Concorsone, i precari del Comune in sit-in: "Abbiamo studiato sul campo, non vogliamo il concorso"

05 Settembre 2012   16:35  

"Abbiamo lavorato senza orari, abbiamo lavorato in un momento difficilissimo per la città, ci siamo dati da fare, a disposizione del sindaco e della città e ci ritroviamo con un pugno di mosche. Chi verrà dovrà riniziare da capo, il nostro bagaglio di esprienze è impagabile.”

A parlare ai microfon è una dei precari del Comune dell'Aquila, che negli ultimi tre anni ha lavorato alla ricostruzione. Ormai sono pronti a tutto, nonostante, a quanto sembri, non c'è più uno spiraglio.

Il bando dovrebbe essere pubblicato già la prossima settimana, ad occuparsi di tutto, anche e soprattutto della correttezza legislativa è il Ministero della Funzione Pubblica.

I precari, sono tutti precari, ma non sono tutti uguali. Quellii che manifestano sono quelli del Comune dell'Aquila. 

I precari hanno lavorato tutti duramente,  alcuni hanno avuto la "fortuna" di poterlo fare, grazie a chiamate dirette, che mai potrebbero giustificare una stabilizzazione.

Poi ci sono quelli che il concorso, per laureati, e ad esami lo hanno già fatto nel 2009 rispondendo ad un bando pubblico per posti a tempo determinato. Sono il personale convogliato, da aprile di quest’anno, in un unico ufficio, denominato Ufficio Coordinamento Ricostruzione (U.C.R.), voluto dal Governo come struttura stabile destinata ad affrontare, nel lungo periodo, i complessi problemi della ricostruzione.

Sostanzialmente i precari del Comune dell'Aquila, riuniti in sit in Via Avezzano, chiedono di essere stabilizzati senza fare concorsi.

"Abbiamo studiato sul campo, non sui libri - spiegano- abbiamo esprienza, sappiamo i meccanismi, le difficoltà. Chi arriva da fuori va istruito, arriveremmo al fermo della ricostruzione."

Nel comune dell’Aquila sono circa 140 i precari, in tutto sono circa 600.

"Cerchiamo la concertazione, cerchiamo di ritardare l’uscita del bando che penalizzerà tutti - spiega un precario- Questo 50% di posti riservati non ci tutela, vogliamo il 100%. Abbiamo sacrificato la nostra vita, abbiamo viaggiato, abbiamo vissuto il terremoto abbiamo il diritto di riprenderci questa città."


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