Condanne per malagestione Perdonanza celestiniana

La Corte dei conti non perdona

26 Febbraio 2008   13:54  
Papa Celestino V diffuse nel mondo il messaggio del perdono e della riconciliazione.
La Corte dei Conti invece non è stata clemente con i responsabili della disastrosa gestione della Perdonanza celestinana nel periodo 2002-2004, e ha condannato a risarcire i cittadini e il Comune dell´Aquila del danno economico determinato, pari a ben due miloni di euro, a cui si sono aggiunte figuracce internazionali come il mancato conferimento dei Premi per la Pace in denaro al vescovo di Sarajevo Vinko Puljic e all’alto commissario Onu in Iraq Sergio de Mello.
L´ex- direttore dell´Istituzione Perdonanza Michele Gentile dovrà risarcire al Comune dell’Aquila 600 mila euro. Il collegio, presiduto dal presidente della Corte Gian Giorgio Paleologo, ha ritenuto la condotta di Gentile, si legge nella sentenza, "contraddistinta dalla massima trascuratezza, negligenza e spregio per ogni osservanza del diritto". Michele Gentile era già stato condannato nel giugno 2007 dal Tribunale dell´Aquila a due anni e sei mesi di reclusione per peculato e falso materiale.
Seconda condanna è stata inflitta all´ex-assessore alla cultura della giunta di centro destra Pierluigi Tancredi, che dovrà invece sborsare 200mila euro. Fu Tancredi, secondo la Corte dei conti, a offrire un “ombrello” politico alla malagestione della Perdonanza.
Pene pecuniarie minori infine all´ex-presidente dell’Istituzione Perdonanza Antonio Cicchetti, quantificata in 25 mila euro, e ai revisori dei conti Riccardo Vespa, Francesco Stringini e Vincenzo Merlini, che dovranno pagare 10 mila euro ciascuno. Dalla vicenda è stata tirata fuori completamente la Carispaq. Con questa sentenza si mette quasi la parola fine, manca infatti ancora il passaggio in appello, ad una vicenda davvero amara per la città di papa Celestino.
TF

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