città di circa di 54.000 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia d'Abruzzo, che occupa una collocazione geografica indubbiamente favorevole, in quanto vicina sia alla riviera adriatica che alle masse montuose della Majella. Posizionata a circa 300 mt sul livello del mare, gode di una clima temperato tipicamente mediterraneo (dista circa 20 km dal mare e 20-35 dai monti).

Le origini della città sono antichissime e ci sono numerose leggende al riguardo. La più famosa è quella secondo la quale, fu l'eroe greco Achille a fondare la città nel 1.181.

Lo stemma civico ne sarebbe una prova: su di un cavallo rampante appare un cavaliere (Achille appunto) mentre regge una lancia ed uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su campo rosso con quattro chiavi, che rappresentano le quattro porte d'ingresso della Chieti medievale (Porta S. Anna, Porta S. Maria, Porta Napoli e Porta Pescara).

Il nome originario della città Teate, deriverebbe appunto dalla madre di Achille, alla quale l'eroe omerico avrebbe dedicato la città: tuttora infatti gli abitanti di Chieti si chiamano Teatini.

Il toponimo Teate esisteva già nel 1000 quando la città divenne capitale dei Marrucini: popolo bellicoso che si scontrò più volte con l'esercito romano, per poi stipulare con Roma un'alleanza contro Pirro, Annibale e anche contro Perseo re di Macedonia.

Dal popolo dei Marruccini prende nome il corso principale della città, il bel corso Marruccino. Numerosi sono i resti della dominazione romana, tra essi si possono ammirare tre tempietti dell'area archeologica della Civitella risalenti al I secolo d.C., i resti del Teatro romano scavato solo in parte, e le Terme dove è presente una grande cisterna formata da nove ambienti, che garantiva il rifornimento d'acqua a tutta la città.

In epoca romana Chieti fu eletta Municipium, ciò fece si che la città divenisse il principale centro economico della regione arrivando a contare oltre 60.000 abitanti. Terminata la fase dell'Impero la città fu assediata dai barbari: di lì iniziò una fase di declino che trovò il suo apice nell'assedio di Pipino e la successiva annessione al Ducato di Spoleto.

Nonostante ciò, il periodo medioevale vede anche la nascita di opere architettoniche di indubbio prestigio, come la Cattedrale di S. Giustino. Sorta su un edificio di culto preesistete più antico, le cui strutture sono in parte visibili nella cripta, consta di una facciata e di un fianco destro opera dell'architetto Guido Cirilli. Sulla piazza si affaccia l'elegante campanile, adorno di bifore ogivali, iniziato nel 1335 da Bartolomeo di Giacomo e terminato nel 1398 da Antonio da Lodi.
L'interno è a croce latina e a tre navate; nell'abside di sinistra si trova il busto in argento di S. Giustino, opera di Nicola da Guardiagrele.

Attraverso due scale si scende nella cripta che è stata recentemente riportata alla antica struttura romanica dell'XI secolo e sono riapparsi affreschi dell'XI e XII secolo.

Ricco e prezioso il tesoro con il calice d'argento dorato, opera di arte veneziana del '400, il Messale miniato Borgia e la statua d'argento della Madonna del Popolo di scuola napoletana del XVII sec.

Con gli Angioini e soprattutto con gli Aragonesi Chieti conobbe un ulteriore periodo di grande sviluppo e fu posta a capo di tutti gli Abruzzi con diritto di battere moneta propria. Sullo stemma della città campeggia ancora la titulatio di Città Regia e capoluogo degli Abruzzi, concessa nel 1443 da Re Alfonso V d'Aragona che recita: Theate Regia Metropolis utriusque Aprutinae Provinciae Princeps (Chieti città regia e capoluogo di entrambe e province degli Abruzzi).

Nel Seicento assunse la conformazione urbanistica che mantiene tutt'ora e, favorita dal potere ecclesiastico che in epoca di Controriforma si prodigò nella costruzione di imponenti edifici, arricchì il proprio patrimonio architettonico del Seminario Diocesiano, che si aggiunse ad altre importanti opere erette principalmente il secolo prima, come la Torre Arcivescovile.

