Crisi e stretta creditizia: triplicati i fallimenti nel teramano

Il bilancio dell'Ordine dei Commercialisti

18 Dicembre 2009   10:29  

Crisi economica e stretta creditizia continuano a colpire le imprese teramane: sono state 94, infatti, le imprese dichiarate fallite – il dato è al 10 dicembre - un numero mai registrato negli ultimi anni, con un aumento significativo del 32% rispetto al 2008, quando era fallite 72 imprese. Un dato, questo, in linea con il trend nazionale che al III Trimestre 2009 vede l’Abruzzo in prima linea nella classifica delle regioni con il più alto numero di aziende fallite nell’ultimo anno. Seconda solo all’Emilia Romagna, la regione Abruzzo ha visto raddoppiare il numero di fallimenti nei primi nove mesi del 2009.

A fare il bilancio 2009 è stato oggi l'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili della provincia di Teramo. Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente Luigi Montironi, ed i consiglieri Franco Benini, Walter Strozzieri ed Augusto Valchera.

Lo stesso andamento si è registrato anche in provincia di Teramo, dove il ricorso alle procedure fallimentari è andato crescendo progressivamente nel corso di questo decennio. Dal 2001, quando erano 32, le procedure fallimentari si sono triplicate.

Nonostante l’entrata in vigore nel luglio 2006 della riforma del diritto fallimentare - la riforma aveva innalzato le soglie di fallibilità per ridurre drasticamente il numero delle imprese assoggettabili alla procedura fallimentare – il numero dei fallimenti si è mantenuto sempre su livelli molto alti, toccando quota 80 nel 2006, diminuendo nel 2007 (65), risalendo nel 2008 (72) e, come detto, toccando nel 2009 quota 94.

La stessa crescita non si registra invece per il concordato preventivo, lo strumento che prevede un accordo con i creditori ed un’ azione di ristrutturazione dell’impresa. In provincia di Teramo nel 2009 ne sono stati registrati appena 9, un dato comunque in crescita rispetto ai numeri degli scorsi anni. Erano stati 2 nel 2008 e 1 nel 2007.

Il dato del 2009 sui fallimenti rimane dunque un indicatore eloquente della crisi economica del territorio teramano che si è acuita con l’ultima congiuntura economica a seguito al crack dei mercati finanziari, piombando non solo su settori strategici – e già duramente messi alla prova - come quelli della piccola industria e dell’artigianato, ma anche sul mondo del commercio, colpito quest’anno con particolare durezza a causa del notevole calo dei consumi.

Sono state infatti proprio le attività commerciali a fare registrare nel 2009 il numero più alto di procedure aperte, circa il 42% del totale. Al secondo posto c’è la piccola e media industria con il 31%, settore dove a far registrare il calo più netto è il comparto tessile manifatturiero al quale appartiene un’impresa fallita su tre (10% del totale). Seguono infine l’edilizia (11%), i servizi (8%) e il settore agro-alimentare (5%), ed altri comparti produttivi (3%).

Ad esplodere nel 2009, come detto, è stato però il settore del commercio: se in precedenza il numero delle procedure fallimentari registrate nel comparto si aggirava annualmente tra il 15 ed il 20% del totale dei fallimenti, negli ultimi mesi il trend dei fallimenti delle imprese commerciali ha fatto registrare un aumento considerevole, chiudendo una vertiginosa discesa negativa avviata già nel 2003.

“La situazione è davvero drammatica perchè il nostro territorio sta perdendo competitività” afferma il presidente provinciale dell’Ordine, Luigi Montironi. “I dati relativi alle procedure fallimentari indicano una pericolosa inversione di tendenza, che è andata peggiorando nell’ultimo quinquennio, toccando settori che per anni hanno vissuto situazioni economiche favorevoli, come il manifatturiero e le costruzioni. Per questa ragione gli istituti di credito non devono ridurre i finanziamenti alle imprese, altrimenti la crisi si acuirà ulteriormente. Rivolgiamo, inoltre, un appello anche all’Agenzia delle Entrate affinchè eserciti controlli più mirati e riduca la pressione fiscale, al fine di fronteggiare la crisi economica ed aiutare le imprese ad investire nei settori a maggior valore aggiunto.

“I dati che abbiamo divulgato – prosegue Montironi - ribadiscono come la professione del commercialista abbia una grande responsabilità nei confronti della collettività. Tuttavia occorre sottolineare come tutti gli iscritti riscontrino difficoltà a riscuotere le parcelle. A questo deve aggiungersi un altro elemento di criticità legato ai problemi di inserimento dei giovani professionisti”.

Il 50% dell’Attività formativa 2009 ha riguardato proprio la crisi ed i fallimenti

Nel corso del 2009 sono stati promossi dall’Ordine di Teramo 42 eventi di aggiornamento, distinti in seminari, workshop, convegni, videoconferenze. L’offerta formativa è stata di gran lunga superiore al requisito minimo previsto dalla legge, pari a 60 ore, infatti sono state fornite agli iscritti 140 ore di formazione gratuita. La metà delle ore è stata dedicata ad analizzare e contribuire a superare proprio la crisi in atto e le difficoltà delle imprese.

 


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