Chiodi, le lobby sanitarie e le audizioni che scottano

03 Febbraio 2011   10:07  

In Abruzzo ci sono centri di potere diffusissimi che hanno generato nel settore sanitario lobby potenti che oppongono una forte resistenza al cambiamento.

La clamorosa rivelazione, di un fatto che nessun abruzzese avrebbe mai sospettato,  l'ha fatta ieri il commissario alla sanità Gianni Chiodi, ascoltato dalla Commissione parlamentare sulla sanità presieduta dall'onorevole Ignazio Marino.

Questo uno dei passaggi salienti dell'audizione:

'' In Abruzzo – ha spiegato Chiodi - si è costruito un modello di sanità, soprattutto in campo riabilitativo, che escludeva il pubblico con tariffe fuori mercato. Una sanità privata soggetta a controlli solo formali e con contratti di fornitura sottoscritti in ritardo e oggetto di contenzioso amministrativo quasi sempre vincente per i ricorrenti. Ma anche sul pubblico ci sono stati elementi di grande criticità, con ospedali che rappresentavano simboli di potentati politici localistici; la conseguenza è stata una forte prolificazione dei costi causata dall'aumento di primariati e di unità operative. Ci siamo trovati di fronte ad un'offerta abnorme della sanità regionale che ha inciso, alzandoli, sui tassi di ospedalizzazione non appropriati secondo uno schema costruito a tavolino. E di questo sistema così concepito ne beneficiavano tutti: dalla classe politica a quella dirigente fino alla società civile che in questo modo aveva l'ospedale sotto casa, come se questo potesse corrispondere a sinonimo di qualità. Erano, invece, ospedali non sicuri e non in grado di rispondere alle effettive esigenze della domanda.''

A seguire Chiodi ribadisce le accuse rivolte a chi prima di lui ha distratto fondi dal capitolo sanità per fare altro:

'' Dal 2004 al 2007 – riferisce il commissario - sono stati distratti dal Fondo sanitario nazionale qualcosa come 528 milioni di euro in favore del bilancio ordinario della regione. Di questa circostanza, di concerto con il sub commissario Baraldi, abbiamo intenzione di investire le autorità competenti. Nello specifico, abbiamo accertato che nel 2004 la distrazione è di 93 milioni, nel 2005 di 161, nel 2006 di 197 e nel 2007 la tassazione aggiuntiva legata all'aumento dell'Irpef e dell'Irap che sarebbe dovuta andare esclusivamente per coprire il disavanzo sanitario è stata distratta per scopi del bilancio regionale, con l'inserimento nel bilancio stesso di una voce in entrata di 101 milioni di euro legati alla vendita di immobili regionali». In chiusura, il presidente ha affrontato il nodo delle rimodulazione delle tariffe con l'intenzione di introdurre il criterio della compartecipazione e dell'accreditamento istituzionale «sul quale abbiamo intenzione di imprimere una forte accelerazione''.

Il presidente Ignazio Marino al termine dell'incontro ha commentato:

'' L'audizione di oggi del presidente della Regione Abruzzo Giovanni Chiodi conferma la preoccupazione della Commissione per lo stato in cui versa il servizio sanitario regionale. Il presidente ha confermato quanto detto in precedenza dal sub-commissario Giovanna Baraldi: si tratta di un sistema illegale, iniquo, ingiusto e colluso, che oppone forte resistenza al cambiamento. Proprio per questo ho deciso di inviare i tre verbali delle sedute riguardanti la regione Abruzzo alla procura competente. In questa audizione - spiega Marino - il presidente Chiodi ha chiarito la sua preoccupazione per i meccanismi di controllo della trasparenza e dell'efficacia della sanita': per questa ragione i nuclei di valutazione verranno accompagnati dai Nas nelle verifiche sul territorio. La Commissione e' preoccupata anche per i fondi che, secondo quanto ha affermato oggi il presidente Chiodi, dal 2004 al 2007 sono stati dirottati dal fondo sanitario nazionale alla copertura del bilancio regionale: si tratterebbe di 528 milioni di euro sottratti alla salute dei cittadini.''

