Cooperazione: Regione inaugura in Costa d´Avorio ospedale di ost

20 Aprile 2007   12:41  
Ad Anyama, in Costa d´Avorio, per la prima volta i bambini nascono in ospedale, tra quattro solide mura, e non più in antigieniche capanne o, alla peggio, in mezzo a strade sterrate. Ad Anyama, le donne cominciano a conoscere il significato del parto assistito, delle cure più semplici, della prevenzione. Quei camici bianchi evocano ora solo protezione. C´è ancora molta strada da fare per abbattere la diffidenza di chi, da sempre, è abituato a contare solo sulle proprie forze e sulla volontà del destino. Per i medici abruzzesi di "Progetto Afrique" quell´ospedale, sorto in mezzo alla sabbia, è, però, un sogno che si realizza. Ci lavorano dal 2001, sull´idea, e domani, sabato 21 aprile, la piccola comunità ivorese assisterà all´inaugurazione ufficiale della struttura sanitaria. Anyama è un centro che conta 300mila abitanti e dista una ventina di chilometri da Abijan, capitale economica della Costa d´Avorio. E´ una realtà in continua crescita, ma che risente ancora oggi della guerra civile, iniziata nel 1999, che ha impoverito lo Stato. Lì manca di tutto, anche il minimo per sopravvivere. L´indisponibilità di un semplice antibiotico o un´emorragia da parto sono causa di morte. La speranza di vita per quelle popolazioni è di appena 48 anni. Quando il professor Gaspare Carta (ordinario di Ostetricia e ginecologia all´Università dell´Aquila e direttore del reparto di Ginecologia dell´ospedale di Avezzano) e il dottor Pietro Iovenitti (anche lui, al tempo, sanitario ad Avezzano) hanno deciso di portare un po´ di luce in quella parte dell´Africa, c´era tutto da fare. Scegliere un sito, fare il progetto, realizzare di sana pianta l´edificio, dotarlo di macchinari e personale medico, formare professionalità in loco. Sorretti dall´appoggio delle Piccole suore della carità di don Orione, da tempo attive nella zona nell´assistenza di malati, handicappati e bambini di strada, i due promotori hanno cercato appoggi, trovandoli nella Regione e nella Provincia dell´Aquila, nella Fondazione Carispaq, in alcuni Comuni e in molti altri volenterosi italiani e anche stranieri. L´ospedale a indirizzo ostetrico-ginecologico che ne è venuto fuori è costato strutturalmente "quanto un appartamento in centro" (circa due miliardi delle vecchie lire). E´ dotato di una sala travaglio, una sala parto, due sale operatorie, un´isola neonatale e 40 posti letto, un centro poliambulatoriale (oculistico, internistico e odontoiatrico), un reparto per i malati di Aids, altra piaga del territorio, di una radiologia e di un laboratorio analisi. Di fatto, facendo assistenza tout-court, l´ospedale ha preso ad operare qualche mese fa. In poche settimane ha già garantito circa 200 consultazioni, 30 parti e diversi interventi chirurgici. Alcuni medici aquilani, tra i quali lo stesso Iovenitti e Franco Pizzirani, hanno letteralmente mollato la loro occupazione in Abruzzo per trasferirsi con il loro bagaglio di esperienze e competenze ad Anyama. Un´opera, comunque, non solo sociale, ma anche didattica. In questo ambito sarà decisivo il contributo del rettore dell´Università dell´Aquila, Ferdinando Di Orio, che con slancio ha aderito all´iniziativa, e che ha promesso di interessarsi personalmente per l´istituzione di una Scuola per la formazione di personale paramedico locale. Domani, a rappresentare l´ateneo aquilano ci sarà il professor Carta. Ma ci saranno anche il ministro della Sanità ivorese e le maggiori autorità del Paese. E´ questo uno dei progetti umanitari nell´Africa sud sahariana che vede coinvolta la Regione e in prima persona il presidente del Comitato per la cooperazione internazionale, Gianni Melilla, e l´assessore regionale al Bilancio, Giovanni D´Amico. Nel 2006 l´amministrazione ha concesso un contributo di 50mila euro. "Quello della salute materna - ha motivato Melilla - è un problema molto avvertito in Africa. Si pensi che muore una donna ogni minuto per cause legate alla gravidanza o al parto. Facendo i conti, muoiono 1.400 donne ogni giorno; 500mila l´anno. Mentre in Europa e Nord America muore una donna ogni 3.700 per questi problemi, in Africa il rapporto è di una ogni 16. Mezzo milione all´anno i bambini orfani, metà dei quali muoiono prima del secondo anno di età. Nel Mondo, inoltre, il 62% delle donne partorisce con assistenza, il Italia il 99%, in Africa solo il 30%. Grazie alla sensibilità del presidente della Regione, Ottaviano Del Turco - aggiunge Melilla - siamo stati vicini alle missionarie di don Orione e lo saremo anche nelle due prossime annualità. Non escludo, in estate, una mia visita all´ospedale di Anyama".

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