Crollo facoltà Ingegneria, chiesti sette rinvii a giudizio

Le immagini della struttura crollata

12 Marzo 2010   16:44  

Svolta nell'inchiesta sul crollo della facolta' di Ingegneria a Monteluco di Roio (L'Aquila). Il Procuratore capo della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, ha depositato oggi nella cancelleria del Gup del Tribunale dell'Aquila le richieste di rinvio a giudizio dei sette dei novi indagati per disastro colposo. Le due richieste di archiviazione sono state depositate nell'ufficio del Gip.

I sette indagati sono Gian Ludovico Rolli, Giulio Fioravanti , Massimo Calda, Carmine Benedetto, Ernesto Papale, Sergio Basile e Giovanni Cecere. I due indagati che dopo le indagini della Procura non avrebbero avuto ruoli sul crollo della costruzione, sono Mauro Irti e Alessandro Fracassi.

Secondo la Procura della Repubblica e le ulteriori indagini svolte dal Corpo forestale dello Stato vi sarebbero state delle censure nella costruzione realizzata a meta' anni novanta: "Progetti incompleti dove mancavano dettagli architettonici e costruttivi relativi all'ancoraggio e all'appoggio delle coperture inclinate e mancato controllo".

Avanzati anche rilievi di "carenze e omissioni progettuali, di errori di esecuzione delle opere, di cattiva vigilanza".

Negligenze, secondo i periti nominati dalla Procura, che avrebbero potuto produrre diversi lutti tra gli studenti. Pertanto risultano indagati i progettisti architettonici Gian Ludovico Rolli, 77 anni, di Roma, Giulio Fioravanti, 65 anni, di Roma e il progettista delle strutture Massimo Calda, 61 anni, di Bologna. Sono sotto accusa per aver redatto "il progetto architettonico e varianti dell'area di ingresso principale, corpo A, in modo incompleto e carente per mancanza di dettagli architettonici e costruttivi relativi all'ancoraggio e all'appoggio delle coperture inclinate in vetro acciaio e alluminio, tra l'anno 1988, epoca di conferimento dell'incarico, e il 1994, epoca della realizzazione".

I tre avevano assunto l'incarico per conto della "Edil.Pro" di Roma. A Mauro Irti, 43 anni, nato all'Aquila, geometra, direttore di cantiere e agli ingegneri Carmine Benedetto, di 45 anni, nato all Aquila e residente a Cossombrati (Asti) e Alessandro Fracassi, 48 anni, nato e residente ad Avezzano, entrambi direttori tecnici di cantiere, era stata contestata la realizzazione "delle strutture murarie oggetto del crollo (su cui veniva poi appoggiata la struttura di copertura) in blocchetti di calcestruzzo vibrocompresso per una lunghezza di circa 40 metri e una altezza di circa 14 metri nell'area di ingresso principale, corpo A, della facolta' di Ingegneria, prive delle necessarie nervature di irrigidimento in cemento armato e degli ancoraggi al telaio in cemento armato"; oltre all'aver consentito "che le strutture inclinate di vetro, acciaio e alluminio oggetto del crollo fossero in modo del tutto improvvido appoggiate alle strutture murarie, a tale scopo inidonee".

Accuse respinte dai pm titolari dell'inchiesta. A carico di Ernesto Papale, 57 anni, nato a Roma e residente a Monterotondo, direttore dei lavori per conto della Edil.Pro, vengono mossi gli stessi addebiti. Per Sergio Basile, 76 anni, nato all'Aquila e residente a Roma, presidente della commissione di collaudo statico e tecnico amministrativo per conto dell azienda committente, si ipotizza ancora il mancato rilevamento "della combinazione di carenze e omissioni progettuali, di errori di esecuzione delle opere, di cattiva vigilanza da parte dei direttori di cantiere, dei direttori tecnici e del direttore dei lavori". Stesse accuse per Giovanni Cecere, 80 anni, nato a Roma e residente a Terni.

INCHIESTA SU COMMISSIONE GRANDI RISCHI VA AVANTI

"Il filone d'inchiesta riguardante il mancato allarme della commissione Grandi rischi va avanti in maniera spedita ed occorreranno due mesi circa prima di poter tirare le somme". Lo ha detto oggi il Procuratore capo della Repubblica dell'Aquila Alfredo Rossini. Intanto gli investigatori della sezione di polizia giudiziaria della Procura proseguono nell'attivita' di audizione di persone informate dei fatti. Si tratta di rappresentanti della Regione, del Comune, della Protezione civile ma anche della Prefettura.

La Procura ha acquisito nei giorni scorsi ulteriore materiale probatorio riguardante per lo piu' il rilascio di alcune interviste dopo la riunione del 31 marzo al termine della quale alcuni si lasciarono andare ad affermazioni troppo rassicuranti alla luce di quello che accadde a distanza di una settimana circa. Nel calderone delle prove ci sono diverse raccolte di articoli di giornale, diventate fonti di prova a sostegno delle decine di denunce presentate dai familiari delle persone morte sotto le macerie.

Gli investigatori hanno anche provveduto ad acquisire una unga serie di interviste televisive che si aggiungono alle testimonianze.

I magistrati puntano sugli atti mediatici per dimostrare il loro teorema accusatorio. Nella relazione, in effetti, si ritiene che una catastrofe sia poco probabile nel documento si sostiene in modo chiaro anche che tutto e' impossibile e non si puo' escludere nulla.

Nelle scorse settimane gli investigatori della Sezione di polizia giudiziaria della Procura hanno acquisito anche una serie di documenti tecnico-scientifici sui terremoti.

Secondo fonti della Procura, l'intenzione dei magistrati titolari dell'inchiesta e' quella di arrivare nei riguardi degli indagati alla chiusura delle indagini preliminari.


Galleria Immagini

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore