Con il corteo No global cala il sipario sulla settimana del vertice

LA DIRETTA

10 Luglio 2009   16:00  

Con alla testa lo striscione "Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani" è partito dalla stazione di Paganica, pochi chilometri da L'aquila il corteo di protesta organizzato dalla rete nazionale contro il G8. Circa quattromila i partecipanti. Nel corteo erano presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, centri sociali di Napoli, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale, che ha sfilato con lo striscione recante la scritta: "Una sola grande opera, ricostruire L'Aquila dal basso"
Dopo circa tre ore di cammino, il corteo ha raggiunto la Villa Comunale dell'Aquila, destinazione finale della sfilata.
E la villa, di solito avvolta a quell'ora in un malinconico silenzio è tornata per qualche ora ad animarsi.
Nel corteo anche qualche esponente politico nazionale, come il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero e l'esponente, anche lui del Prc,  Giovani Russo Spena che ha affermato: ''I terremotati sono stati usati come merce e propaganda dai cosiddetti Grandi del mondo che spendono un sacco di soldi per vertici come questo in cui non si risolvono certo i problemi".
Alla fine della lunga manifestazione l'applauso più' grande e sentito di tutti i manifestanti e' per Carlo Giuliani, il giovane rimasto ucciso a Genova nel 2001 dopo gli scontri tra no global e polizia. Qualche breve istante di tensione al varco della zona rossa. Alcuni manifestanti stranieri hanno mostrato intenzioni particolarmente aggressive, ma gli organizzatori hanno subito riportato la calma, a costo di qualche urlo e spintone.
E' stato questo corteo l'ultimo atto della frenetica settimana del vertice del G8, nel corso della quale l'Aquila è stata una captale del mondo, al centro dell'attenzione dei media internazionali. Da domani su tutta la città terremotata rischia di scendere il silenzio.

17.10 La Villa comunale si svuota
La gran parte dei manifestanti che ha partecipato alla marcia contro il G8 da Paganica a L'Aquila ha accolto l'invito degli organizzatori a lasciare la piazza per recarsi ai pullman che li riporteranno prevalentemente a Roma. In piazza rimangono pochi manifestanti esausti dopo la lunga marcia, che si dissetano e si distendono sulle aiuole del parco comunale. Dopo alcuni momenti di tensione, dovuti alla provocazione di uno sparuto gruppo ai danni della polizia, la situazione sembra rientrata nella tranquillita'.

17.00 Voci su arresti fanno litigare fra loro i manifestanti
Tensione all'Aquila tra gli stessi manifestanti protagonisti del corteo contro il G8 concluso ai giardini della Villa Comunale della città. "Quattro compagni - annuncia uno dei No-global al megafono - sono stati arrestati ad Avezzano mentre venivano all'Aquila perché avevano caschi e aste per bandiere". Mentre sale la rabbia tra i manifestanti, la notizia viene subito corretta la megafono da un altro No-global "in realtà - precisa -i 4 sono stati solo fermati per accertamenti, non creiamo tensioni e torniamo a casa senza fare incidenti". Ma volano insulti e qualche spintone tra chi vorrebbe lasciare pacificamente la Villa Comunale e chi invece vorrebbe fare qualche azione più dura. A distanza vigilano senza intervenire, poliziotti in assetto antisommossa. Quanto ai presunti arresti, dalle forze di polizia precisano che non c'é stato alcun arresto, ma i quattro sono stati semplicemente identificati e rilasciati.

16.50 Due manifestanti aggrediscono un cameraman
I momenti di sbandamento, con accenni di rissa, sono dovuti piu' a scontri tra i manifestanti che con le forze dell'ordine, che per il momento stanno a guardare. Il nervosismo e' palpabile, e lo dimostra l'aggressione di due no global ad un cameraman, che a spintoni e a manate sulla telecamera e' stato costretto ad allontanarsi dal cuore della manifestazione. Ora, quasi per esorcizzare ulteriori incidenti, gran parte dei manifestanti si e' unita in coro per cantare l'Internazionale.

