''Con il federalismo fiscale il Sud colmerà il gap con il Nord''

Fitto rassicura le regioni, governatori preoccupati

20 Agosto 2008   11:45  

Con il federalismo fiscale, anche le regioni a statuto speciale saranno chiamate a fare la loro parte. I criteri di specialità di alcuni territori - dice il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto in un'intervista a Italia Oggi - dovranno essere rivisti secondo modelli più attuali". Il governo non farà alcun "intervento a gamba tesa", ma se le Regioni autonome "dovessero arroccarsi sui propri privilegi, commetterebbero un errore". Secondo Fitto, "il Sud non deve temere il federalismo fiscale perché realizzerà quella rivoluzione culturale di cui le regioni meridionali hanno bisogno per colmare il gap con il Nord". E quanto ad alcune preoccupazioni emerse circa la gestione della perequazione, Fitto risponde che essa "spetta allo Stato, dice la Costituzione. E in questo il ddl non può porsi in contrasto alla Carta fondamentale: deve essere lo Stato a gestire il fondo perequativo, così come a garantire i livelli essenziali delle prestazioni nella sanità, nella scuola e nell'assistenza". E circa i tempi di attuazione, Fitto afferma che essi "non saranno lunghi se il Parlamento, come accadrà, approverà il ddl entro l'anno".

Il ministro alla Semplificazione Calderoli, al giornale La Padania, circa la bozza sul federalismo fiscale consegnata al ministro dell'economia Giulio Tremonti, afferma che è "aperta a qualunque tipo di contributo", oltre a quelli già arrivati da enti locali, Regioni e future città metropolitane. E "fino ad ora nessun amministratore del Sud ha sollevato obiezioni". "Nessuno sta tirando il freno", dice Calderoli sostenendo di aver "guardato a questa riforma dalla prospettiva di una regione meridionale. Perché - spiega - lo so bene che se non ho con me il meridione, il federalismo non passa. Per questo preferisco una riforma più soft piuttosto che niente". Quanto all'iter, Calderoli annuncia che, dopo l'arrivo delle tabelle della Finanziaria il 15 settembre, il testo arriverà al Consiglio dei ministri, quindi alla Conferenza Stato-Regioni e al Parlamento. Ma, avverte Calderoli, nessuno provi a fare il "Gattopardo pensando di cambiare tutto per non cambiare nulla", poiché "non è più possibile giocare sul debito pubblico": "Già oggi abbiamo 13 regioni che spendono più di quanto incassano e 6 sono sotto osservazione per i buchi di bilancio". Il rischio bancarotta, dice poi il ministro leghista, "non ci sarà domani con il federalismo, ma oggi con il centralismo". E sul periodo transitorio di applicazione della riforma, aggiunge, "personalmente sarei molto flessibile: l'importante è partire".

Sono allarmati, tuttavia, i presidenti delle Regioni, "se ci penalizzano ricorreremo alla Consulta" dice il presidente della Calabria, Agazio Loiero, in un'intervista al 'Gazzettino', esprimendo preoccupazione per il 'cantiere federalista' aperto dal governo e gestito dal ministro Calderoli. "Ho letto che Bossi minaccia soluzioni 'piu' sbrigative se il federalismo non si fa - sottolinea Loiero - Credevo che ribellismo e brigantaggio fossero appannaggio del Sud, invece ora ci pensa il Nord florido e opulento. Posso solo segnalare al Nord più colto e riflessivo - prosegue - che tante magagne del Mezzogiorno e i troppi sprechi non costituiscono ragione sufficiente per disfarsene e lasciarlo navigare verso la vicina Africa". Il presidente della Regione Calabria ricorda che tre anni fa "il referendum fece piazza pulita e contro la 'devolution' votarono nel Mezzogiorno anche gli elettori del centrodestra". E avverte: "Questa volta, se saremo penalizzati, potremo almeno ricorrere alla Corte Costituzionale". Ma An farà passare un federalismo penalizzante per il Sud? "Vedo qualche vagito di protesta - risponde Loiero - D'altra parte: a Berlusconi la giustizia, alla Lega il federalismo. Nella spartizione del bottino elettorale An è rimasta finora a bocca asciutta".


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