Costa Concordia: ci si interroga sulle regole della navigazione

19 Gennaio 2012   11:07  

Il naufragio della Costa Concordia venerdì scorso davanti all'isola del Giglio, che ha causato almeno 11 morti e 21 dispersi -- e in particolare le circostanze dell'incidente e della successiva evacuazione -- hanno suscitato una serie di domande su come viene regolamentata la navigazione, sulla sicurezza, il monitoraggio delle rotte, la catena di comando a bordo di una nave.

Queste le risposte fornite da esperti di una autorità del settore dello shipping.

QUALI NORME PER LA SICUREZZA IN MARE?

"Il settore marittimo è uno dei più regolamentati al mondo. Il massimo organo regolatore internazionale è l'Imo (International maritime organization, agenzia dell'Onu)che emana convenzioni cogenti per gli Stati (su sicurezza, addestramento equipaggio, protocolli emergenze), i quali le devono recepire nel loro ordinamento come leggi nazionali.

In particolare c'è la convenzione Solas (sicurezza, stabilità nave, antincendio) e la convenzione Marpol (prevenzione inquinamento).

Le navi, al momento della costruzione, devono essere conformi ai dettami di queste convenzioni.

Lo Stato italiano ha inoltre regole più stringenti per le navi passeggeri".

CHI DEVE CONTROLLARE?

"La prima autorità che ha quest'obbligo è lo Stato, che si appoggia a organismi riconosciuti come il Rina spa, titolari della delega statale per eseguire controlli a nave ferma che, una volta stabilita la conformità alle normative attribuiscono il certificato.

In un primo tempo, controlli su disegni, elaborati tecnici al momento del varo della nave. Poi, nel caso delle navi passeggeri un controllo all'anno (Safety Passenger) per il rinnovo del certificato.

La seconda è l'Autorità di bandiera porto. E' la Capitaneria che ha diritto di andare a bordo (Port State Control) per fare ulteriori controlli all'arrivo delle navi. E' una autorità con grandi ed estesi poteri di controllo, oltre la verifica della conformità alle convenzioni.

Navi come quelle della Costa Crociere [gruppo Carnival], sono anche soggette ai controlli dell'autorità della Guardia Costiera Usa.".

C'E' UN MONITORAGGIO ROTTA DA 'REMOTO' COME PER GLI AEREI?

"La navigazione è regolata da una serie di convenzioni, che impongono per esempio radar, gps, girobussola. Ma attualmente c'è 'la tracciatura delle rotte' solo in alcune zone con caratteristiche particolari ('a schema di separazione di traffico'), come ad esempio lo Stretto di Messina, le Bocche di Bonifacio, il Canale della Manica, in cui c'è una torre di controllo che fornisce un particolare corridoio di transito e monitora il passaggio in quella 'strada'.

Normalmente, al di fuori di queste aree ristrette, succede che una nave salpi dal porto A, controllata in uscita dalla torre di controllo di quel porto, poi faccia la sua rotta, e sia ripresa in carico solo dalla torre del porto di arrivo.

Gli strumenti per fare dei 'canali di traffico' ci sono, ma il mare è un'altra cosa rispetto allo spazio aereo. E nelle convenzioni è sancito il diritto alla libera navigazione. Non è previsto al momento monitorare passo passo la rotta, anche perché immaginiamo una nave in mare aperto che può fare deviazioni liberamente per evitare una tempesta.

Non c'è ovunque un sistema di torri di controllo portuali".

SAREBBE TERORICAMENTE POSSIBILE UN MONITORAGGIO CONTINUO?

"Teoricamente sì. Già oggi, nell'evoluzione della tecnica -- anche per motivi di security e per conoscere le caratteristiche di alcune navi -- ci sono strumenti (Automatic Identification System) che sono dei 'bip', dei segnali di identificazione.

Quando si arriva in prossimità di una torre di controllo, quest'ultima identifica la nave. Inoltre, quando due navi si incrociano, con i 'bip' si evita il rischio collisione.

Ma una decisione su una eventuale tracciabilità continua della rotta di una nave, spetta alla eventuale discussione e valutazione da parte della diplomazia degli Stati, in sedi come l'Imo".

IL CAPITANO E' L'AUTORITA' INDISCUTIBILE A BORDO?

"Al primo posto nella catena di comando c'è il capitano, e poi il suo secondo. Spetta al capitano prendere le decisioni e al suo secondo coiadiuvarlo o consigliarlo.

In secondo luogo, le normative internazionali prevedono la possibilità di comunicazioni del capitano con la sua compagnia.

Il profilo di ogni comandante deve essere conforme agli standard stabiliti dalle autorità, e sottoposto a verifiche annuali, dette appraisal".

(Emilio Parodi)

(Reuters)


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