''Confindustria dovrebbe studiarsi nuova direttiva europea sulla VIA''

02 Febbraio 2012   16:49  

''La Confindustria e altre sigle si sono scatenate contro le norme che ho fatto inserire nella Finanziaria regionale in materia di cave e pubblicità della Valutazione di Impatto Ambientale. Marramiero è giunto a definirle "abominevoli", dimostrando tra l'altro con le sue affermazioni di conoscere davvero poco la materia.

In altro momento tornerò sulla questione delle cave, ma intanto vorrei segnalare il testo della nuova direttiva europea sulla VIA che dà ulteriore impulso proprio a quella trasparenza e partecipazione di cui l'Abruzzo è sempre stato carente e che le mie norme hanno cercato di implementare.

Ciò che in Abruzzo appare come una abominevole novità frutto della mente distorta di Maurizio Acerbo in realtà rappresenta la normalità nei paesi dell'UE e anche in molte regioni italiane.

Consiglio a Confindustria Abruzzo e ai sostenitori delle sue posizioni corporative e obsolete un pò di sano studio delle fonti e forse capiranno perchè la Germania è la locomotiva dell'economia europea mentre la nostra regione è piena di buchi, siti inquinati, scempi ambientali e urbanistici nonchè di inchieste giudiziarie che fotografano una eccessiva "vicinanza" tra affari e politica.

L’Europa tanto citata quanto poco studiata da Confindustria impone di “garantire il diritto di partecipazione del pubblico alle attività decisionali in materia ambientale, per contribuire a tutelare il diritto di vivere in un ambiente adeguato ad assicurare la salute e il benessere delle persone”.

Forse la Confindustria nostrana punta su un modello di sviluppo come quello della Somalia o di altri paesi africani, non certo verso il nord-Europa. Infatti la nuova direttiva introduce modifiche abbastanza sostanziali soprattutto nella direzione del rafforzamento della partecipazione del "pubblico interessato" (diverso da "pubblico" semplice).

Sostanzialmente a tutti i cittadini deve essere riconosciuta l'attuale forma di trasparenza e partecipazione (accesso atti, osservazioni ecc.).

Poi esiste il "pubblico interessato" che addirittura può dare "pareri" e che deve essere coinvolto nelle fasi preliminari come prevedono le “abominevoli” norme di Maurizio Acerbo. L’UE definisce “pubblico interessato” il “pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure.

Ai fini della presente definizione, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano i requisiti di diritto nazionale si considerano portatrici di un siffatto interesse”.

In Abruzzo invece si è fatto per anni spazio al “privato interessato”, alle varie ecosfere che hanno goduto della complicità e del silenzio di una Confindustria che non ha mai levato la sua voce per chiedere regole certe, trasparenza e partecipazione.

 


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