Chiodi, l'ottimismo del cuore il pessimismo del ragioniere

La conferenza stampa sullo stato economico

10 Marzo 2009   19:20  

Parla agli abruzzesi per la prima volta di bilancio, il presidente Gianni Chiodi. A quasi tre mesi dalla sua elezione il governatore dell’Abruzzo vuole agire a carte scoperte, e come non partire da una operazione verità sui conti pubblici e sulla grave situazione debitoria in cui versano le casse dell’ente.
Un voler giocare d’anticipo probabilmente, per potersi giustificare con un ve l’avevo detto nel caso in cui, un domani, non dovesse aver raggiunto obiettivi prefissati. Ma anche da questo punto di vista, va riconosciuta onestà intellettuale (ha dichiarato di non ricandidarsi se fra cinque anni la situazione economico-finanziaria dovesse essere invariata, se non peggiorata) ad un politico che vuole a tutti costi staccarsi dal passato e dagli uomini che, anche sotto il suo stesso simbolo politico, hanno governato in passato: piena continuità, insomma, con lo stile avuto in campagna elettorale.
La consapevolezza infatti è senz’altro quella che nella legislatura 2000-2005 il debito della Regione è cresciuto di sei volte, passando da 558 milioni di euro 3miliardi e 300milioni euro (il 14,2% del Pil regionale), come ricordato, da un punto di vista in questo caso senz’altro più strumentale, dal Partito democratico in conferenza stampa.

L’apertura della relazione sullo stato economico della Regione Abruzzo non poteva che riguardare il rischio di aumento della pressione fiscale: pericolo assolutamente scongiurato da Chiodi. Pur non essendo allo studio alcun aumento della tassazione, notizia “falsa ed inesatta” riportata da alcuni organi di stampa, tuttavia c’è il reale rischio che l’aumento delle aliquote sarà obbligato, in quanto consequenziale all’attuazione del piano di rientro dal deficit. A proposito del quale Chiodi ha dichiarato che "il piano va modificato" in accordo con il governo.
Sulla criticità della situazione economica, Chiodi ha detto: “Esiste una classe dirigente in grado di affrontarla, per due ragioni: perché è capace e perché gode di una maggioranza compatta e coesa”.
“C’è una terza via al pessimismo ed all’ottimismo – ha detto Chiodi ritenendo ”stucchevole” questa polemica – che è rappresentata dal realismo. Ed io sono realista!”.

Non poteva poi mancare un richiamo alla spesa sanitaria ed a quella per il personale, le due voci di spesa più consistenti.

Sulla sanità, che assorbe gran parte delle risorse regionali, Chiodi non sembra lasciare margini a dubbio, quando afferma che “saranno ridotte le erogazioni alle strutture sanitarie private” e quando ricorda di aver ridotto da 140mila a 108mila euro il compenso annuo del manager della Asl di Pescara, il primo che è stato cambiato dal nuovo governo.
Non sono mancate poi le stoccate, seppur mantenendo una certa diplomazia, alla passata amministrazione, incapace di contrattare con il governo – allora anch’esso “amico” essendo dello stesso colore politico della precedente giunta – un piano di rientro che la Regione fosse in grado di attuare. Responsabilità della giunta Del Turco, anche quella di aver impegnato parte delle somme destinate alla sanità per altri settori e il mancato rispetto del piano di rientro stesso, uno dei motivi che ha portato l’indebitamento ad una impennata.
“Una sanità migliore non si realizza spendendo l’impossibile – ha proseguito Chiodi – è la prima volta che un governo regionale sa di essere impopolare ed è consapevole che avrà molte caste contro”.
“L’assessore alla sanità ha il mandato di attuare riconversioni delle strutture sanitarie marginali”, ha detto ancora Chiodi: affermazione che fa sorgere qualche sospetto sul mantenimento dei piccoli presidi ospedalieri che lo stesso Venturosi aveva garantito sarebbero rimasti.
Chiarezza anche nei confronti delle cliniche private: “Ridurremo la spesa della sanità privata, perciò avremo molte caste contro”. Perchè "il risanamento non può che passare per il riequilibrio della spesa sanitaria".

L’altra componente che ha maggiormente influito sulla spesa regionale è il costo del personale. Fra il 2007 ed il 2008 questo sarebbe cresciuto di 30 milioni di euro. Altro aspetto che pone la Regione nelle condizioni di non poter rispettare il piano di rientro, motivo che potrebbe far scattare aumenti delle aliquote fiscali.
A fronte di un ammontare delle entrate pari a 334 milioni di euro, le spese per il personale contano 134 milioni di euro, così suddivisi: 93milioni per i dipendenti della Giunta regionale, 9 milioni di euro per i dipendenti del Consiglio, 31milioni di euro per i dipendenti degli enti strumentali regionali.

Entrate- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -334 milioni di euro
Spese- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -268 milioni di euro (personale 134 milioni; rate mutui per il debito 88 milioni di euro; altri mutui 36 milioni di euro; deleghe enti locali 10 milioni di euro)
Disponibili per le politiche regionali- - - - - -66 milioni di euro (somma che rende necessario l'utilizzo delle economie vincolate per il pareggio di bilancio)
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Unica boccata d’ossigeno potrebbe arrivare dai fondi comunitari (Fesr, Psr, …), che assegnano all’Abruzzo 2 miliardi per i prossimi cinque anni. Anche se il governatore ha garantito la presenza di risorse per il sociale e per lo sviluppo, dal Fondo sociale europeo arriveranno per esempio 300milioni in cinque anni.

Annunciate infine da Chiodi e dal presidente del Consiglio regionale Pagano, azioni mirate al taglio dei costi della politica, con la riduzione degli enti strumentali regionali e di stipendi e vitalizi dei consiglieri. Provvedimenti simbolici – hanno detto – in quanto rappresentano solamente una parte molto limitata delle spese.

Marco Signori

 

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