Nelle donne l’infarto appare con segni diversi: meno dolore toracico, più nausea e fiato corto. Ecco come riconoscerlo e quando chiamare 112/118.
Nelle donne l’infarto miocardico non sempre “urla”: a volte sussurra con affaticamento inusuale, nausea, sudorazione fredda, dolore alla mandibola o tra le scapole. Questi segnali sono facilmente scambiati per problemi gastrici o ansia, ritardando l’arrivo in ospedale e peggiorando la prognosi. Le campagne della American Heart Association e di Go Red for Women insistono proprio su questo punto.
Le differenze non sono solo culturali: contano anatomia e fisiologia. Nelle donne è più frequente la disfunzione microvascolare (sofferenza dei piccoli vasi), le coronarie sono mediamente più piccole e la fase post-menopausa segna un netto incremento del rischio per il calo degli estrogeni protettivi. Le Linee guida ESC ricordano che la presentazione clinica può essere meno tipica e richiede attenzione dedicata.
I campanelli d’allarme da memorizzare: oppressione o bruciore al petto (anche intermittente), dispnea con o senza dolore toracico, nausea/vomito, capogiri, sudorazione fredda, dolore a collo, mandibola, spalle o schiena, stanchezza estrema. Se compaiono più sintomi insieme o sono nuovi per intensità/durata, pensare subito a un evento cardiaco.
Cosa fare praticamente: comporre il 112/118, restare semiseduti, evitare di guidare, non assumere cibo, alcol o farmaci non prescritti nell’attesa. I dati mostrano che le donne arrivano più tardi ai trattamenti tempo-dipendenti e ricevono meno spesso approcci invasivi: ridurre i ritardi salva miocardio.
Chi è più a rischio? Persone con ipertensione, colesterolo LDL alto, diabete, fumo, sedentarietà, obesità o stress cronico. Attenzione a storie di gravidanza complicate (ipertensione/diabete gestazionale), a PCOS e a menopausa precoce: sono “spie” di rischio nel cuore femminile. (La consapevolezza del rischio, purtroppo, è ancora bassa in molte italiane.)
La prevenzione efficace combina check-up regolari e stile di vita: controllare pressione, profilo lipidico e glicemia, misurare circonferenza vita; seguire una dieta mediterranea (più verdura, frutta, cereali integrali, legumi, pesce ricco di omega-3, olio EVO; meno sale, zuccheri, grassi trans), praticare attività aerobica e rinforzo muscolare settimanale, smettere di fumare. Le CVD restano la prima causa di morte nell’UE: prevenire è la strategia con il miglior rapporto rischio/beneficio.
Ricorda: se avverti un malessere insolito che coinvolge respiro, sudorazione, nausea o dolore irradiato a mandibola/collo/schiena, non aspettare. Con l’infarto, ogni minuto è muscolo.