Confindustria Abruzzo:

14 Gennaio 2008   13:59  
La situazione ricorda quella di un contadino che ogni anno semina il suo campo ma poi ha un magro raccolto per colpa della grandine. La metafora è del presidente di Confindustria Abruzzo Calogero Marrollo, i contadini sono gli imprenditori abruzzesi, la grandine, spiegano gli stessi industriali, sono i ritardi della politica, la burocrazia inefficente ed elefantiaca, la pressione fiscale, la mancanza di infrastrutture. I costi della politica insomma, termine inteso non solo come costi diretti, ma anche come danno procurato dall´incapacità di risolvere i problemi, assumersi responsabilità, di pensare a lugo termine con strategie efficaci. I dati socio-economici confermano la preoccupazione degli industriali: nel 2007 il pil in Abruzzo è crescito dell 1%, cioè meno che nel resto d´Italia la cui media, anch´essa non esaltante è dell 1,8%. E si registra poi un alto tasso di mortalità delle aziende abruzzesi non compensate da nuovi insediamenti. Un dato questo che più di altri fotografa la difficoltà a fare impresa in Abruzzo. Bene solo le esportazioni ma anche qui, avverte Confidustria, occorre aumentare la competitività ed investire in ricerca, per consolidare il risultato in un contesto globale sempre più insidioso e precario. La priorità è riunscire a spendere - aggiunge Marrollo - gli 1,2 miliardi euro stanziati, ma dei quali solo il 20% è andato in appalto, e non assumere ancora negli enti pubblici, il cui personale è di gran lunga in esubero. Lunedi a Teramo le richieste della Confindustria saranno ribadite dal presidente nazionale Luca Cordero di Montezemolo. Filippo Tronca

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