Scottante anche il resoconto stenografico della sub-commssiaria alla sanità abruzzese Baraldi. In essa si parla di incompetenza della macchina amministrativa regionale e di collusione della classe dirigente nella costruzione di una giurisprudenza spaventosa, contraddittoria, ambigua e confusa che ha favorito la sanità privata. Ha detto la Baraldi, in un passaggio della relazione pubblicato oggi sul quotidiano il Centro:

'' L'assessorato che mi ospita presenta nella missione che lo caratterizza, quella di programmazione e controllo, caratteristica di incompetenza. L'assessorato è costituito da 60 unità, di cui 13 dirigenti; nell'ambito di queste, 55 sono gli amministrativi e i giuristi, mentre solo cinque i sanitari che hanno non solo una laurea in farmacia o in medicina e chirurgia, ma anche un'esperienza nelle discipline della programmazione. Il presidente Chiodi si sta muovendo e sta cercando di creare un turn over con la possibilità di valutare i dirigenti, attraverso il ciclo delle performance. Egli sta incontrando però il rifiuto: e non da parte della dirigenza bensì della società intera. E' la società intera che è coinvolta in tutto questo''Denuncia poi che i controlli sulle prestazione erogate e poi rimborsate alla sanità privata non sono adeguati. ''La riforma - spiega infatti la Baraldi - toccherà erogatori privati con interessi enormi e privilegi straordinari e comporterà una riorganizzazione completa, con la messa a norma di requisiti assolutamente nuovi, per cui occorreranno investimenti e tariffe completamente diverse da quelle precedenti. Ma i controllori non hanno sufficiente competenza e terzietà e sono gli stessi che c'erano quando la spesa esplodeva.''

Veniamo infine al commento dell'opposizione, con il parlamentare Alfonso Mascitelli del'Italia dei valori, che è anche vicepresidente della Commissione Speciale di Inchiesta del SSNA.

'' Deludente il vuoto di risposte date dal commissario Chiodi - afferma Mawscitelli - agli interrogativi posti nel corso dell'audizione pubblica della Commissione di Inchiesta, chiamata a proseguire il filone di indagini sul fenomeno della corruzione nella sanità delle diverse regioni d'Italia. A distanza di due anni di Governo di centro-destra  con due commissari ad acta , con una sanitopoli trasversale che ha sconvolto la storia della nostra regione, ci saremmo aspettati che il commissario Chiodi avesse indicato le iniziative e le azioni più decise messe in campo sul fronte dei controlli nel rapporto con i privati e in tutti quegli altri settori, come gli appalti, le consulenze e gli acquisti di servizi, dove più si alimentano sprechi, inefficienze e malaffare della sanità, ed invece ci siamo sentiti coniugare le iniziative da intraprendere con il verbo futuro. Quello che lascia veramente preoccupati, dopo le parole pesanti della sub-commissaria Baraldi, che aveva dichiarato addirittura di aver ricevuto minacce e che ha parlato di un sistema di collusione ancora in atto in Abruzzo, è la mancanza pressoché assoluta di una seria, credibile ed efficiente attività ispettiva e di controllo, in termini di strutture, risorse e personale, al punto che Chiodi ha dichiarato che i nuclei ispettivi regionali sono ancora in fase di formazione di competenze e dovranno avere il supporto di un rappresentante dei Nas".

"Siamo, inoltre, – ha concluso Mascitelli - la regione con le più alte tariffe nella riabilitazione, come ha confermato la stessa Baraldi, e ancora non si è provveduto ad una ricontrattazione, anzi si pensa a come introdurre forme di compartecipazione alle spese sanitarie da parte dei cittadini. Come dire: tutto quanto è successo in Abruzzo, per mancanza di regole e controlli, potrebbe di nuovo riverificarsi sulla pelle e sulle tasche degli abruzzesi, ma questo diventa secondario e marginale rispetto ad una visione ragionieristica dei bilanci sanitari che, dietro la ricerca di equilibri economici virtuali, sta producendo disservizi che tutti possono vedere.''


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