Dalla macerie del sisma al riscatto della culla: negli ultimi 5 anni nascite raddoppiate

14 Gennaio 2014   12:38  

All’Aquila, dalle macerie del sisma, la vita si è risvegliata con forza tanto che le nascite, in ospedale, sono quasi raddoppiate: negli ultimi 5 anni, dal 2009 fino ad oggi, a Ostetricia sono arrivati 470 neonati in più.

I numeri del reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di L’Aquila, diretto dal prof. Gaspare Carta, parlano di un grafico ascendente, soprattutto dal 2011 al 2012, che ha riportato l’asticella demografica ai livelli di natalità pre-terremoto.

Insomma, nell’ultimo quinquennio, a guardarla dalla sala parto di Ostetricia, la città ha dato un segno, letteralmente, di recupero in termini di ‘vitalità’.

I dati confermano che il reparto del San Salvatore, per le donne in dolce attesa, oggi resta più che mai un punto di riferimento del vasto territorio dell’aquilano e dintorni. Un ambiente sanitario, quello di Ostetricia, con molteplici servizi - alcuni dei quali con pochi riscontri in Italia - dove le partorienti fruiscono di un’articolata assistenza.

Nel 2009, anno dell’evento tellurico, il numero di bebé fu di 573, nell’anno successivo i parti balzarono a quota 874, nel 2011 ‘sfondarono’ il muro dei mille (1.013), e nel 2012 hanno toccato il punto più alto, tuttora non superato, con 1.042 neonati.

Nel 2013 si è registrata una lieve flessione, 1.021 vagiti, cifra che però va interpretata come un’ottima tenuta poiché nell’anno appena trascorso in tutta Italia c’è stato un forte calo di nascite e L’Aquila, a differenza di tanti altri ospedali, ha sostanzialmente mantenuto gli standard precedenti.
Bebé di donne straniere: romene in testa.

Nella quota di genitori di nazionalità non italiana, relativi al 2013, il numero complessivo di neonati è stato 173, dei quali 153 sono di coppie composte da mamma e papà stranieri mentre gli altri sono il frutto di coppie ‘miste’, in cui l’uomo è italiano.

In cima alla graduatoria delle mamme, extracomunitarie e non, vi sono quelle di nazionalità rumena (54), seguite dalle macedoni (45) e dalle albanesi (26).

A seguire, molto staccate, ucraine (7), moldave (5), polacche e marocchine (4). Hanno partorito all’ospedale di L’Aquila, anche donne di Cuba, Perù, Usa (6) e Cina (1).

Ostetricia: nuovo servizio.

E’ stato recentemente attivato un servizio, presente solo nei centri di eccellenza italiani, che riguarda la riabilitazione del pavimento pelvico femminile a rischio di prolasso (cioè crollo) o incontinenza urinaria, dovute a travagli difficili. Il reparto ha a disposizione una fisioterapista che si occupa di queste problemi.

Controlli costanti in ospedale

Ostetricia di L’Aquila non si limita ad assistere le donne in gravidanza ( come nella maggioranza degli ospedali) solo al momento del parto. Infatti, già dalla 37 settimana (fino ovviamente alla nascita), in reparto la partoriente viene costantemente monitorata con test e controlli che confluiscono in un fascicolo personale.

La cartella offre così la possibilità ai medici di avere un quadro chiaro e aggiornato delle condizioni e di evitare, al momento del ricovero in ospedale per il parto, di effettuare tutti gli accertamenti con urgenza e a ritmi serrati, non senza ansia da parte della partoriente.

Neonatologia per i bimbi prematuri.

Il San Salvatore è attrezzato anche per assistere i bambini pretermine, venuti cioè alla luce attorno in anticipo rispetto ai tempi previsti, dalla 37esima settimana in poi.

Grazie al servizio di Neonatologia e terapia intensiva neonatale, diretto dalla dr.ssa Sandra Di Fabio, è stato possibile, nel 2013, salvaguardare la salute di 136 bimbi nati prematuri che, per la delicatezza della loro condizione, necessitano di strumentazioni e assistenza qualificata. Su 136 parti pretermine, registrati lo scorso anno, 17 sono avvenuti con un anticipo ancora più marcato, prima della 32esima settimana.

 


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