Del Corvo: "Continua caps post legge Delrio, la giunta provinciale sarà eletta da 50 comuni su 108

13 Marzo 2015   14:57  

Il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, in una nota indirizzata al ministro per l’Interno, al ministro degli affari regionali, ai parlamentari abruzzesi, al Prefetto della provincia dell’Aquila, al presidente dell’Unione Province Italiane e al presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani, denuncia la situazione surreale che, presto, si presenterà alle prossime elezioni provinciali.

“Per la Provincia dell’Aquila c’è in serbo un caos senza precedenti – tuona Del Corvo – la data delle nuove elezioni dovrebbe essere quella di sabato 2 maggio, prima del turno delle amministrative. Questo vuol dire che circa 50 dei 108 Comuni non potranno votare, visto quanto stabilito dalla legge Delrio, per la quale il rinnovo degli Organi delle Province deve avvenire tramite elezioni di secondo livello, che vedono come titolari del diritto di elettorato attivo e passivo i sindaci ed i consiglieri comunali della circoscrizione provinciale.

Una situazione fuori ogni logica democratica, - spiega il presidente - dovrò convocare i comizi elettorali, entro 40 giorni dalla data delle votazioni (da tenersi entro 30 giorni dalla scadenza del mandato), con la conseguente individuazione del corpo elettorale al 35 giorno antecedente la data delle votazioni; con la inevitabile esclusione di un rilevante numero di Comuni. Applicare il quadro normativo determinerà, in assenza di auspicati interventi correttivi, conseguenze paradossali; da un lato, verrebbe compressa la libertà alla partecipazione democratica del voto ad un consistente numero di rappresentati comunali eletti dal popolo e, dall’altro, pregiudicata la legittimazione democratica degli organi rappresentativi del nuovo Ente. Voterebbero consiglieri e sindaci che dopo poco cesseranno di esserlo; ma che tipo di amministrazione si prospetta?

È un ulteriore schiaffo al lavoro che abbiamo svolto in questi ultimi 5 anni, lede la più basilare forma di democrazia e determinerà maggiori insicurezza e dispersione tra i dipendenti e tra gli stessi cittadini. Sin da ora declino ogni responsabilità, anche conseguenti a possibili ricorsi in via giurisdizionale, in danno dell’immagine di questo Ente e, più in generale, della credibilità delle Istituzioni pubbliche e della fiducia riposta dall’opinione pubblica.

Una situazione di ordinaria follia per cui ho chiesto alle autorità destinatarie della mia lettera, di assumere, con l’urgenza del caso, le iniziative necessarie; sempre se l’obiettivo comune è quello di rendere ancora, lo strumento del voto, un diritto di tutti. Perché dietro a ogni sindaco e consigliere comunale ci sono i cittadini e sono loro i destinatari della nostra azione amministrativa”.


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