Comune di Pescara aderisce al progetto pro Bosnia-Erzegovina

12 Luglio 2007   00:50  
Anche Pescara sosterrà il progetto "Adopt Srebrenica". Lo ha confermato nei giorni scorsi l´assessore alle Politiche europee Massimo Luciani precisando che "la città contribuirà a questa iniziativa di pace in linea con le iniziative di cooperazione e relazione portate avanti nell´area balcanica in questi anni. Il Comune di Pescara organizzerà per loro anche stage con l´Università D´Annunzio". Sono passati quasi 12 anni da quando le truppe serbo-bosniache sotto la guida del generale Ratko Mladic entrano a Srebrenica, enclave musulmana nell´est della Bosnia-Erzegovina. Nei giorni seguenti la città sarà il palcoscenico del più grande massacro nel continente europeo dopo la Seconda Guerra mondiale. E ciò malgrado la presenza delle truppe Onu. Era il 1995, ma la città di Srebrenica è ancora lontana dall´aver recuperato un clima favorevole a una ripresa economica e di vita. Poche sono le opportunità di lavoro, in particolare per le donne, in un contesto produttivo difficile per l´intera regione. La città è ancora considerata, e si considera, un´enclave dentro un territorio ostile e rimane forte il pericolo di una ripesa della contrapposizione etnica. Il progetto "Adopt Srebrenica" nasce con lo scopo di tenere alta l´attenzione internazionale su questa città e di contribuire, con molta concretezza, alla sua ripresa culturale e intellettuale, coinvolgendo in primo luogo i giovani che hanno deciso di tornare o di restare. Il progetto nasce da una lunga tessitura di relazioni tra la Fondazione "Alexander Langer Stiftung" e l´associazione bosniaca Tuzlanska Amica, alla cui direttrice Irfanka Pasagic, neuropsichiatra originaria di Srebrenica e lei stessa profuga, era stato assegnato il premio "Alexander Langer" 2005. A lungo termine il progetto vuole facilitare la nascita a Srebrenica di un Centro internazionale di ricerca, documentazione, studio e formazione per l´analisi, la prevenzione e la gestione dei conflitti di carattere etnico e religioso. Un luogo di incontro, scambio e confronto permanente dedicato soprattutto ai giovani. Il progetto è stato chiamato "Adopt Srebrenica" per ricordare da un lato le quasi mille bambine e bambini adottati a distanza in quella zona da persone e famiglie italiane che sostengono il lavoro di cura in cui è impegnata Tuzlanska Amica e, in secondo luogo, perché la parola adozione suggerisce non tanto un rapporto di dipendenza passiva, quanto un bisogno vitale di relazioni ricche di umanità, di scambi e di sostegno reciproco nelle difficoltà, nei momenti d´impegno e anche di gioia.

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