Debito sanità: l'Abruzzo con il cappello in mano

Tasse, ticket, tagli, fondi Fas

09 Dicembre 2010   08:18  

Giornata importante oggi per il futuro dell'Abruzzo. Sono infatti previsti incontri e contatti nel corso dei quali, il presidente e pluri-commissario Gianni Chiodi tenterà di convincere il governo a farsi prestare 200 milioni di euro al fine di colmare almeno in parte la voragine da 360 milioni di euro nel conti della sanità. e un debito salito a 528 milioni di euro.

L'alternativa sarebbe quella di un immediato aumento di Irap e Irpef, già tra i più alti d'Italia, utilizzando poi i 160 milioni di fondi europei, i celebri Fas, che dovevano servire per investimenti e infrastrutture.

Il mega-prestito dovrà comunque essere restituito a rate in trent'anni, con lauti interessi. E sarà comunque una palla la piede per la nostra regione. Ancora una volta le colpe di incapaci e impuniti gerontocrati, che ora magari si godono il vitalizio, dovrà essere pagata dai giovani e dalle future generazioni.

Il Tavolo di monitoraggio dei ministeri dell'Economia e della Salute ritene però che sia necessario anche aumentare il ticket per recuperare 5 milioni di euro e compensare la mancata copertura dovuta alla crisi, e alle mancate entrate fiscali.

Per concludere, tralasciamo il consueto e stucchevole scambio di accuse e scaricabarile di rito tra assortiti esponenti politici di vari schieramenti e che fanno politica da decenni, registriamo le lamentazioni di Confesercenti,  sindacati e industriali. Anche loro a ben veder non sono esenti da colpe in quanto spesso beneficiari delle spese allegre, delle leggi mancia, delle sveltine in bilancio, delle assunzioni indiscriminate negli enti pubblici, che hanno contribuito al consolidamento del debito.

Enzo Giammarino, Confesercenti: ''Siamo stanchi''

''Siamo stanchi di questo stillicidio di cifre e delle continue accuse rivolta al passato. Le elezioni si sono celebrate due anni fa, e una parte della vecchia classe dirigente è sotto inchiesta dalla magistratura: ora chi governa da due anni deve assumersi le proprie responsabilità di fronte a imprese e cittadini. Si convochi subito il "tavolo" romano con Regione, parlamentari, associazioni imprenditoriali e sindacati per ottenere lo stesso trattamento che il Governo ha riservato ad altre città e Regioni. L'economia è al collasso e precipita anche la qualità della vita: cosa si sta aspettando? Da due anni le imprese abruzzesi attendono l'erogazione dei fondi Fas per poter tornare a programmare lo sviluppo, ora invece rischiano di non poter contare neppure sui Fas. E' una scelta suicida. E' giunto il momento che la Regione Abruzzo pretenda lo stesso trattamento che il Governo nazionale ha riservato ad altre Regioni. Nella scorsa primavera il presidente Chiodi annunciò di voler chiedere un incontro a Roma con il Governo al quale invitare tutte le parti sociali: siamo a fine anno e l'incontro non c'è mai stato. Dovrà spiegarci per quale ragione le imprese abruzzesi devono subire un trattamento diverso»

I sindacati: ''Siamo preoccupati''

Cgil, Cisl, Uil Abruzzo esprimono grande preoccupazione per la situazione regionale, segnata da gravi problemi di sviluppo ed occupazionali, resi ancor più pesanti dagli effetti del terremoto, su cui si abbatte una nuova emergenza nello stato dei conti pubblici regionali (già messi a durissima prova dai tagli predisposti dal Governo nazionale e nella prospettiva dell'incombente federalismo fiscale), con la necessità di reperimento di 360 milioni entro l'anno.

