DOSSIER: abolire le Province o potenziarle?

L'Upi: sono altri gli enti inutili

26 Gennaio 2009   12:15  

DOSSIER  - Il 30 gennaio prossimo in tutto il Paese si terranno Consigli provinciali - aperti anche alla partecipazione dei sindaci, delle forze sociali e politiche, dei rappresentanti di Parlamento e Regioni, agli imprenditori e ai cittadini - per discutere delle riforme che dovranno portare alla riorganizzazione dello Stato, alla definizione delle funzioni di ciascuna istituzione, all'eliminazione degli enti strumentali e alla semplificazione del sistema, a partire dal Federalismo Fiscale e dal Codice delle Autonomie.
Un evento che vedrà idealmente riunite le Province in contemporanea in tutta Italia. Alla vigila del consiglio   straordinario del 30 gennaio e della mobilitazione nazionale dell'Upi, la Provincia dell'Aquila torna a prendere posizione sula paventata e presunta riforma che vorrebbe abolire gli enti provinciali. "Siamo i primi a dire che la funzione pubblica - afferma oggi il presidente del consiglio Angelo Raffaele - deve essere semplificata, ed anche le Province sono ovviamente disposte a fare la loro parte. Ma allo stesso tempo si difende la centralità di un ente intermedio come la Provincia, un organo elettivo, che deve rispondere ai cittadini,  a differenza di molti altri enti. Alla Provincia potrebbero essere affidati la gestione del ciclo idrico,  dei rifiuti, dell'edilizia scolastica e popolare. Insomma  potrebbe essere scelta più saggia abolire enti come le Ato e le le Ater, i cui cda si sottraggono da un reale controllo democratico, e attribuire alle province le loro funzioni.
Il 30  Consigli provinciali di tutta Italia culmineranno con l'adozione di un ordine del giorno nel quale, tra l'altro, si chiede a Governo e Parlamento di proseguire verso un "riordino istituzionale che semplifichi la pubblica amministrazione individuando le funzioni fondamentali di Province e Comuni e colpisca le reali inefficienze, eliminando enti e strutture ridondanti a livello nazionale e regionale".

 

DOSSIER PROVINCE ( fonte Upi )


Le Province in Italia ad oggi sono 104 (escludendo le 3 Province autonome, Trento Bolzano e Aosta). Alle prossime elezioni amministrative si aggiungeranno le 3 Province di Monza Brianza, Fermo e Barletta Andria Trani, istituite nel 2004.  

 ENTI CHE SVOLGONO NEL TERRITORIO PROVINCIALE FUNZIONI RICONDUCIBILI ALLE PROVINCE

Bacini imbriferi montani               63
Consorzi di bonifica                      191
Enti parco e aree protette            1099
ATO Acque                                      91
ATO Rifiuti                                       131
Unioni di Comuni                          290 (fonte: sito Anci)
Comunità Montane                        356 (fonte:sito Uncem)
ENTI STRUMENTALI REGIONALI    600*

*In ciascuna delle Regioni italiane sono stati istituiti enti strumentali: si va dalle Società per lo sviluppo e il lavoro, agli enti teatrali, ai consorzi rifiuti, ai consorzi per il patrimonio, alle tante agenzie per il turismo, per la formazione professionale: se consideriamo una media, al ribasso, di circa 30 enti strumentali a Regione (con picchi di oltre 60, vedi Regione Abruzzo) abbiamo circa altri 600 ENTI che svolgono funzioni tipiche delle Province. Questi enti sono società istituite con legge regionale, nei quali operano: presidenti, direttori, consigli di amministrazioni, dipendenti.

QUANTO COSTA IL SETTORE PUBBLICO E LE PROVINCE  

Settore pubblico complessivamente:  761 miliardi di euro

Stato: 443 miliardi di euro
Regioni: 66 miliardi di euro
Province: 14 miliardi di euro
Altri enti pubblici: 78 miliardi di euro

 
IL RUOLO, LE FUNZIONI E I BILANCI DELLE PROVINCE

Fino al 1990 le Province si occupavano principalmente di gestione della viabilità provinciale, di edilizia scolastica esclusivamente per quanto atteneva gli istituiti scolastici superiori di secondo grado  ed esercitavano alcune funzioni in materia di assistenza. Con la legge 142 del ’90 di riforma delle autonomie locali questo ruolo cambia radicalmente e le Province diventano enti locali a fini generali a pieno titolo e assumono la connotazione di ente di governo di area vasta. Da qui si avvia un percorso di crescita istituzionale che prosegue negli ultimi 15 anni grazie al decentramento amministrativo avviato dalle leggi Bassanini che hanno provveduto al trasferimento di importanti funzioni dallo Stato e dalla Regioni alle Province e soprattutto a seguito della riforma Costituzionale del 2001. Questo ha determinato il conseguente aumento delle spese nei bilanci delle Province.

Nel 2006 le spese sostenute dalle Province sono state pari a 14 miliardi di euro, in marcata flessione rispetto all’anno precedente (-6% rispetto al 2005).

Queste le singolo voci:


Viabilità : gestione di circa 145 mila chilometri di strade nazionali extraurbane (comprese EX ANAS):  spesa complessiva 2 miliardi 900 milioni di euro.
Servizi e infrastrutture per la tutela ambientale: difesa del suolo, prevenzione delle calamità,  tutela delle risorse idriche ed energetiche;  smaltimento dei rifiuti: spesa complessiva 1 miliardo di euro.

