Costi della politica e costi della società civile

21 Settembre 2007   17:20  
In autunno, come tradizione, la temperatura politica si impenna e quest´anno a fornire carburante al divampare delle polemiche è il tormentone dei costi della politica. Pio Rapagnà continua lo sciopero della fame e denuncia la cortina di silenzio che la politica (comprensibile) e i mezzi di informazione (meno comprensibile) hanno fatto scendere sui referendum contro i privilegi della "casta consigliera" regionale. "In tre mesi - afferma Rapagnà - nessun programma informativo, nessun dibattito e nessun approfondimento è stato svolto dagli organi di informazione preposti, pubblici e privati, sui temi referendari, sui quesiti e sulle modalità di esercizio di un diritto dei cittadini". Si può ancora firmare fino a martedi prossimo, ma la partita è tutta in salita e a remare contro forse non sono i mezzi di informazione, ma l´indifferenza degli abruzzesi. Ezio Di Cristoforo, segretario provinciale della Margherita a Pescara, invita la politica ad un "primo passo concreto verso l´autocritica". A compierlo devono essere i vertici di Aca ed Ato, rinunciando ai loro compensi e "mettendosi gratuitamente al servizio della gente". E dandogli possibilmente da bere acqua non avvelenata. A proposito di acqua, oggi il Wwf denuncia che già nel 2001 la falda al di sotto del sito industriale della Solvay, a causa di discariche abusive e "di comportamenti illegali", presentava valori oltre i limiti di legge per mercurio, diclorometano, triclorometano ed altre sostanze nocive. Sul banco egli imputati sono saliti Ato Aca, Asl e Arta, ovvero la nutrita schiera di politici e amministratori selezionati dai partiti che gestiscono la salute dei cittadini e tra le altre cose, la risorse idrica. Le accuse ai principali responsabili del disastro, ovvero i dirigenti della industria chimica Solvay, si contano invece sulle dita di una mano. L´assessore regionale Valentina Bianchi intanto gioisce perchè l´industria abruzzese "conferma di avere importanti possibilità di successo nei mercati internazionali". L´export, secondo i dati Istat, va infatti benone. Peccato però che i posti di lavoro, come si evince dalla stessa ricerca, continuano a diminuire, in controtendenza rispetto al dato nazionale, e il lavoro continua ad essere sempre più precario, mal pagato e pericoloso. Non stupisce che tanti giovani e tante donne hanno smesso di presentare curricula e presentarsi a colloqui di lavoro. Il mondo degli imprenditori e dell´economia sembra essere distante dai cittadini quanto la buvette luculliana di Palazzo Madama. Ultima annotazione: si parla molto di costi della politica, molto meno dei suoi crediti. Bene fa Alfonso Mascitelli dell´Italia dei Valori a chiedersi quali iniziative siano state adottate dal Consiglio regionale per il recupero dei milioni di euro di crediti non esigibili, pagati a certi imprenditori della sanità privata, che sono tra i responsabili della voragine apertasi nelle casse regionali, molto più dei finanziamenti a pioggia a Comuni e associazioni, che invece saranno drasticamente tagliati. Non c´è solo il problema dei costi della politica. Esiste anche la questione, enorme, dei costi della società civile ed imprenditrice, o presunta tale. Filippo Tronca Nell´immagine la discarica abusiva di Bussi

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