Del Turco:''Io,vittima dell'Abruzzo dei caimani e delle caste''

La verità di nonno Libero

13 Ottobre 2008   11:45  

"Oggi festeggero' con i miei due nipotini, Pablo ed Emiliano che saranno a pranzo a casa mia con mia figlia Manuela. Ma gli ho proibito di chiamarmi 'nonno Libero' perche hanno gia' provato a farmi questo scherzetto questa mattina. Con molta simpatia ho detto loro che io sono nonno e libero, nonostante conosca ed apprezzi Nino Banfi".

Cosi' l'ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco ha iniziato stamani una conversazione con l'Agi riferendo come abbia trascorso una notte "assolutamente tranquilla" all'indomani della decisione del Tribunale del Riesame che ha trasformato gli arresti domiciliari in obbligo di dimora. Provvedimento preso nell'ambito del'inchiesta sulla cosiddetta sanitopoli abruzzese.

Del Turco ha confermato che non si dedichera' "per nulla alla campagna elettorale" per le elezioni del 30 novembre e del primo dicembre. "Veramente - ha spiegato - avrei difficolta' a scegliere, e' un atto di giustizia nei confronti di quelli che faranno la loro campagna elettorale. Sarei un elemento di turbamento".

Secondo l'ex governatore, tuttavia, il nuovo presidente della Regione Abruzzo deve "impegnarsi severamente a dire agli abruzzesi: guardate si puo' cambiare un presidente ma non cambia la vita ed il rinnovamento della Regione, non si ritorna all'Abruzzo degli 'sciali', all'Abruzzo dei consigli di amministrazione pletorici, all'Abruzzo che dia posti letto e all'aumento di tariffe alle cliniche private e non si ritorna soprattutto all'Abruzzo dei caimani".

Cioe': quelli che sono convinti per il fatto di avere un potere di poterlo esercitare imponendo scelte alla Regione. I caimani - ha specificato Del Turco - sono quelli che hanno avuto in dono, per esempio, un'autostrada quasi gratis piu' piccola di tutte le altre e che pero' ha una serie di tariffe che sono aumentate con la stessa velocita' con cui sono aumentate le altre. Quelli che governano le acque, i consorzi comunali che sono inamovibili, che possono dire le cose piu' orribili di questo mondo. Noi abbiano commissariato gli Ato perche'' era nei nostri poteri ma non abbiamo potuto commissariare, invece, i consorzi comunali che hanno mantenuto stretto il loro potere e la loro capacita' di fare...pasticci".

Dalla giustizia Del Turco si aspetta "che sia veloce". Io - ha affermato - voglio uscire al piu' presto da questa storia per restituire agli abruzzesi e agli italiani l'immagine che conoscono di Ottaviano Del Turco". La cosa che piu' ha soddisfatto Del Turco in questi tre mesi da quando e' iniziata la vicenda giudiziaria e' stata "la montagna di lettere che ho ricevuto anche da gente che non mi aveva votato e che sarebbe pronta a giurare davanti ai giudici la mia innocenza"

E' ACCADUTO IERI

 18.00 Tornerò a fare politica, ma sicuramente non in Abruzzo, visto che non solo l'opposizione ma anche pezzi della maggioranza mi volevano far fuori dalla politica". Lo ha detto l'ex presidente della Giunta Abruzzo Ottaviano Del Turco tornato oggi in libertà, anche se con l'obbligo di dimora a Collelongo, in una intervista raccolta dal Tgr Rai Abruzzo. Del Turco ha poi parlato di "poteri forti, dell'acqua e delle autostrade", come suoi nemici, e in riferimento al suo grande accusatore, l'imprenditore Vincenzo Angelini, ha sottolineato il momento difficile delle sue aziende e quindi "ha protetto solo il suo fallimento". Del Turco, come primo atto, non appena é potuto uscire, si è recato al cimitero per portare dei fiori sulla tomba dei genitori. Si è anche detto convinto della sua innocenza e che non ci sono la famose valanghe di prove.

