Del Turco, si affievolisce il quadro accusatorio

Ieri in procura Vincenzo Rivera, il testimone chiave

19 Luglio 2008   10:04  

Quelle che nella conferenza stampa del procuratore Trifuoggi tenuta in pompa magna lunedì a Pescara sembravano accuse sostenute da prove schiaccianti, ogni giorno che passa paiono affievolirsi. Man mano che proseguono le indagini e negli interrogatori di questi giorni il quadro accusatorio si ridimensiona a vista d'occhio.

Diventano sei, sette i punti controversi nell'inchiesta, anche a seguito dell'interrogatorio di ieri a Vincenzo Rivera, capo di gabinetto dell'ex presidente, che passava praticamente tutto il suo tempo al fianco di Ottaviano Del Turco e, dunque, persona informata sui fatti. E in tutta la vicenda rischia di diventare colui che smonta la tesi accusatoria che vedrebbe Del Turco coinvolto nel pagamento di tangenti, da parte di Angelini. Svanirebbe, in questo caso, anche la teoria dell'esistenza di un tesoro nascosto.

La versione di Rivera sarebbe stata la seguente. Del Turco aveva in affitto una casa in via del Babuino a Roma, di proprietà della Reale Mutua assicurazioni, che ultimamente gli avrebbe aumentato il canone, inducendolo a lasciarla, è così che Rivera, la cui famiglia possiede un villino a piazza di Spagna, gli offre la sua abitazione, seppur ancora occupata da un inquilino.

Il resto del “tesoro” sarebbe la casa del figlio, sembrerebbe in un quartiere periferico della capitale, e sulla quale grava un mutuo acceso alla Carichieti.

Ecco gli altri punti controversi.

Non c'è assoluta traccia dei 6 milioni che Angelini dice di aver pagato a Del Turco, nonostante la Finanza abbia in mano tutti i riscontri in partenza, cioè i prelievi eseguiti dal re delle cliniche alla Carichieti e alla Caripe.


Quella di Enzo Angelini di registrare tutto e tutti, ormai si sa, è una mania da sempre. È così che da anni raccoglie prove. E la mania di raccogliere prove non si fermava davanti a nulla, l'imprenditore, che sarebbe andato a Collelongo per diciannove volte, per consegnare tangenti, per 5,8 milioni di euro, ha conservato tutto di quei viaggi, persino le ricevute del telepass dell’autostrada o le fascette con cui legava le banconote da 500 euro. E l'interrogativo che sorge in questo caso, nasce dal fatto che non ha mai accesso il registratore che ha nel taschino mentre metteva le tangenti nelle mani di Del Turco.


Arrivati ad un certo punto, il 2 novembre del 2007, il re delle cliniche decide di precostituirsi una prova principe. Dalla dipendente Catia Pace fa scattare una foto a una tangente di 200 mila euro: quattro mazzette, ciascuna di 50 mila euro, di banconote da 500 euro. Quindi parte per Collelongo insieme con l’autista Dario Sciarelli, al quale ordina, una volta davanti l'abitazione del governatore, di fargli tre foto: la prima mentre mostra i soldi con l’abitazione di Del Turco come sfondo; la seconda mentre si avvia verso il portone con una busta nera con i 200 mila euro e la terza mentre esce di casa senza la busta.

Ma Angelini che nella clinica Villa Pini, così come nella sua casa a Chieti, ha le più sofisticate e moderne attrezzature di ripresa, tv a circuito interno, maxi schermi al plasma, per tenere sotto controllo casa e clinica, quel giorno a Collelongo non usa neppure una macchina fotografica digitale, ma un modestissimo telefonino che scatta foto di scarsissima qualità. Ed è sotto gli occhi di tutti quale grande prova possa rappresentare quella immagine. (MS)


Galleria Immagini

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore