Crisi economica, Gordon Brown:''A L'Aquila la seconda sveglia''

Il premier britannico all'avvio dei lavori del G8

08 Luglio 2009   10:44  

Il G8 dell'Aquila rappresenta "una seconda sveglia per i Grandi del mondo impegnati a risolvere la crisi finanziaria". A dirlo e' il primo ministro britannico, Gordon Brown che, con una serie di interviste all'avvio dei lavori del vertice de L'Aquila, ha sollecitato ancora una volta i paesi a affrontare la sfida della crescita economica e ha messo in guardia contro "il ritorno del protezionismo, un ostacolo all'economia mondiale". "Si tratta per noi di una seconda sveglia - ha detto Brown. Le banche devono ricominciare a dare prestiti, il commercio mondiale deve riattivarsi e dobbiamo mantenere i prezzi delle commodity a un livello che permetta la crescita". Sui temi del 'no' al protezionismo e delle nuove regole globali per un'economia piu' giusta e sostenibile che sia in grado di ridare fiducia a famiglie e imprese, si confronteranno da stamane a L'Aquila i Grandi della terra. Al centro del G8, anche i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e la salute. In un documento finale che uscira' in giornata, secondo quanto riportano fonti comunitarie, i Grandi dovrebbero in sostanza prendere in considerazione il lavoro fatto fino ad oggi per la crisi, ma anche richiamare il mondo ad andare avanti con misure di stimolo e regole per alimentare il ritmo di una ripresa troppo debole. "Non sono tranquillo - ha detto Brown - e rimango vigile sullo stato finanziario". Il vertice lancera' anche anche un "forte messaggio per attenuare l'impatto della crisi sui Paesi in via di sviluppo" con particolare focus sull'Africa. In particolare, in vista del G8 il governo italiano sta studiando da tempo una proposta di 'de-tax', ovvero il meccanismo fiscale che consente di assegnare parte delle imposte degli scambi o delle accise - per noi l'Iva - a progetti di cooperazione internazionale. Lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, lo aveva annunciato a febbraio nel corso di un'audizione al Senato, definendolo un modo "per tenere aperti i canali della solidarieta'". Verra' inoltre riaffermato il principio cardine del 'People First', la gente prima di tutto, per "riportare le persone al centro delle azioni dei Governi attraverso politiche capaci di ridare fiducia ai cittadini". I Grandi ribadiranno anche il loro no all'innalzamento di nuove barriere agli investimenti e al commercio. Un appello in questo senso e' gia' arrivato dal G8 delle imprese, come ha ricordato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Ma il summit sara' soprattutto l'occasione per portare avanti la discussione sul 'Global Legal Standard' a cui da mesi stanno lavorando gli esperti nominati da Tremonti. All'attenzione dei leader mondiali sara' sottoposto il documento di 72 pagine che raccoglie in 12 punti il lavoro svolto da gennaio a questa parte in stretta collaborazione con l'Ocse, quello che e' stato ribattezzato 'Lecce Framework' e che dovrebbe poi approdare al G20 di Pittsburgh in settembre e al G8 dei ministri finanziari di Istanbul in ottobre. Sul tavolo dei Grandi arrivera' un testo elaborato dall'organizzazione di Parigi sotto la guida italiana: dodici tavole per un'economia etica in cui si fa riferimento all'integrita', alla legalita' e alla trasparenza dei mercati e della proprieta' con un richiamo forte all'etica della finanza. Le nuove regole definiranno il superamento del segreto bancario, nuove governance per le grandi societa' e dei paletti ai superstipendi dei manager che dovranno essere fissati a obiettivi di lungo termine. Lo scopo e' quello di evitare nuovi crac finanziari come quelli provocati dal fallimento della Lehman Brothers o dallo scandalo Madoff. Per quanto riguarda i temi prettamente monetari, l'ipotesi caldeggiata dalla Cina di sostituire il dollaro con una nuova valuta globale di riferimento, Brown ha poi spiegato che questo e' un tema che potra' essere sviluppato in seguito, una volta superata la recessione e i pericoli posti dagli alti prezzi del petrolio. Di fatto l'assenza del premier cinese, Hu Jintao, tornato ieri sera in Cina richiamato dalla protesta degli Uighuri, togliera' forse un po' l'attenzione dall'argomento cambi e il documento finale - come si apprende da fonti europee - non conterra' nessun riferimento alle valte.


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