Da Bruxelles, doppio salvagente per l'Euro

09 Dicembre 2011   12:05  
  Per salvare l'euro, i capi di Stato e di governo dell'Unione Europea hanno stabilito che per un anno - tra meta' 2012 e meta' 2013 - si sovrapporranno l'Efsf, il Fondo di salvataggio temporaneo, e l'Esm, quello permanente. Si tratta di un vero e proprio fuoco di sbarramento contro la crisi. L'entrata in vigore del Fondo permanente di salvataggio (Esm) e' stata anticipata al luglio 2012 e la durata del fondo temporaneo (Efsf) e' stata prolungata fino a meta' del 2013. Il fondo temporaneo ha una capacita' di intervento di 250 miliardi di euro se si scontano i 190 miliardi che sono gia' stati impegnati per sostenere le spese di salvataggio di Grecia, Portogallo e Irlanda.
L'Esm, da parte sua, ha una capacita' di intervento di 500 miliardi di euro, un bilancio che sara' rivisto a marzo del 2012 per verificare se sufficiente. In una prima proposta di modifica dell'ESM si era ipotizzato la possibilita' di dotarlo di una capacita' superiore ai 500 miliardi, e anche l'opzione di concedere al fondo le caratteristiche di una banca (il che gli avrebbe permesso di accedere alla Bce e avere una capacita' di intervento pressocche' illimitata). Ma entrambe le proposte, sostenute dalla Francia e dallo steso presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, sono state scartate nel corso del negoziato di fronte all'opposizione frontale della Germania, che non vuole impegnare altro capitale fino a quando non sara' rafforzata la disciplina fiscale dei Paesi dell'euro. Il rafforzamento del ruolo della Bce e l'emissione di eurobond erano le due opzioni piu' attese dai mercati e che, secondo molti analisti, rappresentano l'unico modo di porre fine alla crisi del debito sovrano.
I Ventisette hanno concordato di rafforzare con 200 miliardi di euro, attraverso prestiti bilaterali, la disponibilita' del Fondo Monetario Internazionale perche' possa far fronte a ipotetici nuovi piani di salvataggio di Paesi in difficolta' (una decisione che dovra' essere confermata nei prossimi 10 giorni. L'Ue ha deciso anche di introdurre un cambio per quanto riguarda il coinvolgimento dei privati ai salvataggi, che - nel caso della Grecia - si e' tradotto in un condono del debito del 50%: tale mossa ha avuto, secondo Van Rompuy, un impatto molto negativo sui mercati. Da oggi, ha detto il presidente del Consiglio Europeo, questa possibilita' "e' terminata ufficialmente" (in modo da inviare un messaggio ai mercati e spazzare via i dubbi ai futuri creditori). I leader Ue hanno infine introdotto un meccanismo per rendere piu' agili le decisioni dell'ESM in caso di emergenza, sostituendo l'unanimita' necessaria finora, con una maggioranza dell'85% del capitale che le banche centrali nazionali hanno nella Bce. Secondo questa regola, gli unici Paesi che avranno diritto di veto - grazie al peso del loro contributo al fondo - saranno Germania, Francia e Italia, ognuna delle quali apporta un 15% alla Bce (la Spagna, che garantisce l'11,9% ha tentato di innalzare la percentuale al 90%, ma la sua richiesta e' stata ignorata). Tra le altre novita', c'e' il fatto che la Bce gestira' -su proposta del presidente Mario Draghi- entrambi i fondi di salvataggio, partecipando attivamente al loro indirizzamento.

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