Tra gli edifici civili spiccano il Palazzo Municipale di forme neoclassiche che conserva testimonianze dell'originario Palazzo Valignani del 1517 e il Palazzo di Giustizia in uno stile pseudo-gotico.

Nelle immediate adiacenze c'è il Tetro Marrucino inaugurato nel 1818 con il nome di Ferdinando I e divenuto poi Marruccino dopo l'unità d'Italia nel 1861. Sempre nelle vicinanze è sito il Palazzo Martinetti del XVIII sec, in cui ha sede il Museo d'Arte intitolato allo scultore teatino Costantino Barbella (XIX secolo), del quale espone sculture di terracotta che rappresentano personaggi e scene del mondo agricolo abruzzese. Sempre all'interno del Museo è possibile ammirare un affresco che raffigura una Madonna col Bambino del XIV secolo, la tavola con Santo attribuita a Francesco da Montereale (XVI secolo) e il disegno preparatorio per la Strage degli Innocenti di Luca Giordano; inoltre, le opere di paesaggisti sei-settecenteschi, di Raffaele Ferrara e Nicola De Laurentis, artisti neoclassici teatini, e per quanto riguarda l'800 i lavori di Filippo Palizzi, Basilio Cascella e Paolo Michetti. Il museo possiede anche una raccolta di opere contemporanee, provenienti dalle diverse edizioni del Premio Michetti (istituito nel 1947). Di rilievo la collezione di maioliche del XVI-XVIII secolo, realizzate dalle manifatture di Castelli.

Altro polo culturale di indubbio prestigio è al Museo Archeologico Nazionale che contiene la più importante raccolta archeologica dell'Abruzzo. All'interno si trova materiale proveniente da vari siti abruzzesi, dall'età del ferro ai periodo romano.

Tra tutte spicca la statua funeraria del re Nevio Pompuledeio detto il Guerriero di Capestrano, esso attesta l'istituzione di una monarchia già nel VI secolo a.C.
Altri reperti che meritano di essere visionati sono: lo straordinario Letto Funerario in osso da Collelongo (I secolo a.C.), il Letto Bronzeo del I secolo d.C da Amiternum, la colossale statua di Ercole proveniente da Alba Fucens (I secolo a.C.), e la statua di Erole Curino proveniente da Sulmona e ritenuto, nonostante le sua ridotte dimensioni, un capolavoro della scultura antica, alcuni studiosi lo ritengono un originale di Lisippo portato dalla Grecia in Italia.

Al primo piano sono esposti reperti rinvenuti in necropoli protostoriche del territorio abruzzese (Campovalano, Penna S. Andrea, Capestrano, Alfedena, Le Castagne, Scurcola Marsicana e Pennapiedimonte, Nocciano, Civitella Casanova); si segnalano in particolare le stele funerarie da Pelle S. Andrea (V secolo a.C.).

Manifestazioni a Chieti

Numerose sono le manifestazioni che si svolgono nel capoluogo Teatino e in tutta la sua provincia, a partire dal primo dell'anno, giorno in cui avviene il rito del bacio di Gesù Bambino a Lama dei Peligni. La statua del bambinello custodita in un'urna d'argento, con lati di cristallo che ne permettono la visione da parte dei fedeli, genera un pellegrinaggio da parte degli abitanti della città, che si recano in chiesa per baciare il loro piccolo protettore.

Il 16 gennaio a Fara Filiorum Petri ha luogo il rogo delle farchie (fasci di canne legati con rami di salice rosso). Ogni contrada prepara la la propria farchia e tutte insieme vengono portate davanti la chiesa di Sant'Antonio Abate dove vengono issate e bruciate al tramonto. Il giorno successivo ha luogo la messa e la benedizione del pane e del fuoco di Sant'Antonio.

Il 20 di gennaio a Ortona si festeggia San Sebastiano. Davanti alla cattedrale viene acceso il vaporetto, una struttura in metallo adorna di fuochi d'artificio che si muove grazie ai giochi pirotecnici. Come segno di buon auspicio, per la pesca e il raccolto, secondo tradizione, il vaporetto deve compiere un determinato percorso.