16.49 Bernocchi (Cobas): Una cinquantina i facinorosi
Sono "una cinquantina di facinorosi, che avevamo individuato fin dall'inizio ed isolato", i responsabili delle schermaglie che si sono verificate poco fa all'Aquila, al termine del corteo No-G8. E' quanto afferma il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi, uno degli organizzatori dell'iniziativa. Questo gruppo di persone, ha spiegato, si è radunato intorno allo striscione "Smash G8" e sarebbe composto "metà da italiani e metà da stranieri". Lo stesso Bernocchi ha dichiarato chiusa la manifestazione ed ha invitato i partecipanti a tornare ai pullman e alle loro città.
Dal palco improvvisato sul camion dei Cobas si susseguono inviti alla calma. "Compagni - ha scandito Bernocchi - ricordatevi che siamo a L'Aquila, non possiamo permetterci il minimo incidente. Abbiamo detto quello che dovevamo dire, ora la manifestazione è finita, andiamo a casa". A riscaldare gli animi e' stato pero' l'intervento di una manifestante, che ha annunciato alla piazza l'arresto di quattro attivisti che si recavano alla manifestazione, notizia pero' smentita dagli stessi organizzatori.

16.45 Si fronteggiano le diverse anime della manifestazione
Alla Villa Comunale de L'Aquila, all'incrocio tra via Federico II e via XX Settembre, va in scena lo scontro ideologico tra le due diverse anime del corteo anti G8 che, partito da Paganica, ha raggiunto dopo due ore e mezzo il capoluogo abruzzese. Una parte, largamente minoritaria, voleva scontrarsi con la Polizia che presidiava l'accesso storico. L'altra parte ha faticato non poco ad allontanare i piu' intransigenti, e fra questi molti stranieri, che cercavano lo scontro fisico. Sono volate bottigliette d'acqua, qualche ceffone, insulti, grida, strattonamenti. E quando la Polizia era sul punto di intervenire per riportare la calma il gruppo pacifico ha avuto la meglio ed e' riuscita ad allontanare i piu' scalmanati.

16.40 Qualche tensione all'ingresso della Zona rossa
Alcuni dei no-global, che hanno animato il corteo contro il G8, giunti alla Villa comunale dell'Aquila, hanno lanciato bottiglie di plastica contro lo schieramento delle forze di polizia che presidia l'ingresso al centro storico, off-limit. Il gruppo di manifestanti che tentava di entrare è stato respinto, in primo luogo, dallo stesso servizio d'ordine predisposto dagli organizzatori del corteo. In questo momento la situazione sembra meno tesa, anche se gruppi contrapposti continuano a tenersi d'occhio.
E' stato il servizio d'ordine dell'organizzazione della manifestazione ad allontanare il gruppetto di manifestanti che si era avvicinato pericolosamente al cordone di polizia. I funzionari della polizia di Stato sono rimasti assolutamente impassibili anche quando dal gruppetto delle persone che gridavano insulti, sono cominciate a volare bottiglie d'acqua verso gli agenti. Prontamente intervenuto, il servizio d'ordine dell'organizzazione ha allontanato il gruppo dei manifestanti riportando la calma.

16.40 Vicentini del "No Dal Molin" ringraziano comitati aquilani per l'appello lanciato a Obama
La rete che raggruppa i cittadini aquilani che si battono per una ricostruzione trasparente e partecipata e ha organizzato in questi giorni le proteste con lo slogan 'Yes we camp', si e' rivolta al presidente statunitense Obama per chiedere che venga fermata la costruzione della nuova base militare al Dal Molin. Lo si legge in una nota del Presidio Permanente Non Dal Molin che ringrazia cosi' gli aquilani, "non possiamo che ringraziare con il cuore coloro che, colpiti da un drammatico terremoto, avrebbero avuto molto da chiedere per se' e hanno chiesto qualcosa per Vicenza. La generosita' dei cittadini aquilani dimostra la forza delle relazioni comunitarie che si creano tra quanti, in ogni angolo d'Italia, si mobilitano per la democrazia, la partecipazione, la trasparenza. L'Aquila, grazie", conclude la nota.

16.30 Alla Villa Comunale l'applauso più grande è per Carlo Giuliani
Alla fine della lunga manifestazione no global, giunta dopo otto chilometri di marcia alla villa comunale de L'Aquila, l'applauso piu' grande e sentito di tutti i manifestanti e' per Carlo Giuliani, il giovane rimasto ucciso a Genova nel 2001 dopo gli scontri tra no global e polizia. "Siamo qui anche per lui - scandiscono i manifestanti dal camion che funge da palco improvvisato per alcuni interventi conclusivi - Carlo e' vivo e lotta insieme a noi". I manifestanti sono disseminati pacificamente nella vasta area del parco pubblico aquilano, cercando sollievo all'ombra e facendo la fila alle fontanelle. Blindato l'accesso al centro storico, che dista solo pochi passi da qui: nell'unica via d'accesso le forze dell'ordine hanno posto una grata mobile, dietro cui sono schierati in forze. Nessuna tensione comunque, neanche in questo punto: l'unico manifestante che sfida burlescamente i poliziotti e' un anziano hippy, barba lunga e torso nudo, che fa su' e giu' declamando inni di pace e suonando il flauto.

