Congresso Pdl a Teramo: la mozione del candidato coordinatore Paolo Tancredi

27 Febbraio 2012   11:13  

Congresso Pdl Teramo: la mozione del candidato Coordinatore Paolo Tancredi e dal candidato Coordinatore Vicario Valeria Misticoni.

''Cari amici, il Popolo della Libertà, di cui siamo rappresentanti, in questa sede, in particolar modo, come candidati alla gestione del Coordinamento provinciale, ci esorta oggi, con l'inizio della stagione congressuale, ad una fase di rinnovamento, o meglio ancora di consolidamento, chiamandoci tutti - dirigenti, attivisti, simpatizzanti ed elettori - a condividere un'identità comune, di cui oggi, ancor più di tre anni fa, il paese ha un forte bisogno.

La grande intuizione politica di Silvio Berlusconi non può dipendere dalla volatilità della contingenza di una stagione politica; un grande contenitore, che sia la casa comune di tutti i moderati che si contrappongono alla sinistra è il grande progetto che abbiamo il dovere di portare avanti oggi più di allora.

Quella stessa identità che, prevalendo sulle spinte centrifughe, già prima della nascita del PDL, soprattutto in questa provincia, aveva condotto due forze politiche diverse - Forza Italia e Alleanza Nazionale - a dotarsi di una volontà condivisa, il cui amalgama era ed è quello spirito liberale e democratico che informa di sé il nostro partito, tanto nella struttura, quanto nei programmi, che abbiamo realizzato e che intendiamo migliorare, con rinnovata forza ed efficacia.

Un'alleanza forte e solida, fondata sul rispetto e sulla convergenza, sull'apertura al confronto e sulla condivisione dei progetti e delle scelte: è questa l'alleanza che anche oggi rinnoviamo con il Gruppo ex AN, in un percorso che vogliamo proseguire, non solo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, ma soprattutto per poter garantire continuità e stabilità alle Amministrazioni, facendo crescere consensi e fiducia nell'elettorato.

Allo stesso modo va portata avanti l’apertura alle alleanze sia con le forze politiche naturali nostre alleate, Unione di Centro e Liberal Socialisti, forze con le quali abbiamo conseguito grandi successi e con cui stiamo amministrando in modo eccellente tante realtà territoriali, e l’attenzione alle realtà civiche decisive per intercettare il consenso sul territorio. Un grande partito come il nostro non può e non deve illudersi di controllare ed egemonizzare alleanze che siano esse politiche o civiche ma deve avere l’autorevolezza per essere punto di riferimento e di equilibrio di tali alleanze.

Il Coordinamento provinciale valorizza, oggi, con la stagione congressuale, la sua originaria funzione, tesa a costruire e consolidare i valori e i principi del partito sul territorio, contribuendo a rafforzare una maturazione ed una crescita collettiva, da cui trae origine quel confronto essenziale sui contenuti, sui progetti, sulle esperienze concrete di tutti coloro che, con senso di responsabilità e determinazione, si sono impegnati fattivamente per dar voce e risposta alle esigenze che provengono dal nostro territorio.

Nella Regione Abruzzo ed in particolare a Teramo, la forza del PDL trova evidenza a diversi livelli di governance territoriale - nell'amministrazione provinciale, in 24 Comuni , nella Giunta, nel Consiglio e nella Presidenza regionale.

Ecco, crediamo che proprio questa nostra forza sia essenziale alla rigenerazione e al rilancio del nostro partito e siamo convinti che proprio partendo dalla base, riusciremo a trarre nuova linfa per dar vita ad una rinnovata organizzazione, che coinvolga il più possibile i cittadini nei processi di formazione delle politiche pubbliche, restituendo alla comunità civile la possibilità di incidere attivamente sulle scelte che ricadono, concretamente, sulla vita quotidiana di tutti. E' anche questo il senso del congresso di oggi, una grande opportunità democratica che, attraverso le scelte e i contributi di quanti hanno a cuore davvero il bene comune, conduca, passo dopo passo, alla realizzazione di un progetto condiviso.

La politica locale, d'altra parte, rappresenta un tema sempre più centrale nei processi di trasformazione dei sistemi politici. E il rischio dell'autoreferenzialità, tanto dell'amministrazione quanto della politica, non può che ridursi diffondendo una diversa cultura di partecipazione che, da una parte induca la classe dirigente ad ascoltare direttamente la voce del territorio e, d'altra parte, stimoli nel territorio vitalità, confronto, coinvolgimento e impegno collettivo.

E' con la collaborazione delle principali forze sociali, culturali ed economiche della Regione che vogliamo individuare meglio gli obiettivi e le priorità per lo sviluppo regionale. E' attraverso l'ascolto e la capacità di proposta che vogliamo continuare a crescere. Nella convinzione che l'individuazione di percorsi condivisi, di partecipazione e aggregazione, possa restituire fiducia e legittimità ad una classe dirigente, che non si inventa, ma si costruisce, che non è avulsa dalla comunità territoriale, ma in essa è perfettamente integrata, conoscendone le difficoltà, le speranze, i vizi e le virtù.

Perché una classe dirigente capace, si forma non solo nei luoghi di studio, ma soprattutto nei processi quotidiani della realtà, nei luoghi del dibattito e della decisione, della riflessione e della partecipazione, luoghi in cui vive e si sviluppa l'impegno per realizzare quella molteplice progettualità, fondata su valori riconoscibili e condivisi.

Può uscirsi dall’empasse storica che ci vede protagonisti soltanto recuperando aderenza e interazione tra politica e comunità, promuovendo la cultura d’impresa - stimolo essenziale alla crescita e all’innovazione - ampliando gli orizzonti culturali, ritrovando lungimiranza e capacità di innovazione.

Da questo punto di vista la crisi globale, sotto il profilo economico, ma anche ideologico e culturale, deve diventare un’opportunità per riflettere, per restituire valore ai contenuti e alle competenze, per sviluppare anche una diversa capacità di comunicare, di fare rete, di amministrare, in risposta ai bisogni concreti dei cittadini.

Attivare un nuovo ciclo per poter disporre di un serbatoio di persone competenti e responsabili, superando meccanismi arcaici e polverosi significherà saper cogliere la sfida del cambiamento. Solo così, riusciremo ad interpretare i mutamenti sociali più profondi, a non deludere l'aspettativa e la domanda di governo che i cittadini ci pongono, esprimendo al meglio il valore di un sistema capace di produrre coerentemente azione e pensiero.''


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