Alla fine della cerimonia si consuma nelle case un piatto locale, il puzzenette, costituito da broccoli, peperoni e stoccafisso, che è possibile trovare anche nei ristoranti per l'occasione.

Nel mese di Febbraio a Taranta Peligna il terzo del mese, c'è un festival di "Panicelle" di San Biagio, piccoli e graziosi pani, preparati con cura da tutta la popolazione ed ai quali viene data la significativa forma delle quattro dita della mano unite tra loro.

Le panicelle, segnate con il marchio di San Biagio, che è il timbro della Confraternita, sono accomodate su recipienti di pietra levigata detti piatene.

È compito delle ragazze recarle a cuocere nel forno. Da qualche anno il trasporto ha assunto la forma di un vero e proprio corteo serale, tra due ali di folla che rischiarano la strada con il lume delle fiaccole. Il 3 febbraio, durante le cerimonie liturgiche e dopo la processione, le panicelle sono distribuite ai fedeli che le mangiano in devozione di San Biagio e ne conservano alcune per preservare soprattutto i bambini dal mal di gola.

Dal 22 al 24 febbraio a Francavilla a Mare si festeggia il Carnevale, con carri colorati che richiamano ogni anno un gran numero di turisti (in media ventimila spettatori). La storia del Carnevale di Francavilla a Mare risale al dopoguerra, con il passare del tempo al tradizionale corteo si sono aggiunti i lavori artigianali di cartapesta e i carri con le caricature di persone note in quel periodo. I carri sfilano lungo la strada principale della città fino a Palazzo Sirena, dove avviene la mostra delle maschere di carnevale. Spettacoli di folklore e gare di cucina sono anch'essi parte integrante della sfilata.

Il 18 e il 19 Marzo a Monteferrante, sono celebrate le Tavole di san Giuseppe. Alcune famiglie allestiscono una tavola imbandita, su cui troneggia l'immagine di San Giuseppe. Il cibo è a disposizione dei parenti e degli ospiti che in quel giorno visitano la casa. Questo rito è comune anche nel vicino Molise.

In occasione del Venerdì Santo numerosi sono gli eventi e spettacoli che si celebrano nella provincia Teatina, : le rappresentazioni della sofferenza di Cristo a Gessopalena e la Processione di Cristo a Chieti ne rappresentano un esempio.

La Processione del Venerdì Santo a Chieti è la più antica d'Abruzzo e una delle più antiche in Italia. È organizzata dall'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti e si snoda attraverso le parti più antiche del centro storico. È accompagnata da un'orchestra di oltre 150 strumenti a corda che suonano la marcia funebre di San Selecchy, un famoso compositore locale.

Una delle tradizioni della processione di Chieti è che questa si debba sempre svolgere, anche in condizioni atmosferiche pessime. La Processione ebbe luogo anche durante la Seconda Guerra Mondiale: nel 1944, nonostante fosse stato emanato il divieto di effettuare il sacro corteo. I militari tedeschi entrarono in Cattedrale per rastrellare gli uomini che vi avevano preso parte, ma fortunatamente i teatini riuscirono a fuggire dalle varie uscite della Cattedrale.

Molto interessante è anche la processione della Sacra Spina che si tiene a Vasto, il Venerdì prima di Venerdì Santo. A Lanciano, il giorno di Pasqua a mezzogiorno, in Piazza Plebiscito si rappresenta l'incontro di Maria, San Giovanni e di Cristo. Conclusa la cerimonia, le statue vengono riposte nella cattedrale dove restano fino al Martedì successivo, giorno in cui i membri delle Confraternite le riportano nelle chiese dove in origine erano ospitate.

Una delle manifestazioni più celebri del territorio teatino la Settimana Mozartiana. è Ogni anno Chieti dedica una settimana del mese di luglio a Mozart. In alcune piazze e vie del centro storico della città ci sono concerti di cori, solisti e orchestre a cui si aggiunge l'Orchestra del Teatro Marrucino. Durante la Settimana Mozartiana, oltre alla musica ci sono spettacoli di burattini, cortei storici e fuochi d'artificio.

A Novembre invece il centro storico di Chieti ospita il Chocofestival. Assaggi, esposizioni, vendita di squisito cioccolato in tutte le declinazioni immaginabili.


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