Davvero non c'è interesse scientifico nel prevedere i Terremoti?

In Italia

21 Novembre 2009   12:17  

A che punto è la messa in sicurezza delle nostre città ? Dobbiamo piangere altri morti nella prossima tragedia ? Warner Marzocchi (Ingv): “Un ricercatore è libero di fare tutte le ricerche che vuole e nessuno glielo impedisce: ma chi spenderebbe molte migliaia di euro per progetti che molto probabilmente falliranno ?”. Qualcuno ricorda il terremoto di Carlentini e il ruolo del mass-media?

 

"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica".

(Art. 9, Costituzione Italiana)

 

I terremoti dimostrano che il cuore pulsante della Terra è vivo e vegeto grazie a Dio. Manifestazione diretta e indiretta delle immani energie in gioco nel nucleo, utili tra l'altro per energizzare il campo magnetico terrestre che attraversa, avvolge e protegge il pianeta dalle letali radiazioni cosmiche, compreso il vento solare. Ma ad otto mesi dal sisma di L'Aquila (Mw=6.3, con effetti devastanti di risonanza in città e in provincia: 307 morti, migliaia di feriti, decine di migliaia di sfollati dalla città-fantasma capoluogo della Regione Abruzzo e miliardi di euro di danni materiali e morali), possiamo davvero dire di avere appreso la dura lezione offerta dalla Natura? A che punto è la messa in sicurezza anti-sismica delle nostre città ed abitazioni? Dobbiamo piangere altre decine di migliaia di morti nella prossima tragedia, per avere il coraggio di dire e fare qualcosa di utile? La Politica che fine ha fatto?

L'informazione, i media, Internet, la cultura e il cinema in Italia sembrano impazziti. Forse per consapevole autocosciente senso di insufficienza, inadeguatezza, forse per mancanza di auto-stima. Una densa coltre di nebbia ammanta di silenzio e indifferenza un evento epocale che meriterebbe ben altra attenzione e considerazione. Pensate, se fosse successo negli Usa, cosa si sarebbero inventati i nostri fratelli Americani, imprese cinematografiche ivi comprese. In attesa dell'arrivo a Teramo del simulatore sismico con la relativa mostra: "Before, immediately, tomorrow" della Protezione civile italiana, i cittadini si chiedono se davvero nel nostro Bel Paese non vi sia alcun interesse a prevedere i terremoti, a finanziare tali ricerche (pubbliche e private) per la sicurezza di tutti. La scienza è fatta di ipotesi da verificare prima di diventare certezze e tecnologia. Galilei docet. Ma non applicare le tecnologie esistenti, vi lascio solo immaginare quali ipotesi di reato potrebbe configurare, compresa l'alto tradimento della Carta fondamentale.

E' mai possibile che per divulgare temi di ricerca scientifica, oggi sui terremoti e domani sulle eruzioni vulcaniche, si debba per forza di cose ricorrere gratuitamente al mito ed alla leggenda? Meglio sarebbe chiedere aiuto ad Hollywood, inaugurando un nuovo genere fantascientifico made in Italy, per produrre film sul modello della "sana" pellicola "Core", ben sapendo circoscrivere il target e l'eventuale ricaduta in termini di soldi e immagine. Magari proprio per finanziare queste ricerche e un giorno, chissà, progetti ben più ambiziosi di esplorazione diretta della Terra.

Tornando in superficie ed alla realtà, Massimo Cocco dell'Ingv fa notare che "allo stato attuale delle conoscenze, per quanto riguarda l'interesse sulla previsione scientifica dei terremoti, l'Italia è il primo paese europeo a diventare una Testing Regions nell'ambito del Collaborative Studies on Earthquake Predictability (CSEP)". Gli obiettivi sono di validazione scientifica ovviamente.

Dubbi vengono espressi anche dal geologo Antonio Moretti dell'Università di L'Aquila. "A conti fatti - dice Moretti - allertare la popolazione su di una semplice probabilità può essere pericoloso e può far perdere voti se poi per sfortuna il terremoto non viene". Qualcuno ricorda il terremoto di Carlentini e il ruolo dei mass-media (www.lasvolta.net/tds/index1.htm)?

"Ricordo un articolo di 20 anni fa - rivela Moretti - in occasione del terremoto di Carlentini che intitolava: "SOLAMENTE 500 MILIARDI DI DANNI: COSTERNAZIONE NELLA DC. Non ci sono più i terremoti di una volta". Senza parlare dello sfortunato caso della Garfagnana! Questo perché prevedere i terremoti a breve termine, è molto difficile e comunque richiederebbe investimenti molto superiori a quelli dedicati all'uopo dal nostro Paese. "Tra i precursori a breve termine il radon è uno tra i più promettenti - rivela Moretti - ma certo non basterebbe un solo rilevatore (ce ne sono in commercio decine di modelli, da poche centinaia di euro a molte decine di migliaia) per fare le previsioni. Lo sto studiando da decenni e non ho mai scoperto la formula magica".

Per Warner Marzocchi dell'Ingv dipende da cosa si intende per scarso interesse sulla previsione scientifica dei terremoti in Italia. "Un ricercatore è libero di fare tutte le ricerche che vuole e nessuno glielo impedisce" - afferma Marzocchi. L'Art. 9 della Costituzione italiana dice:"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica". Per cui "un ente finanziatore - fa notare Marzocchi - decide quali sono gli argomenti di maggiore interesse per i suoi scopi. Ovviamente, nel campo della ricerca tutto merita di essere sviluppato, ma i soldi sono limitati". Ad esempio? "I fondi europei non danno nessuno spazio a ricerche sulla "previsione deterministica" ma ci sono abbastanza fondi per altri tipi di ricerca sulla previsione, principalmente le previsioni probabilistiche. Ciò perché tutti pensano che le ricerche sulla previsione deterministica abbia scarsa probabilità di successo mentre le previsioni probabilistiche hanno più probabilità di successo. Vi parlo dei progetti europei. Comunque sia, i progetti finanziati in Italia seguono gli stessi argomenti di quelli finanziati a livello europeo e mondiale".

Quindi dire che non c'è interesse sulla previsione dei terremoti, è non corretto. "Si crede poco alla possibilità di prevederli deterministicamente e quindi si finanziano meno progetti del genere, ma si finanziano abbastanza bene progetti sul miglioramento delle  previsioni probabilistiche e progetti sulla "validazione" (ovvero la verifica) dei modelli di previsione. Chi spenderebbe molte migliaia di euro per progetti che molto probabilmente falliranno? E così facendo senza lasciare fondi per finanziare ricerche di previsione probabilistica che potrebbero (con molte possibilità) migliorare la nostra stima probabilistica dell'occorrenza dei terremoti?". Esistono molti fondi di finanziamento internazionale "e se uno è bravo e attivo i soldi li trova per qualsiasi tipo di ricerca".

Per il ricercatore teramano Luca Crescentini dell'Università di Salerno, "fino ad oggi nessuno è mai riuscito a dimostrare la possibilità di prevedere i terremoti. Se ciò dovesse succedere nel futuro, ne sarei ben felice e non sarei il solo".

 

Nicola Facciolini

 

 


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