Clientelismo, impreparazione e consulenze facili i mali della pubbli

09 Febbraio 2007   15:40  
Lo stato di salute della pubblica amministrazione e della gestione dell´Erario non presentano in Abruzzo particolari criticità rispetto ad altre Regioni, ma anche nel 2006 destano allarme fenomeni patologici come l´abuso delle consulenze esterne negli enti, la inadeguata preparazione dei funzionari pubblici, i debiti fuori bilancio dei Comuni, i compensi non dovuti al personale, ed altri numerosi casi di cattivo uso del denaro pubblico. E´ questo il quadro che emerge dalle relazioni esposte in occasione dell´inaugurazione dell´anno giudiaizario 2007 della Corte dei Conti, dal presidente Gian Giorgio Paleologo e dal procuratore regionale Bruno Di Fortunato. Un istituto antichissimo, quello della Corte dei Conti, nato centocinquanta anni fa per controllare l´andamento della spesa pubblica e il corretto comportamento degli ammministratori. Dai numeri forniti nelle relazioni si conferma l´importanza dell´operato della Corte dei Conti, volta a prevenire illeciti e soprattutto a perseguirli nell´interesse dei cittadini e dei contribuenti. Nel 2006 sono state 47 le sentenze pubblicate dalla Corte dei conti, 30 le condanne per un importo complessivo di 24,5 milioni di euro circa. Quasi 4000 i conti passati al setaccio di enti e locali e società partecipate. Le irregolarità, e non di lieve entità, sono state rilevate negli esercizi finanziari dei Comuni di L´Aquila, Scanno, e Chieti, come ad esempio l´iscrizione in bilancio di entrate notevolmente sopravvalutate, il rinvio della registrazione di impegni di spesa, e il non pagamento dei debiti. Molte altre sono poi le tipologie di illeciti scoperti, che nell´insieme restituiscono un campionario dei vecchi ed ostinati mali della politica, alla cui radice c´è il clientelismo, la partitocrazia, l´incompentenza e una certa dose di disonestà e spregiudicatezza di alcuni amministratori pubblici. Uno degli illeciti più diffusi e dannosi per l´erario è il ricorso alle consulenze esterne anche per servizi che potrebbero essere svolti, con costi decisamente inferiori, internamente alla pubblica amministrazione. "Il ricorso a professionalita´ esterne - ricorda Paleologo - e´ consentito unicamente in via eccezionale, nei casi consentiti dalla legge, con provvedimenti adeguatamente motivati e soltanto allorche´e´ sia stata accertata puntualmente l´impossibilita´ di provvedere tramite gli uffici e le strutture gia´ esistenti presso l´amministrazione". "Il ricorso alle consulenze esterne - spiega poi Bruno Di Fortunato - è favorito anche dal modesto livello professionale di molti dipendenti pubblici assunti con logiche clientelari e senza i titoli di studio adeguati allla mansione svolta". Riusultano poi rilevanti i casi di conflitto di interesse degli amministratori e dei dirigenti. Funziona male, anzi malissimo, il servizio di riscossione tributi affidato a privati che in alcuni casi non hanno versato all´erario le tasse pagate dai cittadini. Molti nel parterre i politici e gli amministratori presenti. "Le relazioni che ho ascoltato oggi - ha dichiarato il presidente della Regione Ottaviano Del Turco - offrono indicazioni importanti per chi amministra la Regione con un richiamo ad un atteggiamento ad una sorveglianza verso le attitudini e i vari aspetti della vita amministrativa regionale di cui bisogna tener conto". A rassicurare maggiormente è però che i cittadini abruzzesi - come conferma Bruno Di Fortunato - sempre di più non esitano a denunciare gli illeciti, i disservizi e i comportamenti scorretti di chi è stato chiamato a gestire la cosa pubblica. Filippo Tronca

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