Da Vincenzo Rivera a Giovanni Lolli , il nuovo volto di Campo Imperatore

di Amedeo Esposito

12 Maggio 2014   17:15  

Zellerbach (il plenipotenziario USA) non deviò mai dalle linee guida del Piano Marrshall in nessuna città italiana, ma all’Aquila, sollecitato dall’on. Vincenzo Rivera, fece un eccezione: concesse il finanziamento per la costruzione, da parte della Optical americana, del “riflettore ottico” o “grande lente” per l’allora  progettato osservatorio astronomico di Campo Imperatore”.

Lassù, superate a fatica le violenti opposizioni partitiche-ideologiche, in una con il “giardino botanico” , nel 1949 si insediò la “scienza”che richiama i giovani da ogni angolo della terra.

Oggi, a 65 anni di distanza, in una situazione del tutto diversa, Giovanni Lolli – certamente lontano ideologicamente da Rivera, ma ugualmente pensoso da aquilano doc – lancia un appello, anzi “grida”, e giustamente, agli oppositori perché non siano bloccate le procedure al fine “…di aprire lassù il prossimo inverno le attività turistiche” da sempre sognate dagli aquilani, evitando di bloccare fin da adesso lo sviluppo di tutto un progetto senza il quale morirebbero “tutte le attività di recettività, di ristorazione, di servizio che oggi vivono su quella zona” .

Dunque, tempi diversi ed appelli diversi che tesero allora e che tendono ora verso un unico traguardo: la valorizzazione scientifica da un lato e quella turistica tanto attesa dall’altro, dell’”oasi montana” di Giovanni Paolo II, oggi santo della Chiesa cattolica

Allora fu l’americano Zellerbach a intuire le potenzialità di Campo Imperatore, oggi è un altro organismo internazionale, l’OSCE a spiegarci che “la nostra montagna può essere – e deve esserlo – anche un’occasione di rinascita della comunità aquilana colpita dal sisma”.

Certamente non dovranno essere commessi scempi, come paventano alcune associazioni ambientaliste, ma di certo è – sostiene Lolli –che va attuato “il progetto a cui stiamo lavorando e che prevede anche nuovi impianti di “risalita”, esattamente come quelli previsti dal “Piano d’Area” approvato dal Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, essendo, la nostra, l’unica montagna d’Abruzzo dove opera tale strumento” .

Ed allora, nessun blocco delle procedure – come auspicano gli aquilani – perché Invitalia espleti la delega, che sembra si voglia darle, per la transizione fra la gestione del Centro turistico del Gran Sasso e quella della individuazione di un socio privato che dovrà occuparsi della stazione sciistica, lasciando al Comune la proprietà della funivia, degli impianti e delle strutture ricettive.

         


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