16.25 Momenti di tensione al varco della Zona rossa a causa di alcuni esagitati subito isolati
"Assassini, assassini": un gruppo di manifestanti si e' fermato dinanzi al cordone di Polizia all'imbocco della zona rossa di corso Federico II , alla Villa Comunale. Un gruppetto ha cercato anche di forzare il posto di blocco ma gli organizzatori hanno subito riportato la calma.

16.05 Il corteo è arrivato alla Villa comunale
Dopo circa tre ore di cammino, la testa del corteo dei manifestanti anti-G8 ha raggiunto la Villa Comunale dell'Aquila, destinazione finale della sfilata. Il corteo, a cui hanno partecipato alcune migliaia di persone, si é svolto senza incidenti. Prima dell'arrivo alla Villa, le forze dell'ordine hanno bonificato l'area eliminando tutti i possibili oggetti contundenti.

16.00 La testa del corteo arriva a destinazione. Nessun incidente
La testa del corteo No-global si sta avvicinando ai giardini comunali dell'Aquila, dove la manifestazione anti G8 si concluderà: finora tutto si è svolto pacificamente, nessun tipo di incidente. Il corteo è piuttosto sfilacciato e si snoda probabilmente per più di un chilometro lungo la strada statale 17 che collega la stazione di Paganica - e che passa in prossimità di alcune frazioni diventate simbolo del terremoto, come Onna, Paganica, Tempera - con L'Aquila. Davanti e in coda ci sono uomini e mezzi delle forze di polizia, mentre un elicottero della Polizia di Stato continua a sorvolare la zona. Nessun presidio particolare, invece, lungo il percorso e a sorvegliare i bivi e deviazioni varie ci sono soprattutto pattuglie della Polizia Municipale. Pochi gli aquilani che assistono alla marcia ai bordi della strada e poco numerosi anche quelli che prendono parte al corteo, composto soprattutto da manifestanti provenienti da altre città e pure dall'estero.

15.30 Secondo la questura solo duemila
I partecipanti alla manifestazione di protesta, secondo la Questura dell'Aquila, sarebbero poco più di 2.000. E' questo il dato - è stato riferito all'Ansa - che sarà comunicato al Ministero degli Interni. Finora tutto si è svolto in modo tranquillo.

15.05 Almeno in tremila fino ad ora alla manifestazione
Sono ormai almeno tremila i manifestanti che stanno dando vita ad un corteo contro il G8 da Paganica a L'Aquila. Il tragitto e' di almeno sei chilometri e la manifestazione si sta percorrendo in maniera spedita sotto lo sguardo vigile ma discreto delle Forze di Polizia.

15.05 Il corteo prosegue pacificamente. "Disordini? Altri tempi..."

E' un corteo colorato e pacifico, perfino silenzioso, quello che a passo svelto sta attraversando la campagna aquilana per giungere al centro del capoluogo abruzzese. Sono alcune migliaia i manifestanti e i temuti disordini, finora, non ci sono stati. Solo accenni di tensione interna al corteo per un gruppo considerato dal servizio d'ordine piu' facinoroso, ma la situazione non e' degenerata e le forze dell'ordine finora, ad un'ora e trenta dall'inizio della marcia, sono rimaste inoperose. Anche il temuto passaggio davanti al cantiere di Bazzano si e' svolto senza problemi tanto che uno dei promotori, fra il serio e faceto, sospira: "Disordini? Altri tempi...., ormai non lasciamo piu' neanche scritte con lo spray". E malgrado gli slogan bellicosi (contro il governo, il Pd, i 'fascisti'), gli striscioni e i volantini di sedicenti partiti marxisti-leninisti che evocano "l'ira anti imperialista", le uniche deviazioni dalla statale, su cui si snoda il corteo, sono per cercare un cespuglio.

