Dare voce a L'Aquila: il ministro Barca incontra i cittadini in una bella domenica di democrazia

18 Giugno 2012   00:30  

‘’Osservare, ascoltare e scrivere. Questo è il giornalismo ed è per questo che siamo qui.’’ Esordisce così il direttore del Fatto quotidiano Antonio Padellaro, nel presentare l’incontro pubblico di ieri pomeriggio a L’Aquila, ovvoemnte dedicato alla ricostruzione post-sismica. Al suo fianco sotto un gazebo a piazza Duomo per la seconda volta in pochi giorni nel capoluogo, il ministro Fabrizio Barca, che dei tecnici al potere è quello che ha la delega al terremoto aquilano. Con lui a rispondere alle domande del pubblico il sindaco Massimo Cialente e l'alto dirigente del ministero Aldo Mancurti, fidatissimo consigliere del ministro. Davanti, composti e attenti, un centinaio di cittadini riparati sotto l’ombra della chiesa delle Anime sante in un torrido pomeriggio di estate incipiente.

Si comincia comunque da dove si era rimasti martedi con Cialente che al ministro cordialmente chiamato Fabrizio, ammonisce: ‘’Il commissariamento ha fallito, ha fatto troppi danni, pertanto Chiodi e l’Stm devono andare via entro un mese, impensabile che restino fino a dicembre’’. E Cialente arriva a minacciare preventivamente le dimissioni.

Il ministro Barca se la cava con una battuta:  “A Massimo piace fare battute ma non andrà in questo modo, se sarà così però lo devi fare!”. Ricordando subito dopo che se per la ricostruzione si utilizzano soldi pubblici ed è un intervento di interesse nazionale è ovvio che serve una figura terza di coordinamento e controllo. Servono cioè strutture sovraordinate ai Comuni e agli enti locali per dare una strategia d’insieme alla ricostruzione. Negli altri terremoti ricorda Barca significativamente, il ruolo di regista è stato svolto dalla Regione. Morale della favola: Cialente con Chiodi ci dovrà avere comunque a che fare,  non più come commissario, ma senz'altro come governatore dell'Abruzzo. 

Barca ha comunque garantito che entro fine giugno la nuova norma sulla ricostruzione e la sua governance sarà scritta, con l’obiettivo di approvarla in Parlamento entro l’estate.

A tal proposito il sindaco Cialente suggerisce di inserire nella legge anche il divieto per le ditte di ‘’vendere’’ parte di appalti ad altre ditte attraverso passaggi societari, in quanto un grosso rischio per la ricostruzione è l’accaparramento dei lavori e il meccanismo dei subappalti da parte di ditte che poi non sono in grado di portare a termine nei tempi e nei modi richiesti.

Altri importanti suggerimenti ai fini della redazione di una buona legge vengono dagli stessi cittadini che man mano sono intervenuti.

Anna Pacifica Colasacco dell’assemblea cittadina ha ribadito la necessità di inserire nella nuova norma quello che nel progetto di Legge di iniziativa popolare è già previsto per la partecipazione, trasparenza e puntuale informazione, in particolare su appalti, incarichi, consulenze, iter normativi, attraverso l'istituzione di un Osservatorio Civico.

A proposito di trasparenza Barca ha detto di aver trovato una situazione imbarazzante per quanto riguarda la certezza e l'accesso ai dati e numeri della ricostruzione e dell'emergenza. Si è fatto ordine e si sono accorpati in modo più che soddisfacente quelli relativi ai lavori sulle case E e alle macerie, spiega Barca, molto resta da fare sui numeri relativi ai soldi spesi dopo l’emergenza e agli appalti pubblici.

Il ministro ha poi accolto con favore la proposta del neo-consigliere comunale Ettore di Cesare di escludere dagli appalti i politici comunali che svolgono attività economiche legate alla ricostruzione, in qualità ad esempio di costruttori e professionisti, come già avvenuto in Irpinia.

Sollecitato dall’urbanista Tiziano Frezza, Barca riassume poi la sua visione di città futura: una città che si gioca molto con l’università: l’obiettivo è la residenzialità di almeno 20mila studenti in un centro storico ripensato secondo il modello della Smart city, creando un polo di eccellenza come già si sta facendo con il Gran Sasso Institute

Il turismo è importante, ma non è l’asse strategico. E’ importante invece emancipare l’economia e aquilana dalla sua dipendenza dal lavoro pubblico e dalle pensioni, perché la città non avrebbe futuro.

Isabella Tomassi dell’Associazione Misa di Pescomaggiore ha sollevato il problema della ricostruzione delle seconde case solo in parte finanziate o per nulla, punto decisivo in particolare per la ricostruzione dei piccoli borghi del cratere sismico.

Inoltre per buona parte delle frazioni dell'Aquila, ha ricordato Tomassi, il piano di ricostruzione del Comune dell’Aquila prevede poco o nulla, oltre al rifacimento delle case E, non è chiaro nemmeno se saranno rifatti almeno i sotto-servizi adeguati ad un abitare nel terzo millennio.

