Clinton Contro Trump, la First Lady Contro Mister TV. Dominano il Super Tuesday

02 Marzo 2016   12:44  

Hillary Clinton e Donald Trump dominano nel Super Tuesday, vincendo in almeno 7 dei 13 Stati in cui si sono svolte ieri le primarie, un risultato che li avvicina sempre di più allo scontro vero e proprio per la Casa Bianca. Sul fronte democratico, comunque, la mega tornata elettorale di ieri non ha chiuso definitivamente la partita per Bernie Sanders, dal momento che il senatore liberal è riuscito a frenare l'avanzata, travolgente negli stati del Sud, di Clinton, conquistando quattro stati, oltre al 'suo' Vermont, il Colorado, il Minnesota e l'Oklahoma.

A casa repubblicana invece Ted Cruz si aggiudica, come previsto, il premio più ambito, il suo Texas, vincendo anche nel vicino Oklahoma e aggiudicandosi di misura le primarie in Alaska, secondo le proiezioni della Cnn ed altri media americani. Cruz, soprattutto, scalza, nel sempre più disperato tentativo di fermare la corsa in avanti di Trump, Marco Rubio.

Il senatore della Florida infatti ha vinto solo in Minnesota, ed è finito terzo in quasi tutti gli altri duelli, confermando come in queste primarie repubblicane in cui il fattore determinante è il voto di rabbia e di protesta il sostegno dell'establishment del partito sia una sorta di bacio della morte.

Nel discorso pronunciato dopo le vittorie nel Super Tuesday Hillary Clinton si è proiettata già nella campagna elettorale vera e propria, attaccando Trump e il suo controverso progetto di costruire un muro sul confine tra Stati Uniti e Messico. "Questa notte è chiaro che la posta in gioco in queste elezioni è altissima - ha poi aggiunto la front runner democratica - cercare di dividere l'America tra noi e "loro" è sbagliato, e noi non lo permetteremo".

Inoltre l'ex segretario di Stato ha criticato uno dei principali argomenti usati dall'avversario repubblicano, il far tornare grande l'America, difendendo l'operato del presidente Barack Obama. "Sappiamo che abbiamo del lavoro da fare, ma non si tratta di rendere l'America di nuovo grande, perché non ha mai smesso di esserlo - ha affermato - dobbiamo rendere l'America unita, dobbiamo riempire le fratture che sono state create". Clinton ha dichiarato vittorie in Texas, Georgia, Virginia, Alabama, Arkansas, Tennessee, e Massachusetts. Ha vinto anche nei territori delle Samoa americane.

Donald Trump, nella notte del Super Tuesday, ha invece promesso che una volta vinta la nomination si impegnerà per riunificare il partito repubblicano: "Io sono un riunificatore, quando avremo finito le primarie, andrò contro una sola persona, e questa sarà Hillary Clinton". Un messaggio rivolto all'establishment del Grand Old Party che oscilla tra il sentimento di panico e la rivolta all'idea che il miliardario newyorkese, un outsider che ha praticamente dirottato e preso in ostaggio le primarie repubblicane, diventi il proprio candidato alla Casa Bianca.

"Noi diventeremo un partito migliore, noi saremo un partito unito, molto più grande, il nostro partito si sta espandendo" ha continuato Trump, rivendicando il fatto che la sua campagna dai toni populisti ed estremisti stia recuperando e conquistando nuovi voti al partito repubblicano sconfitto dai democratici nelle due precedenti presidenziali. La notte scorsa Trump ha vinto in Alabama, Georgia, Massachusetts, Tennessee, Virginia, Arkansas e Vermont.

Dopo il risultati del Super Tuesday, Ted Cruz rivolge agli altri candidati repubblicani ancora in corsa l'invito a fare un passo indietro ed a concentrare le forze, ed i voti, sulla sua candidatura per cercare di fermare l'avanzata inesorabile del magnate newyorkese verso la nomination: "La nostra campagna è l'unica che ha battuto, può battere e batterà Donald Trump".

"Fino a quando il campo rimarrà diviso, il cammino di Donald Trump verso la nomination rimane più probabile e questo sarebbe un disastro per i repubblicani, i conservatori e per il Paese", ha affermato il senatore nel discorso della vittoria in Texas, dicendosi convinto che è la frammentazione del voto ad impedirgli di sconfiggere Trump. "In un duello a due, la mia campagna batte Donald Trump in modo netto, ma perché questo possa succedere dobbiamo unire le forze", ha poi concluso con un appello rivolto principalmente a Marco Rubio, l'altro giovane senatore in lizza per la nomination che nella tornata elettorale di ieri ha ottenuto risultati negativi.

Dopo il Super Tuesday, che ha confermato Hillary Clinton saldamente in sella verso la nomination democratica, Bernie Sanders non molla anzi, forte delle sue quattro vittorie nella mega tornata elettorale di ieri, rilancia l'impegno ricordando che ci sono ancora 35 stati in cui votare prima della convention di luglio: "In questa campagna elettorale non è in gioco solo l'elezione di un presidente, ma una rivoluzione politica".

"E vi assicuro che noi combatteremo per la giustizia economica, la giustizia sociale, l'ambiente e la pace nel mondo in ognuno di questi stati", ha detto nel discorso della vittoria in Vermont Sanders. "Queste non sono elezioni generale in cui il vincitore prende tutto, alla fine di questa nottata avremo avuto diverse centinaia di delegati", ha poi aggiunto riferendosi al metodo proporzionale e non maggioritario secco con cui vengono attribuiti i delegati.

Secondo le prime stime Clinton avrebbe portato a casa la notte scorsa almeno 334 delegati contro 145 di Sanders. Per vincere la nomination democratica sono necessari 2383 delegati, ma bisogna ricordare che vi sono anche i cosiddetti super delegati, che non vengono eletti, e tra questi Clinton ha già la schiacciante maggioranza di 882 a 232.


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