15.00 Bonificata l'area della Villa Comunale, dove arriverà il corteo
I carabinieri, con l'ausilio dei vigili del fuoco, hanno bonificato tutta l'area della villa comunale de L'Aquila, dove tra un paio d'ore arriveranno i manifestanti partiti da Paganica. Tutti i sassi e i sampietrini sparsi sulle aiuole e lungo i viali sono stati rimossi, cosi' come i pezzi di legno delle panchine divelte dal tempo e dagli atti vandalici quotidiani. Sono stati controllati tutti i cassonetti dell'immondizia e portate via anche le colonnine di cemento che dovevano servire per delimitare gli ingressi della villa.

14.30 Davanti ai cantieri di Sant'Elia il corteo rallenta al motto "Case sì, ghetti no"
Il corteo dei manifestanti partito da Paganica (L'Aquila) sta passando davanti ai cantieri della new town di Bazzano, dove si stanno costruendo abitazioni a prova di sisma per accogliere gli sfollati aquilani. Una soluzione che non piace ai comitati aquilani che stanno protestando al grido di "Case sì, ghetti no". I lavoratori del cantiere si sono fermati ad osservare il corteo. Non si vedono forze dell'ordine a protezione dell'area. Dal cielo vigila un elicottero della polizia. Il serpentone del corteo No Global ha rallentato visibilmente davanti al grande cantiere di Bazzano. "Vergogna, vergogna" gridano i manifestanti rivolti al cantiere, e poi "case si', ghetti no. No alla speculazione". Un gruppo di manifestanti, comprese alcune delle "last ladies", hanno formato un cordone di sicurezza per evitare che parte del corteo forzi le grate di protezione del cantiere per una azione di protesta. Tutti gli operai si sono fermati a guardare i manifestanti, che li apostrofano con scherzose grida: "Lavoratori unitevi! Liberatevi dalla schiavitu'". Il massiccio contingente delle forze dell'ordine che era posizionato all'ingresso del cantiere ha cominciato ad arretrare, per evitare tensioni con i manifestanti, tensioni che era da piu' parti annunciate proprio al passaggio davanti al cantiere, ma che almeno finora non ci sono state.

Passa il corteo davanti al cantiere di Bazzano dove sta nascendo una delle new town annunciate, ma gli operai continuano a lavorare. Qualcuno alza la testa giusto per una sbirciata furtiva, un altro scatta fotografie, ma perlopiu' il corteo viene ignorato. Tanto che qualcuno pensa ironicamente che gli operai siano agenti della Digos travestiti. A nulla valgono gli slogan di sempre, prima contro la Protezione civile poi le canzoni del repertorio comunista: Bandiera rossa, Bella ciao, l'Internazionale. Gli abitanti osservano il corteo da dietro ai vetri delle finestre, finestre ermeticamente chiuse. Quasi a non voler far uscire nemmeno un suono che possa esserne interpretato come vicinanza. Al corteo, nella parte finale, hanno trovato posto manifestanti inglesi, tedeschi, francesi. I baschi mostrano orgogliosamente uno striscione dell'Eta. Una mesta orchestrina intona "Addio Lugano bella", una delle canzoni piu' famose degli anarchici, presto sostituita da una tammurriata nera.

14.10 Tensione per colpa di uno striscione
Momenti di tensione si sono avuti poco fa, durante il corteo dei No-global che sta proseguendo verso L'Aquila, tra gli organizzatori e un gruppo di giovani che espongono uno striscione con una scritta "Smash G8" firmato da Tikb, che è il Partito comunista turco, che raffigura anche il simbolo della falce e martello con un mitra in mezzo. Gli organizzatori della Rete nazionale Go-g8 hanno discusso con i giovani che sostenevano il cartello, chiedendo la sua rimozione, ma alla fine si è raggiunto un compromesso e il cartello è rimasto al suo posto, senza con questo che si sia verificato alcun incidente. Il corteo prosegue regolarmente tra slogan e cori, intervallati da tamburi e fischietti.

13.30 Con alla testa lo striscione "Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani" è partito dalla stazione di Paganica (L'Aquila) il corteo di protesta organizzato dalla rete nazionale contro il G8. Circa un migliaio i partecipanti. A reggere lo striscione iniziale, anche alcuni rappresentanti dei vigili del fuoco, tra le categorie più impegnate per il terremoto. Nel corteo sono presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale. 