‘’Si rischia una ricostruzione senza soggetto – spiega infatti Tomassi allargando lo sguardo ai borghi del cratere sismico - la popolazione anziana, la maggioranza in questi paesi, morirà prima. I giovani, che già stanno perdendo il legame con il paese, man mano andranno via, anche perchè non c'è occasione di reddito. Eppure L'Aquila è stata fondata da questi borghi, L'Aquila è o dovrebbe essere una città territorio. Servono politiche concrete per favorire il loro ripopolamento da parte dei giovani molti dei quali potrebbero tornare a fare agricoltura, e aprire attività legate ridando alle aree interne voce, vita e futuro. A L'Aquila invece questa vocazione viene compromessa da progetti che prevedono ad esempio il raddoppio di cave in aree di pregio e che dovrebbero avere ben latra vocazione'’.

Barca nel rispondere ha riconosciuto che molte frazioni del Comune del'Aquila rischiano di essere penalizzate rispetto a borghi di pari importanza e dimensioni che però hanno un Comune autonomo e piani di ricostruzione specifici e ben più ambiziosi.

Il ministro ha ribadito che nella nuova legge si dovrà poi effettivamente affrontare la questione delle seconde case dei non residenti escluse in tutto o in parte da finanziamenti, perchè altrimenti la ricostruzione e il ripopolameto dei piccoli borghi del cratere diventa problematico, essendo queste seconde case il grosso del patrimonio edilizio e la condizione per consentire ai paesi di riempirsi e vivere almeno nei fine settimana e durante le ferie.

Non bisogna però fare l’errore dell’Irpinia e dell’Umbria dove centri storici interamente ricostruiti con soldi pubblici, sono ora scatole vuote o hanno determinato l’ingiusto arricchimento di pochi privati che al posto di stalle abbandonate e ruderi si sono ritrovate ville da affittare ai turisti, ristrutturate dai soldi dei contribuenti.

La quadratura del cerchio potrebbe essere quella di finanziare la ricostruzione di seconde case solo vincolando l’intervento all’effettivo utilizzo e all'interesse pubblico, nella cornice di un partecipato progetto di rinascita di ogni singolo borgo.

Mattia Lolli del comitato 3e32 ha chiesto un cronoprogramma certo della ricostruzione. E la creazione di un fondo sociale da finanziare riducendo alla fonte le parcelle per costruttori, tecnici e progettisti. Che, ricorda il giornalista Enrico Fierro, in Irpinia si sono messi in tasca il 40% del fiume di denaro pubblico speso per la ricostruzione. 

Sara Vegni di Action Aid ricorda al ministro che a L’Aquila ci sono molti nuovi poveri, e che l’unica forma di ammortizzatore sociale è il Cas, l’assegno di autonoma sistemazione che però finirà a dicembre. Ha denunciato come gravissimo il fatto che ci sono ancora oltre 10 milioni di euro per politiche sociali donate,stanziate ma che ancora non trovano una destinazione d'uso. 

Altre persone intervenute hanno sollevato il problema degli anziani soli, della mancanza di spazi aggregativi, il nulla o quasi che è stato fatto per i piccoli agricoltori. 

Il ministro Barca per quanto riguarda il cronoprogramma concorda sul fatto che è fondamentale, ma che potrà essere fatto solo quando saranno approvati tutti i piani di ricostruzione e si cominceranno ad aprire i cantieri.  

E per quanto riguarda il Fondo sociale: Barca si dice d’accordo ma interventi per giovani e fasce deboli della popolazione possono essere finanziate con i fondi CIPE della Regione, e ha promesso di sollecitare il presidente Chiodi in questa direzione. E ha aggiunto: ''Nella strategia di ricostruzione dell'Aquila c'è anche la creazione di esperienze prototipali di inclusione sociale e assitenza''. In una direzione opposta però dal modello rappresentato ad esempio dai ''lavoratori socialmente utili''

Rita Innocenzi della Fillea Cgil ha ricordato che ci sono lavoratori impegnati nella ricostruzione che vivono in condizioni disumane, dormono nelle case E, lavorano in nero. E ancora: negli studi professionali ci sono stagisti che lavorano gratis a progetti che eppure ad avidi architetti e ingegneri fruttano ricche parcelle. 

Barca risponde che una ricostruzione fondata sullo sfruttamento e sull’ingiustizia sociale sarebbe una partita persa già in partenza, lodando però l'ottimo lavoro che si già fatto nel cratere sul fronte del lavoro nero e della prevenzione delle infiltrazioni mafiose. 

Infine la white list, di ditte e professionisti con certificazione antimafia e affidabili. Ettore Perrotti osserva che le iscrizioni sono finora 250, ma intanto le ditte e professionisti che già lavorano nel cratere sono 2500. Barca risponde che per ora l'elenco non è pubblico perchè appunto il ministero sta monitorando ogni singola richiesta.

Quando l'elenco sarà reso pubblico il cittadino ragionevolmente sceglierà, pur non essendo obbligato, ditte e professionisti ''certificati'', e questo scatenerà la corsa delle ditte e dei professionisti ad iscriversi.

Filippo Tronca


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore