''Cialente... ma allora seviva o non serviva il Piano di ricostruzione?''

01 Febbraio 2012   13:15  

"Nel corso della conferenza stampa di presentazione del piano di ricostruzione il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha dichiarato che si aspettava i complimenti, mentre invece meriterebbe un bel Tapiro" dice Emanuele Imprudente consigliere comunale Mpa.

"È semplicemente vergognoso che il primo cittadino, dopo aver bloccato la ricostruzione per due anni a causa della mancanza di un piano di ricostruzione che si rifiutava di fare, nonostante fosse previsto da una legge, quella sul terremoto, da lui stesso voluta, adesso, a ridosso delle elezioni, presenti questo strumento come una sorta di 'capolavoro' e vanto dell’amministrazione. 

Allora, viene da chiedersi, questo piano serviva o non serviva? E se serviva, il sindaco Cialente non aveva il dovere di presentarlo prima, dando finalmente avvio a quella ricostruzione che dice di volere ma che, in concreto, non ha mai fatto nulla per sbloccare, a parte polemizzare a destra e a manca e litigare con tutti? 

Se poi si considera che la preparazione di questo strumento ha richiesto decine di consulenti e collaboratori a vario titolo dell’amministrazione comunale, tutti lautamente pagati per due anni a spese dei contribuenti aquilani - aggiunge Imprudente - il comportamento del primo cittadino appare ancora più contraddittorio e incomprensibile. 

Non sarà che si è temporeggiato per costruire ad arte una polemica inutile sui piani di ricostruzione per soli scopi elettoralistici e poi si è scelto il momento più adatto per presentare il piano di ricostruzione, guarda caso alle porte del voto?

E come mai alcune forze politiche, anche di centro destra, davanti a questa situazione di cui pagano il prezzo i soli cittadini aquilani, stanno zitti e allineati? Evidentemente per una deplorevole connivenza che antepone le lotte e gli interessi particolari e di partito a quelli della comunità che si dovrebbe rappresentare.

Una situazione che accresce la sfiducia dei cittadini nella classe politica e nei maggiori partiti. Distanza di cui, tuttavia, alcuni esponenti politici non si sono ancora accorti. Per tutti loro, tra poco, ci sarà un amaro risveglio e una spiacevole sorpresa, quella di scoprire che i cittadini sono assai meno 'fessi' di quanto credono".


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