Lungo le strade che saranno attraversate dal corteo dei manifestanti per raggiungere la Villa Comunale dalla stazione di Paganica, c'é il massimo presidio delle forze dell'ordine. I controlli sono stati intensificati anche nei cantieri in cui sono in costruzione gli alloggi del progetto Case, a Bazzano. Tutte le operazioni vengono controllate sui monitor e sui computer (in tutto oltre 200) installati nel prefabbricato della Questura dell'Aquila all'interno della caserma Rossi degli Alpini. Al momento, nella sala operativa interforze vi sono oltre 70 persone per lo svolgimento delle operazioni di controllo. Sono, presenti, tra gli altri, il questore dell'Aquila, Filippo Piritore, il comandante del compartimento della Polstrada, Antonio Cavere, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Amedeo Specchia, e il funzionario della Protezione civile Luigi D'Angelo, oltre a dirigenti e funzionari della Guardia di Finanza del Corpo Forestale, dei Vigili del Fuoco, dei Vigili urbani e dell'esercito. Al momento non è stato segnalato alcun incidente.

''Il Pd e la Cgil hanno boicottato la manifestazione dei no global a L'Aquila: e' l'accusa lanciata dal portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi, che punta l'indice contro il Partito Democratico. "Hanno detto ai negozianti di chiudere i negozi perche' sarebbero arrivati i barbari. Pd e Cgil tante volte hanno detto che questa manifestazione non si doveva fare. Ora non ci possiamo lamentare se tanti degli appartenenti al movimento hanno disertato". Bernocchi dice poi che la volonta' dei manifestanti e' pacifica, ma sottolinea anche il rischio di possibili infiltrazioni perche', conclude, "chi vuol essere protagonista per cinque minuti si trova sempre".

''In questo G8 si assiste ad un paradosso: i responsabili della distruzione si fanno garanti della ricostruzione". Questo il commento che Marco Ferrando del Partito comunista dei lavoratori ha espresso dalla manifestazione dell'Aquila.

"I terremotati sono stati usati come merce e propaganda dai cosiddetti Grandi del mondo che spendono un sacco di soldi per vertici come questo in cui non si risolvono certo i problemi". E' la denuncia dell'esponente di Rifondazione comunista, Giovanni Russo Spena, presente a Paganica dove si stanno raccogliendo i manifestanti del corteo anti-G8. Secondo Russo Spena, "da questa crisi si può e si deve uscire da sinistra e non da destra. Con la manifestazione di oggi vogliamo contestare il G8 insieme agli sfollati dell'Aquila che cercano solo una cosa: una ricostruzione a misura di persona e non di essere usati - ripete - come propaganda per i grandi del mondo".

"Chiediamo due cose: che la ricostruzione dell'Aquila avvenga ascoltando la popolazione colpita, non che Bertolaso decida sulla testa della gente; vogliamo inoltre che non siano i leader mondiali riuniti nel G8 che hanno provocato la crisi a decidere come uscirne". Lo ha detto il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, alla stazione di Paganica (L'Aquila) dove si stanno radunando i manifestanti che parteciperanno al corteo di protesta nel capoluogo abruzzese. La manifestazione, ha spiegato Ferrero, "sarà pacifica, vogliamo soltanto manifestare il nostro dissenso: siamo qui a mani nude, armati solo della volontà di cambiare".

Attimi di tensione quando e' stato srotolato uno striscione del Partito Comunista turco il Tikb con una falce e martello e un mitra disegnato sopra con su scritto "Smash G8". Un gruppo di manifestanti ha cercato di far togliere lo striscione ma alla fine, dopo qualche spintone e insulti in varie lingue, i rappresentanti del partito comunista turco hanno guadagnato la coda del corteo.

Epicentro solidale  espone lo striscione con scritto "Una sola grande opera, ricostruire L'Aquila dal basso". Ci sono anche, piu' sparuti, gli "Aquilani contro il G8", che inveiscono contro i movimenti di sfollati che non hanno aderito, a partire dal "Tre e trentadue", bollato come "servo del Pd".

 Alcuni manifestanti indossano il tipico caschetto d'obbligo nelle visite alle zone terremotate, "l'unico modo per rientrare a casa, perche' della Protezione civile non ci fidiamo". In corteo anche due vigili del fuoco di Verona, in divisa e casco d'ordinanza: "Il governo faccia qualcosa per la prevenzione - spiegano non dobbiamo essere sempre noi gli eroi. Maroni mantenga le promesse e stanzi fondi per altre 15 mila unita', ce lo chiede l'Europa". E dal camion dei Cobas che guida la manifestazione, dopo gli ormai 'classici' Bob Marley e Manu Chao, risuonano le note dei canti tradizionali abruzzesi.

 

L'immagine è tratta da Repubblica.it


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