Dall´Abruzzo spedizione alpinistico-scientifica al Broad Peak de

21 Giugno 2007   12:03  
E’ partita il 20 giugno dall’Aquila per il Pakistan la spedizione Abruzzo Karakorum 2007. Organizzata dal Cdaa - Centro documentazione alti appennini (www.cdaaexpeditions.it), che tenterà di raggiungere la vetta del Broad Peak (8.047 metri), uno dei 14 “ottomila” del tetto del mondo, per celebrare il cinquantenario della prima ascensione di quella cima. Furono, nel 1957, gli austriaci Buhl, Diemberger, Schmuck e Wintersteller a conquistarla, scrivendo una delle pagine più belle dell’alpinismo, sia per la concezione innovativa che per l’etica rigorosa di quell’impresa. Quel periodo, infatti, era segnato da una vera e propria corsa “all’ottomila inviolato” e sull’Himalaya le spedizioni non si risparmiavano in uomini e dotazioni pur di assicurare alla propria nazione la conquista d’una vetta. La piccola spedizione austriaca, invece, con pochi mezzi e nel rispetto di princìpi molto severi, concluse la scalata del Broad Peak in limpido “stile alpino”, senza portatori d’altura, senza corde fisse e soprattutto senza uso d’ossigeno. Per le scalate d’alta quota fu davvero un esempio d’alpinismo puro, il recupero degli autentici valori in maturità tecnica, doti d’equilibrio interiore e qualità umane. Proprio nel solco di quella concezione dell’alpinismo, a cinque anni dalla splendida impresa che nell’ottobre 2002 vide l’aquilano Giampaolo Gioia piantare il tricolore affidato alla spedizione dal Presidente Ciampi sulla cima del Cho Oyu - 8.201 metri, sesta vetta del mondo – una nuova spedizione abruzzese del Cdaa proverà a fine luglio di replicare l’ascesa compiuta dagli austriaci nel 1957. L’impresa, seguendo gli stessi canoni, è ancora più ambiziosa. Conta anche di aprire, in una delle cime satelliti del Broad Peak, una nuova via che verrà dedicata ad Alberto Bianchetti e Stefano Imperatori, due degli alpinisti della spedizione sul Cho Oyu, successivamente scomparsi. Compongono l’attuale spedizione, guidata da Giampaolo Gioia, gli alpinisti Claudio Persio (Presidente del Cdaa), Agostino Cittadini, Leandro Giannangeli, Antonio Massena, Armando Coccia, Maurizio Felici, Antonio Caporale, Flavio Paoletti, Valter Bucci (medico) e da Alessandro Palmerini ed Enzo Testa, filmaker della spedizione. Non è questo, però, l’unico scopo della spedizione abruzzese sul Broad Peak, traduzione inglese del nome della montagna che in linguaggio baltì si chiama “Falchan Kangri”, ossia “cima larga”. Sarebbe solo una delle tante spedizioni internazionali che quest’anno si cimenteranno nell’impresa, nel cinquantenario della prima scalata. Invece, come già nel 2002 fece con la spedizione sul Cho Oyu, il Cdaa realizzerà un’importante missione scientifica, culturale e umanitaria. Con il coordinamento di Massena prosegue infatti il progetto cinematografico con la realizzazione d’un film sulla spedizione sul Broad Peak per raccontare la montagna, i luoghi, gli uomini - con le loro fatiche, gioie e disperazioni - attraverso un linguaggio sperimentale di scrittura filmica affrancato da ogni mediazione. Il progetto culturale, avviato nel 2000 con la realizzazione di “Namasté”, girato in Nepal sui luoghi che conducono alla Piramide del Cnr a al Campo base dell’Everest, continuò nel 2002 con “Mondi Sospesi”, film sulla spedizione abruzzese sul Cho Oyu. Quel film, per la regia di Palmerini e Testa, prodotto dal Cdaa e dall’Accademia dell’Immagine, ebbe infatti ottimi riscontri al Festival internazionale del cinema di montagna di Trento e al Malescorto film festival per l’originalità del linguaggio cinematografico, fu poi selezionato a rappresentare l’Italia all’ Iranian short-film festival 2003 di Teheran e ha partecipato ad altre rassegne internazionali, in Italia (Udine, Picciano, Mompeo in Sabina) e all’estero (Germania, Australia). In collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università dell’Aquila (cattedre di Anestesia e Rianimazione, Oftalmologia, Psichiatria ed Endocrinologia) verranno, infatti, realizzati protocolli di notevole rilevanza scientifica: il “protocollo telemedicina”, un sistema di monitoraggio di parametri vitali sugli alpinisti, in