Dopo la Casa dello studente riflettori della Procura puntati sul Convitto nazionale di corso Principe Umberto, dove il sei aprile morirono tre ragazzi. Le responsabilità sarebbero di due persone, tanti gli avvisi di garanzia che - stando alle parole del procuratore della Repubblica Alfredo Rossini - saranno inviati a breve. Top secret naturalmente le identità dei due, così come riservate restano quelle delle 12 persone indagate per il crollo della Casa dello studente, alle quali a due giorni dall'annuncio ancora non vengono recapitati gli avvisi di iscrizione nel registro degli indagati. Medesime le ipotesi di reato: omicidio colposo e disastro colposo. Quasi duecento i fascicoli aperti su altrettanti edifici il cui crollo è sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. Intanto parlano anche i legali delle famiglie delle vittime della residenza universitaria di via XX Settembre, dai sopralluoghi effettuati dai loro consulenti è emerso come la scala antincendio fosse non attaccata bene alla struttura. Inoltre avrebbero rilevato le tracce di due travi sottodimensionate nel solaio del piano terra, che ora non c'è più. Questo stando alle parole dell'avvocato Marino Marini; stamani in Procura a L'Aquila anche un altro dei legali delle vittime, l'avvocato Simona Giannangeli.

(MS)

ROSSINI, RESPONSABILITA' PENALI ANCHE PER LESIONI
"Un altro aspetto interessante sotto il profilo delle responsabilita' penali sui crolli degli edifici del 6 aprile, riguarda quello delle lesioni che possono anche configurarsi, oltre quella materiale, sotto il profilo della malattia causata dallo stress" . Lo ha affermato stamani il Procuratore capo della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, rispondendo ai giornalisti che chiedevano informazioni sui reati penali che gli indagati si troveranno a rispondere. "Le persone che non sono morte ma che da questa situazione hanno riportato conseguenze legate allo stress, considerato dalla giurisprudenza una malattia a tutti gli effetti."

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