12.11  E' tornato in liberta' oggi, ma con l'obbligo di dimora, dopo tre mesi di detenzione tra carcere e arresti domiciliari, l'ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco. Lo ha deciso stamani il Tribunale del Riesame dell'Aquila che si e' pronunciato sui ricorsi presentati contro l'ordinanza con cui il gip di Pescara Maria Michela Di Fine aveva trasformato la detenzione in carcere in quella domiciliare. Del Turco, con altri indagati eccellenti, e' coinvolto nell'inchiesta sulla sanitopoli abruzzese che il 14 luglio scorso decapito' la Giunta regionale con gli arresti di assessori, consiglieri, consulenti, oltre allo stesso Del Turco. Obbligo di dimora anche per gli altri indagati ancora ai domiciliari: si tratta di Lamberto Quarta, ex segretario regionale alla presidenza della Giunta regionale, Camillo Cesarone, ex capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, l'ex assessore Antonio Boschetti e Giancarlo Masciarelli, ex presidente della Fira. Alcuni giorni fa il Riesame aveva rimesso in liberta' l'ex assessore alla sanita' della Giunta di centrodestra Vito Domenici, detenuto ai domiciliari. Ad inchiodare gli indagati sono state le dichiarazioni del corruttore-pentito Maria Enzo Angelini, considerato il 're' della sanita' privata abruzzese, titolare della clinica Villa Pini di Chieti, che ai magistrati, in ben 8 occasioni, compreso l'incidente probatorio dello scorso 8 settembre, ha raccontato di aver dato tangenti per 15 milioni in cambio di favori a politici di destra e di sinistra. Il pool di magistrati che ha seguito l'inchiesta e' composto dal procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi e dai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio. Gli indagati sono accusati a vario titolo, di reati che vanno dall'associazione per delinquere al riciclaggio, dalla concussione alla corruzione. Il Tribunale del Riesame nei prossimi giorni esaminera' anche la posizione dell'ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga.

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11.30  E' appena terminata, al tribunale dell'Aquila, la riunione della camera di consiglio della Corte d'Appello, che deve decidere sulla richiesta di revoca della misura cautelare ai domiciliari per l'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco. La difesa aveva incassato un goal già il 19 settembre, quando il Gip Di Fine aveva respinto la richiesta di revoca dei domiciliari. L'ex governatore è agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Collelongo dall'11 agosto scorso. Si è in attesa della pubblicazione della sentenza.

 

ARCHIVIATO IL PROCEDIMENTO PENALE A CARICO DI 4 ASSESSORI E 2 EX ASSESSORI

Archiviazione per mancanza di dolo. Con questa motivazione il Gip del tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, ha disposto l'archiviazione del procedimento penale a carico di quattro assessori della Giunta regionale, Giovanni D'Amico, Mimmo Srour, Marco Verticelli e Fernando Fabbiani, e di due ex assessori, Franco Caramanico e Tommaso Ginoble, indagati per abuso d'ufficio e falso in relazione alla delibera della Giunta regionale numero 58 del 29 gennaio scorso con la quale si autorizzava il pagamento alla Deutsche bank di un credito cartolarizzato di circa 14 milioni di euro. Il decreto di archiviazione e' stato depositato ieri ed accoglie in toto le argomentazioni dei magistrati inquirenti contenute nella richiesta di archiviazione depositata il 7 ottobre scorso dal procuratore della Repubblica di Pescara Nicola Trifuoggi e dai due sostituti Giuseppe Bellelli e Giampiero di Florio. Nel decreto il Gip Di Fine scrive che "non emergono elementi in base ai quali poter sostenere il loro (degli assessori) consapevole coinvolgimento nell'attivita' invero organizzata da altri". Inoltre, secondo il Gip, "la complessita' del deliberato, la presentazione della pratica in Giunta al di fuori dell'ordine del giorno, le assicurazioni ricevute dai proponenti sulla legittimita' del deliberato e sull'interesse della Regione al sollecito compimento dell'atto sono tutti elementi che consentono di avvalorare le giustificazioni rese dei componenti della Giunta, risultati tutti estranei all'associazione a delinquere configurata nel procedimento principale". Da qui "le carenze insuperabili in ordine alla prova della sussistenza del dolo intenzionale per l'abuso d'ufficio e del dolo generico per il falso" che hanno convinto il Gip Di Fine a firmare il decreto di archiviazione.


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