Conferenza episcopale Abruzzo e Molise, i bambini vittime di logiche di mercato

17 Novembre 2016   10:51  

 "I bambini vittime delle logiche di mercato. Troppe menzogne, educhiamoli a riconoscere la verita'".

Questo l'appello dei vescovi della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana, attraverso il loro delegato per la cultura e le comunicazioni sociali, mons. Angelo Spina, col quale hanno sollecitato il Corecom e l'Agicom, gli organismi preposti al controllo, a mettere in atto strategie efficaci per rispondere all'attuale esigenza educativa.

La Ceam in un recente incontro con i vertici di questi organismi avvia una collaborazione, una serie di 'iniziatio'. "Viviamo in un mondo delle immagini e di messaggi continui attraverso i diversi mezzi di comunicazione - scrive mons. Spina - tanto che tutti noi siamo associati alla 'generazione 2.0.' Noi vescovi siamo coscienti delle potenzialita' dei mezzi di comunicazione sociale, dell'influsso che esercitano sulle persone, con tutte le luci e le ombre che proiettano.

Educare i bambini, e con loro gli adulti, al coraggio della verita' disinteressata. Esattamente il contrario di cio' che ha fatto finora e continua a fare il sistema massmediale, che forma alla menzogna e all'interesse.

E' con questa convinzione e questo auspicio che bisogna insistere nella promozione di una 'rivoluzione culturale' che sappia porre al centro di ogni forma di comunicazione la persona, assolutamente prima delle regole del mercato.

Ancor prima di essere e di considerarci consumatori, impegnati nella difesa dei propri interessi - afferma il vescovo - e' necessario che tutti, uno per uno, e l'intero sistema massmediale, ci si convinca che alla base c'e' una moltitudine di persone, ognuna diversa, per formazione, educazione, identita', cultura, sensibilita', condizionamenti e paure.

E che ogni persona merita di essere rispettata e non considerata 'target' di un messaggio che anteponga lo scopo del 'vendere' alla relazione. Relazione vuol dire confronto, crescita culturale e sociale, personale e comunitaria, condivisione culturale, conoscenza dei limiti, dei condizionamenti e della manipolazione.

Vorrei sottolineare l'importanza del rispetto delle leggi in materia pubblicitaria, soprattutto impedendo l'affollamento pubblicitario e obbligando alla riconoscibilita' della pubblicita', che deve essere nettamente distinta dai contenuti editoriali. I bambini in particolare, fino all'eta' dei tre anni vanno totalmente salvaguardati e difesi dall'invadenza televisiva e della pubblicita' nei programmi a loro dedicati, perche' possono interferire negativamente con lo sviluppo del linguaggio e dell'intelligenza senso-motoria propria delle prime fasi dello sviluppo.

I ragazzi - prosegue il prelato - vanno educati a decodificare la pubblicita' e i suoi fini per essere protagonisti delle proprie scelte, attraverso il pensiero e la ragione e non lasciati succubi dell'automatismo decisionale, tipico del consumatore, basato sulla sola emozionalita'.

Ragazzi e ragazze sono perfettamente capaci di distinguere il bene dal male, cio' che serve dall'inutile, cio' che e' positivo da cio' che e' negativo, se educati ad interrogarsi, a non fidarsi solo degli stimoli visivi e uditivi, ad esercitare la critica della realta'".

Per monsignor Spina "E' necessario chiamare al confronto e all'impegno su questi temi tutti per cambiare cultura e linguaggio.

Un appello particolare e' rivolto al mondo accademico ed universitario perche' e' necessario studiare ed approfondire i temi che legano le neuroscienze alla pubblicita', ancora oggetto di pochi ed autonomi studi scientifici slegati dal mercato". 


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