De Santis (IDV): "L'Aquila ricca di esperti della protesta del giorno dopo, Arap, Soprintendenza....

27 Gennaio 2016   11:47  

Una volta L’Aquila era ed era considerata Capoluogo di Regione ed a nessuno dopo il 1970 veniva in mente di spogliarla di una Sede Istituzionale o di un Ufficio importante, in quanto le Forze politiche- pur responsabili in qualche circostanza di errori o di abusi non giustificabili - esprimevano un’etica ed una visione, ma anche una classe politica autorevole e capace di garantire gli equilibri territoriali ed il ruolo della Città nel panorama regionale.

Oggi, la l’Amministrazione comunale vive alla giornata, non ha un progetto organico di sviluppo, anche a causa del sisma, si confronta in modo episodico con il Governo, non avendo al suo interno un proprio rappresentante.

Con la Regione il rapporto è di natura personale, realizzandosi in un “vogliamoci bene” tra il Sindaco ed il Presidente, non dando seguito alle idee progettuali concordate nell’unico incontro ufficiale svoltosi tanto tempo addietro fra la Giunta comunale ed il Presidente, D’Alfonso.

Il Sindaco è costretto ad attaccarsi ad ogni idea che si presenta, che si chiami Ponte sul fiume o Pista ciclabile, pur di esistere e di dimostrarsi all’altezza della missione.

Quando vengono fatte scelte incomprensibili e dannose per la Città da parte del Governo o della Giunta regionale, come quella che ha previsto lo spostamento della Soprintendenza archeologica, Belle arti e Paesaggio da L’Aquila a Chieti, allora e solo allora si svegliano tutti i benpensanti, politici ed amministratori, a contestare…dopo che i buoi sono usciti dalla stalla!

Forse, il Sindaco, qualche parlamentare abruzzese o lo stesso PD, che tutti ricomprende, sapevano o avrebbero potuto sapere prima gli orientamenti del Ministero dei Beni culturali, come pure i rapporti stretti intessuti con il Ministro amico, Dario Franceshini, avrebbero potuto essere più produttivi e rispettosi della vocazione della città, che lo stesso Ministro in passato ha dimostrato di conoscere.

Purtroppo, il Governo della Città risente di una forma esasperata di egocentrismo amministrativo, che allontana ogni possibilità di ascolto e di collaborazione; allo stesso modo le Opposizioni accentuano nella loro azione l’aspetto della contestazione personale o della critica pregiudiziale:       il risultato è che la Città è ferma e la popolazione è rassegnata!

Come classe dirigente, tutti i segmenti e nessuno escluso, dovremmo anticipare gli accadimenti ed avere in mente un’idea di città, sempre la stessa, ed un’ipotesi di sviluppo economico, sempre la stessa, per evitare di essere subordinati alle decisioni prese altrove e di passare poi per esperti della lamentazione e della contestazione del giorno dopo, che non produce nulla!


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