Edilizia scolastica e funzionamento delle scuole: gestione di oltre 5000 gli edifici, quasi 120 mila classi e oltre 2 milioni e 500 mila allievi : spesa complessiva 1 miliardo  700 milioni di euro.

Sviluppo economico: sostegno all’imprenditoria, all’agricoltura, alla pesca; promozione delle energie alternative e delle fonti rinnovabili. spesa complessiva 1 miliardo di euro.

Formazione professionale: organizzazione e gestione corsi di formazione professionale: spesa complessiva 800 milioni di euro.
Trasporti e mobilità: gestione trasporto pubblico extraurbano.  spesa complessiva 1 miliardo 200 milioni di euro.

Servizi per il mercato del lavoro;  gestione dei servizi di collocamento attraverso 854 Centri per l’impiego:  spesa complessiva  500 milioni di euro.

Promozione della cultura, del turismo e dello sport. : spesa complessiva  500 milioni di euro

Servizi sociali: spesa complessiva 400 milioni di euro

Costo del personale. spesa complessiva  2 miliardi 300 milioni di euro

Spese generali dell’amministrazione e spese di manutenzione del patrimonio: spesa complessiva 800 milioni di euro

Indennità degli amministratori
. spesa complessiva 119 milioni di euro

NUOVE PROVINCE

L’Upi è sempre stata contraria all’istituzione di nuove Province, ed ha espresso più volte questo parere nelle audizioni alla Camera e al Senato che sul tema si sono tenute.
La istituzione di nuove Province, infatti, rischia di interferire negativamente sul processo di consolidamento della istituzione provinciale.  Le proposte, tra l’altro, spesso non tengono conto delle caratteristiche dimensionali adeguate per l’esercizio delle funzioni di area vasta e di coordinamento dello sviluppo locale che oggi competono alle Province.
Attualmente, contrariamente a quanto sostenuto nella campagna di stampa contro le Province,  le proposte di istituzione di nuove Province in parlamento sono solo due: quella del  Giuseppe Angeli (PdL) per l’istituzione della provincia di Lanciano-Vasto-Ortona presentata alla Camera  e già Ritirato. Quella presentata dall’On. Davide Caparini (LNP) e per l’istituzione della provincia di Valcamonica, presentata alla Camera.

POSIZIONI POLITICHE SULL’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE


Nel corso della XVI legislatura sono state presentate in Parlamento otto proposte di legge costituzionale per l’abolizione delle Province: quattro in Senato e quattro alla Camera, di nessuna delle quali è iniziato l’esame in Commissione.
A presentare proposte di legge costituzionale di abolizione delle Province in Senato sono stati i Senatori Lamberto Dini (PdL), Domenico Benedetti Valentini (PdL), Giampiero D’Alia ( UdC-SVP-AUT), Andrea Pastore (PdL)
A presentare proposte di legge costituzionale di abolizione delle Province alla Camera sono stati i deputati  Francesco Nucara ( Misto, Liberal Democratici- Repubblicani), Michele Scandroglio (PdL), Massimo Donadi (IdV), Pier Ferdinando Casini (UdC).
Di queste, le proposte presentate dai Senatori D’Alia e Pastore e quelle presentate dai Deputati Casini e Donadi sono immediatamente successive all’inizio della campagna di stampa di Libero, e, pertanto, presumibilmente direttamente discendenti.


A favore dell’abolizione delle Province si sono pubblicamente dichiarati: IDV , UDC.
Contro l’abolizione delle Province si sono espressamente e pubblicamente dichiarati: LEGA NORD e PD, che si sono dichiarati favorevoli al superamento delle Province in seguito all’istituzione delle Città metropolitane.
Forza Italia ha, nel programma elettorale, proposto l’abolizione delle Province “inutili” specificando poi, attraverso dichiarazioni del Presidente Silvio Berlusconi, di riferirsi a quelle superabili con l’istituzione delle Città metropolitane.  
Numerosi esponenti di An e di Forza Italia (oggi Pdl) hanno espresso – a titolo personale – il proprio favore all’abolizione delle Province.
Il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nel corso di una interrogazione a risposta diretta alla Camera su quale fosse la posizione del Governo in merito all’abolizione delle Province, ha ufficialmente dichiarato “l’abolizione delle Province non rientra nel programma del Governo, che parla di abolizione delle province inutili, quelle delle nove aree metropolitane


UNO SGUARDO ALL’UNIONE EUROPEA

In Francia, Germania e Spagna, come in Italia, c’è un’organizzazione amministrativa territoriale basata su tre livelli: comunale, provinciale e regionale.

Italia: 8.103 Comuni, 104 Province, 20 Regioni;
Francia: 36.565 Comuni, 96 Province (départements), 22 Regioni;
Germania: 13.854 Comuni, 323 Province (Kreise), 16 Stati federali (Land);
Spagna: 8 106 Comuni, 50 Province, 17 Regioni (Comunità autonome).
Dal punto di vista degli organi di governo in tutti i paesi è prevista un’elezione diretta del Consiglio provinciale. Solo in Italia anche e in alcuni Land tedeschi è prevista l’elezione diretta del Presidente della provincia. Dal punto di vista funzionale le realtà più avanzate sono quella italiana e francese, mentre in Germania e Spagna le Province hanno funzioni più ridotte.

 

Caccia grossa per le poltrone. A quando il taglio degli enti?

Archiviato (finalmente) il toto-assessori che ha impegnato gli aruspici e i mezzi di informazione abruzzesi nelle ultime settimane, ci si potrebbe ora cimentare in un nuovo appassionante gioco: il toto-poltrone. Ben più complesso del primo, per il ...

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore