Cialente, virus ci toglie la Pasqua come 6 Aprile 2009, fa male vedere città deserta come allora

05 Aprile 2020   10:18  

La ricostruzione prima di fermarsi per il coronavirus era in pieno fermento, ma questo 6 aprile ha un sapore strano perché "la vita ci ha tolto la seconda Pasqua in 11 anni".

Massimo Cialente è il sindaco del terremoto dell'Aquila, per 10 anni tra macerie e ricostruzione. "Certo, girare per L'Aquila in questi giorni è un colpo duro: non si può vedere questo deserto, ti ricordi quei silenzi, ti vengono in mente i volti di persone che non ci sono più - racconta Cialente, ora medico in pensione 

Da quel 6 aprile 2009 è passata mezza generazione, ma questi giorni ci fanno rivivere il dramma con un'intensità diversa". Ironia della sorte, anche quest'anno le 3,32 cadranno di lunedì, il lunedì della settimana di Pasqua.

"Per noi aquilani è un'altra botta forte alla psiche; paradossalmente ci siamo già passati, sappiamo cosa voglia dire restare chiusi nelle tende o negli alberghi in solitudine o in silenzio. L'unica cosa vera è che con questo isolamento ci sarà più difficile elaborare un lutto collettivo".

 "L'Aquila può essere un esempio per il resto d'Italia in questo periodo di coronavirus. Per il dopo dico. Se siamo bravi abbiamo 20 anni di crescita". E' quanto dice l'ex sindaco della città martoriata dal sisma del 6 aprile 2009 Massimo Cialente.

E lo spiega con parole chiare: "Ci sono paesi evoluti, gli Stati Uniti, l'Italia i paesi del G8, che comprano aerei ma sono in ritardo sulla pandemia e senza mascherine. Eppure si sapeva che il rischio c'era ora. Noi spendiamo soldi per armamenti non investiamo da anni in mascherine per i medici: qui serve una ripartenza keynesiana, un piano Marshall: la rinascita ci può essere solo con infrastrutture, con l'edilizia.

E tutto questo significa prevenzione, messa in sicurezza di un territorio - continua - noi ogni volta inseguiamo gli eventi e adeguiamo le nostre risorse andando dietro ai terremoti.

Ora invece è possibile mettere mano al fotovoltaico, ai cappotti termici, agli infissi per far ripartire l'edilizia, alle infrastrutture territoriali e alla prevenzione sull'ambiente. E' una grande occasione per ripensare la nostra società: e L'Aquila in questo è avanti a tutti".

Cialente fa un altro esempio "il digitale: se aumentiamo le infrastrutture digitali possiamo lavorare per le scuole, ridistribuire il lavoro a casa nei piccoli centri, ridare vita quindi ai piccoli Borghi. C'è tanto lavoro".


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