condizioni estreme, con trasmissione dei dati in tempo reale via satellite alla centrale operativa allestita presso l’ateneo aquilano e in altro analogo centro operativo in Sicilia, con immediato referto a scopo clinico e di ricerca; il “protocollo danni retinici d’altitudine”, per osservare l’incidenza di patologie della retina causate da problemi di natura vascolare e da ipossia; il “protocollo psicologia”, per studiare, con appositi test, comportamento e adattamento umano in ambiente ostile, durante le varie fasi della spedizione; il “protocollo Sildenafil”, per la sperimentazione in alta quota del farmaco sulle patologie respiratorie e neurologiche. La Facoltà di Scienze motorie dell’ateneo aquilano, con un suo progetto, provvederà a monitorare la capacità di tolleranza allo sforzo fisico, per sperimentare innovative procedure di valutazione e dosaggio dello stress fisico in condizioni di sollecitazione estrema. I risultati di tale progetto saranno estremamente utili in futuro per ottimizzare i sistemi di preparazione per gli alpinisti d’alta quota. Altro rilevante progetto scientifico d’interesse ambientale, in sinergia con il Consorzio di Ricerca e con i Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare, consentirà di valutare, in ambienti inusuali quali quelli toccati dalla spedizione, la presenza di berillio 7, radioisotopo a vita breve (50 giorni) prodotto dalla radiazione cosmica nell’atmosfera e portato a terra da piogge o nevi. I rilievi saranno correlati con le misurazioni di elementi radioattivi d’origine naturale (uranio, torio, cesio) raccolte in territorio abruzzese. Infine, il progetto solidarietà nel villaggio di Askole, a quota tremila, nei pressi del ghiacciaio del Baltoro. Da alcuni anni l’iniziativa alpinistica italiana in Karakorum ha portato alla realizzazione del Dispensario medico “Lorenzo Mazzoleni”, unico centro di assistenza sanitaria per le popolazioni, molto povere, d’una regione vasta quanto una grande nazione europea. Il potenziamento del dispensario e la sua trasformazione in un punto medico di primo intervento trovano nella spedizione “Abruzzo Karakorum 2007” una risposta operativa. Grazie all’Azienda farmaceutica municipale dell’Aquila e all’Assofarm, l’associazione nazionale delle farmacie comunali, sarà assicurata con regolarità la fornitura di farmaci. Quest’iniziativa umanitaria non può che ascriversi a merito del Cdaa ed è motivo di forte distinzione dell’Abruzzo all’estero, orgoglio per tutti gli abruzzesi nel mondo. Ora, non c’è che da augurare agli alpinisti abruzzesi le stesse emozioni provate sul Broad Peak mezzo secolo fa da Kurt Diemberger e descritte con rara efficacia nel suo libro “Tra zero e ottomila”. Diemberger, nato nel 1932 a Villach, in Carinzia, da anni ha scelto di vivere in un paesino dell’Appennino emiliano. Grande scalatore, scrittore e autore cinematografico, pioniere dell’uso della cinepresa sulle grandi montagne, nei suoi libri e nei documentari girati fino a quote proibitive, porta testimonianze stupende delle sue imprese e delle emozioni che si provano, anche nella tragedia. Questo è un frammento scritto sulla conquista del Broad Peak. “(…) Il giorno sta per finire sulle montagne del Baltoro. Le ombre dei giganti crescono lentamente lungo i ghiacciai, convergono, s’intrecciano, formando un mare placido e silenzioso d’oscurità, da cui spuntano ancora le montagne, come isole rilucenti. Il sole fiammeggiante e vibrante nella sua forza primigenia si adagia verso l’orizzonte. Poi, in un gioco di colori di incantevole bellezza, soltanto le cime degli ottomila risplendono sopra il mondo. La neve ha un riverbero arancio intenso, le rocce bruciano in una tinta rosso-bruna, uno splendore irreale. Su una delle cime stanno due uomini. Il loro respiro è ancora pesante per la recente scalata; sono stanchi, ma non lo sentono, perché quello splendore che si diffonde intorno e l’ultima luce del sole sono penetrati anche in loro (…)”. Immagino possa essere il miglior auspicio di buona fortuna per la spedizione abruzzese. Goffredo Palmerini (componente del Cram - Consiglio regionale abruzzesi nel mondo)

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