Comunità montane senza fondi. Il caso arriva in Senato

Dal teramano l'appello al governo

25 Marzo 2009   13:15  

Rischiano il dissesto finanziario le comunità montane delle Penisola. Stato e Regioni le hanno abbandonate lasciandole sole e inermi di fronte alla feroce tagliola della crisi economica in atto. Questa volta l'allarme è partito dalla provincia di Teramo, che con i suoi tre enti disastrati e privi di risorse, si è appellata al governo affinché intervenga tempestivamente in modo da scongiurare la definitiva soppressione dei servizi assistenziali, "indispensabili" al sostentamento e alla tutela delle fasce più deboli della cittadinanza locale.

A rispondere per primi all'urgenza -conclamata anche dall'annuncio della Cgil sull'imminente sospensione(primo di aprile) dei servizi sociali interni alle tre Comunità- sono stati i senatori del Pd Luigi Lusi, Anna Finocchiaro, Maria Pia Garavaglia, Alfonso Andria e Giovanni Legnini, i quali sembra abbiano già presentato un'interrogazione parlamentare ai Ministri dell'Economia e dei Rapporti con le Regioni, al fine di ottenere  l’erogazione di fondi sufficienti "a pagare gli stipendi" e ad assicurare le tutele essenziali.

"Il pesante ammontare dei tagli ai danni delle Comunità montane- spiegano i senatori del Partito democratico- comporterà gravissimi problemi a questi enti, i quali, vivendo quasi esclusivamente di finanza derivata, non potranno, già dal corrente anno, assicurare il pagamento degli stipendi al personale, sostenere le spese vive di funzionamento e continuare a fornire i servizi essenziali che svolgono, in forma associata, per conto dei piccoli Comuni di montagna". In sostanza al governo viene chiesto "quali misure intenda assumere" per evitare la chiusura e il tracollo di tali enti, partendo dalla constatazione che la pesante riduzione dei trasferimenti statali in questo settore, ha già messo a rischio 5 mila posti di lavoro in tutta Italia "non essendo, al momento, rinvenibile nelle disposizioni normative fino ad oggi emanate, alcuna forma di ricollocazione".

Un circolo vizioso. Entro il 31 marzo le Comunità montane devono presentare i bilanci di previsione relativi al 2009, ma il Governo non ha, di fatto, ancora reso noti i trasferimenti erariali ad esse destinati. Negli uffici delle amministrazioni montane, tensione, senso d'impotenza e frustrazione si tagliano con il coltello: "siamo impossibilitati a fare bilanci di previsione, da cui consegue la paralisi dell’ente" ha dichiarato il presidente della Comunità di Tossicia Alfredo Di Varano.

Nel dramma economico che coinvolge gli enti montani tuttavia non viene citato unicamente lo Stato, ma anche - e forse con toni più accesi- la stessa Regione che attraverso l'amministrazione Del Turco decise di ridimensionare il numero di Comunità portandolo da 19 a 15. A causa del polverone giudiziario che coinvolse l'ex governatore, l'iniziativa venne rimandata e mai più presa in considerazione fino ad oggi, con uno scenario che vede il neopresidente Chiodi strattonato da fazioni e istanze per forza di cose opposte: da un lato gli abitanti della Montagna, con i propri bisogni, la propria identità, i propri inderogabili diritti, dall'altro il governo, impossibilitato a erogare alcunché prima che la decisione inerente il ridimensionamento venga presa.

Una situazione esplosiva: la sospensione dei servizi sociali paventata dalla Cgil coinvolgerà circa 150-200 persone (tra anziani disabili e minori) per ognuno dei tre enti del Teramano. Come ha riferito Di Varano inoltre, nella bozza di bilancio regionale non è stato previsto alcun fondo per le Comunità montane d' Abruzzo. Circostanza che ha portato lo stesso Presidente della Comunità di Tossicia a chiedere un'audizione al presidente della commissione regionale bilancio, Luca Ricciuti. "Mi aspetto che la Regione decida se le Comunità ci devono stare oppure no: se no, se ne assumano la responsabilità".





gdc

 

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore