Dimissioni Maragno, un presunto "ricatto" di cinque forzisti dissidenti alla base della scelta

Spaccatura nella maggioranza su discussione bilancio

01 Ottobre 2014   09:31  

Una decisione che ha spiazzato tutti, a Montesilvano e fondamentalmente in tutto il panorama politico abruzzese, quella di Frrancesco Maragno di rassegnare le proprie dimissioni dall'incarico di sindaco.

Una decisione giunta ad appena 100 giorni dall'elezione dello scorso maggio a causa della spaccatura creatasi all'interno del gruppo consiliare di Forza Italia in sede di discussione del bilancio di previsione 2014: la capogruppo Deborah Comardi, insieme ai consiglieri Manola Musa, Anthony Aliano, Stefano Di Blasio e Claudio Daventura, hanno infatti appoggiato la volontà dell'opposizione di rinviare la seduta all'8 ottobre, affinché gli uffici tecnici possano valutare attentamente gli oltre 200 emendamenti protocollati.

A quel punto, dunque, l'annuncio di Maragno, contrario a tale proposta insieme al resto della giunta. "Non posso accettare per la mia dignità di uomo, di padre di famiglia, di sindaco e di ispettore della Guardia di Finanza che le scelte di questo Comune possano essere fatte al di fuori del Comune stesso" - le parole del sindaco "quanto a me, sono sempre stato un uomo libero e lo resterò, con o senza fascia tricolore".

La scelta di Maragno, secondo alcune voci di corridoio, sarebbe tuttavia giunta, più che per la spaccatura all'interno della maggioranza in sè (che comunque era nell'aria già da alcuni giorni, dato il disappunto della Comardi circa la mancata visualizzazione del bilancio prima del nulla osta dell'esecutivo), a causa di una sorta di "ricatto" dei 5 forzisti dissidenti, che avrebbero posto al primo cittadino determinate condizioni per approvare il bilancio. Tra le condizioni che sarebbero state dettate, sempre stando a tali voci, la richiesta di due posti in giunta, due dirigenti e il presidente del cda dell'Azienda Speciale.

Per inciso, la proposta dell'opposizione è stata poi approvata nel pomeriggio su decisione del presidente del consiglio Umberto Di Pasquale. La scelta di rinvio al pomeriggio, oltretutto, è stata aspramente contestata dalla minoranza e dai dissidenti, che hanno elaborato un documento di denuncia da indirizzare al prefetto di Pescara.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore