Coronavirus, David Sassoli Il presidente del Parlamento europeo, "E' ora di osare"

19 Marzo 2020   09:36  

“Ogni paese può derogare al Patto di stabilità fino al 20 per cento del proprio pil, e infatti la Germania ha deciso di attivare 550 miliardi, l’Italia 350, la Francia 300, la Spagna 200”. Così parla David Sassoli, presidente del Parlamento europeo in un’intervista a Il Foglio, dichiarando che “i paesi membri dell’Unione adesso sono nelle condizioni di poter spendere” e pertanto “devono spendere” perché “in Europa è tutto cambiato per effetto del coronavirus”.

 E nel citare Jean Monnet, Sassoli dice: “L’Europa si fa con le crisi. Non bisogna augurarsele, ma è lo stato di necessità che consente di superare le barriere nazionali”. Quindi,niente più vincoli di bilancio, ossessioni da rapporto deficit/pil, regole sugli aiuti di stato, perché “quello è il mondo di ieri e il presidente dell’Aula Ue garantisce che “questa crisi non sarà affrontata come la grande crisi del 2008 che produsse forti ineguaglianze” in quanto “siamo in una scena profondamente diversa”.

Alle cifre prima menzionate stanziate da Germania, Italia, Francia e Spagna, Sassoli dice anche che bisogna aggiungere “i 500 miliardi del Fondo di stabilità, il Mes” oltre ai “120 miliardi della Bce per il quantitative easing fino alla fine dell’anno. Una somma cui vanno aggiunti i 20 miliardi che la Bce stanzia ogni mese”.

Alla fine, in totale, calcola Sassoli “quelli della Bce sono oltre 300 miliardi. Si tratta di un inizio, da oltre 1.500 miliardi complessivi. Mi sembra una partenza convincente”, chiosa. Poi il presidente del Parlamento Ue afferma che in questo quadro “un fondo da 500 miliardi penso sia uno strumento da tenere presente in questo momento”.

Il riferimento è al Mes per il quale “le condizioni non vengono imposte” ma si tratta di un fondo “che ha una sua governance che comprende tra l’altro i membri dell’Euro - gruppo e il commissario agli affari economici, che oggi è Paolo Gentiloni”.

Perciò Sassoli assicura: “Le proposte concrete sono della Commissione. Il processo è democratico tanto è vero che le decisioni vengono prese a maggioranza qualificata dell’85 per cento dei voti espressi e vedono il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali. E’ così che funziona, al di là delle fantasie. Non è un oscuro organismo tecnocratico. È un organo politico-democratico”.

Quindi un’ultima riflessione: “Sento pure dire che il Mes prevederebbe l’intervento della Troika. Sciocchezze. La Troika non esiste più dalla scorsa legislatura, perché il Parlamento europeo ha modificato i meccanismi che portarono a quel tipo di interventi durante la crisi greca. Quello scenario non si ripeterà mai più”.


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