Cialente: L'Aquila non è Kabul, no al ritorno di Protezione civile

''Berlusconi scostumato''

29 Luglio 2010   14:13  

Ieri sera le clamorose dichiarazioni del presidente Silvio Berlusconi: ''Abbiamo preso la decisione di riprendere nelle nostre mani la fase della ricostruzione, perché le istituzioni locali non hanno saputo gestirla''. Un commissariamento dei commissari, insomma a cui oggi fa seguito la risposta durissima, del vice commissario Cialente, che giudica tali affermazioni un vergognoso atto di scostumatezza istituzionale.

"Accusare gli enti locali di non essere capaci di affrontare il terremoto e' un atto gravissimo, credo che a questo punto emerga un problema di moralità' e trasparenza, ma che riguarda anche la democrazia di questo Paese, problema che ho già' segnalato al Quirinale''

In conferenza stampa Cialente arriva con una piccola parte dei faldoni di pratiche già completate dalla struttura tecnica e dal Comune, per pagare indennizzi alle aziende terremotate, i mesi arretrati dell'autonoma sistemazione per decine di migliaia di cittadini senza casa, per i traslochi. Tutto pronto: ''A mancare sono solo i soldi - urla Cialente - che il governo per mesi non ci ha dato come era invece suo dovere e abbiamo dovuto prendere manganellate a Roma per smuovere finalmente qualcosa. Il governo, forse scientemente, insinua poi Cialente ci ha lasciati soli e senza mezzi , non appena la Protezione civile si è defilata, lasciandoci i suoi debiti, ed enormi problemi irrisolti, tra cui il Progetto Case che ha forti limiti di gestione, guasti, ed errori di progettazione e ha soddisfatto come noto solo una parte del fabbisogno abitativo. E ancora rincara la dose Cialente: dicono che non sappiamo spendere i due miliardi di euro stanziati dal governo per la riparazione delle case, non dice però Berlusconi che molti cittadini non possono accedere a questi fondi perché il governo nonostante le ripetute sollecitazioni non chiarisce con un decreto se questi soldi vadano chiesti come indennizzo o contributo, e non dice che le seconde case, di cui gran parte dei centri storici da ricostruire sono costituiti, non hanno accesso a tale fondo.

L'Aquila non è Kabul (liberamente tratto dal libro di Giuseppe Caporale di Repubblica), conclude Cialente, non abbiamo bisogno di truppe di occupazione, e il ritorno delle giubbe blu, la protezione civile non ha autorevolezza morale per ricostruire la nostra città.

"L'eventuale ritorno del Dipartimento della Protezione civile rappresenterebbe un problema serio, del resto, io sono sicuro che lo stesso Guido Bertolaso non sia contento delle affermazioni del premier, non abbiamo bisogno delle truppe di occupazione. E' possibile - ha proseguito Cialente - che dopo le botte di inizio luglio a Roma, i fondi comincino ad arrivare e adesso, a fronte di mesi di difficoltà' economiche, il governo sia pronto a una nuova passerella mediatica sulle spalle degli aquilani. Ricomincia per caso lo show? Siamo ancora in emergenza? Perché' deve tornare la Protezione civile? Una delle cose più' gravi e' l'affermazione di Bertolaso, il quale ha detto che i fondi bisogna saperli chiedere: ma cosa dovrei fare, andare in giro con un piattino e far finta di allattare? Ci siamo trovati in forte difficoltà' - ha affermato ancora Cialente- anche a causa dei debiti lasciati dalla Protezione civile. abbiamo bisogno di personale, ma ci hanno risposto picche. La Protezione Civile aveva 400 persone a pieno servizio, la Sge, Struttura per la Gestione dell'Emergenza, ha personale dimezzato e non ci sono fondi"

A latere della conferenza stampa il Sindaco ha appoggiato la nostra raccolta di firme per far trnare il Presidente Berlusconi a L'Aquila per un confronto con la popolazione.

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