Cgil, Cisl, Uil Abruzzo ritengono necessarie due operazioni verità, una sulle responsabilità politiche del dissesto dei conti pubblici regionali, della sanità e generali; l'altra sul definitivo accertamento, congiunto a livello nazionale e regionale, dello stato degli stessi, che metta la parola fine alle scoperte di sempre nuovi e maggiori buchi, tanto più sconcertante considerando che il fenomeno della distrazione di parte del fondo sanitario a beneficio di altri capitoli di bilancio era noto da tempo, da noi più volte denunciato, ma indagato con ingiustificabile ritardo nelle sue conseguenze sui conti.

Cgil, Cisl, Uil Abruzzo giudicano inaccettabile ed insostenibile un aumento delle tasse regionali, che penalizzerebbe direttamente cittadini, lavoratori ed economia regionale, e sono pronti alla mobilitazione per contrastarla.

Le soluzioni alternative all'aumento delle tasse avanzate dal Presidente della Giunta Regionale hanno comunque rilevanti ricadute negative e richiedono l'adozione di contromisure per limitarne la dannosità. In particolare, l'ipotesi del mutuo da 200 milioni configura un'ulteriore riduzione della quota di bilancio disponibile per le attività della Regione, con la paradossale crescita simultanea di rigore e debito. Lo stesso fenomeno ingiustificabile della distrazione di risorse dalla sanità al bilancio generale è spia di un problema, che da tempo evidenziamo, di scarsità delle risorse a disposizione della Regione, che richiede, nella prospettiva del Federalismo, l'apertura di un confronto pubblico sul tema dell'aumento delle entrate regionali.

Per quanto riguarda l'utilizzo di parte del FAS per coprire i restanti 160 milioni, è chiaro che si tratta di una distrazione di risorse dallo sviluppo alla copertura dei buchi della spesa corrente. Un esito inaccettabile, che richiede da parte del Presidente l'assunzione di impegni inderogabili a procedere celermente e con la massima trasparenza alla vendita degli immobili, come già previsto da una legge regionale che non è stata applicata, per ripristinare nella sua interezza in tempi brevi il FAS a disposizione dell'Abruzzo.

È infatti necessario che le strette sui conti pubblici siano riequilibrate con attività di stimolo allo sviluppo e all'occupazione, per evitare che si rafforzino le spinte recessive. L'attualità della Vertenza Abruzzo, recentemente rilanciata da tutto l'arco delle organizzazioni rappresentative del Lavoro e dell'Impresa, è confermata anche, e a maggior ragione, a fronte della nuova emergenza di bilancio. Non appena sarà chiara la situazione nazionale, è pertanto necessario dare seguito alla richiesta d'incontro con il Governo per lo sblocco delle risorse nazionali per lo sviluppo dell'Abruzzo: FAS, Master Plan, Infrastrutture, Zona Franca. Vanno inoltre definite le altre partite aperte in relazione alle risorse disponibili, dal Sociale ai Trasporti, dall'Industria al Lavoro, dalla Scuola alla Pubblica Amministrazione.

Cgil, Cisl, Uil Abruzzo ricorreranno alla mobilitazione qualora vengano meno risposte coerenti con quanto sopra esposto, nell'interesse dei lavoratori e dei cittadini abruzzesi, anche ricercando convergenze operative con l'insieme delle parti sociali.

Luciano Mari Fiamma, Apindustria l'Aquila: ''Tutti a casa!''

''Le imprese non possono più essere penalizzate dal nuovo buco della sanità, sia da un eventuale aumento delle tasse, che dalla sottrazione di fondi, i Fas, destinati allo sviluppo e al rilancio dell'economia. Le motivazioni addotte sulla svista per i 360 milioni di euro di buco sono ridicole infatti uno stato patrimoniale, anche se non obbligato dalla legge, andava redatto comunque per monitorare debiti e crediti. Pertanto, responsabili politici e amministrativi devono pagare andando tutti a casa. Non sono tollerabili sceneggiate dell'opposizione che, con onestà intellettuale, dovrebbe riconoscere anche le proprie colpe di quando era al governo. Serve un patto di solidarietà per il definitivo risanamento della sanità''.


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