Dipendente assenteista della Asl di Pescara sospeso dal servizio

21 Novembre 2013   17:33  

Un dipendente assenteista della Asl di Pescara, con mansioni di assistente amministrativo, e' stato sospeso dall'esercizio del pubblico servizio in esecuzione di un provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis al termine di una articolata attivita' d'indagine diretta dal pubblico ministero, Annalisa Giusti.

La misura cautelare nei confronti di D.O.F., 40 anni, di Spoltore (Pescara) e' stata eseguita dal personale della sezione di polizia giudiziaria-aliquota polizia di stato della Procura.

La vicenda giudiziaria e' scaturita da alcune segnalazioni arrivate a primavera alla polizia giudiziaria, riguardanti il presunto assenteismo dal posto di lavoro del dipendente della Asl durante l'orario di servizio, per cui e' stato tenuto sotto controllo e scoperto.

Il regolamento aziendale della Asl, spiega la Procura in una nota a firma del Procuratore, Federico De Siervo, impone che i dipendenti debbano far rilevare la propria presenza in ufficio attraverso il badge (cioe' il cartellino marcatempo elettronico).

L'uomo, pero', stando ai dati acquisiti dalla Procura sulle sue presenze, era solito ricorrere allo strumento dell'autocertificazione, che avviene a posteriori, per attestare il proprio orario di servizio.

Per ricostruire i suoi spostamenti e rilevare la sua presenza effettiva sul posto di lavoro, gli investigatori hanno fatto ricorso ai moderni mezzi tecnologici, scoprendo che durante l'orario di servizio e nei giorni in cui risultava presente in ufficio, il dipendente della Asl era in localita' molto distanti dalla sua scrivania e che in tutti i casi rilevati, aveva fatto ricorso all'autocertificazione, per attestare la propria presenza sul posto di lavoro.

Sono stati anche promossi dei servizi di osservazione, per spiare le mosse dell'uomo, anche in questo caso usufruendo della tecnologia, e sono stati messi a confronto tutti i dati raccolti.

La misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico servizio e' stata individuata come "quella piu' congrua in relazione alle condotte tenute dall'indagato", prosegue la nota della Procura.

Il 40enne e' accusato di truffa in danno della Asl, essendosi assicurato la retribuzione anche per i periodi di assenza dal posto di lavoro, e di avere presentato false dichiarazioni per attestare la sua presenza in ufficio. 

Il regolamento aziendale della Asl, spiega la Procura in una nota a firma del Procuratore, Federico De Siervo, impone che i dipendenti debbano far rilevare la propria presenza in ufficio attraverso il badge (cioe' il cartellino marcatempo elettronico). L'uomo, pero', stando ai dati acquisiti dalla Procura sulle sue presenze, era solito ricorrere allo strumento dell'autocertificazione, che avviene a posteriori, per attestare il proprio orario di servizio.

Per ricostruire i suoi spostamenti e rilevare la sua presenza effettiva sul posto di lavoro, gli investigatori hanno fatto ricorso ai moderni mezzi tecnologici, scoprendo che durante l'orario di servizio e nei giorni in cui risultava presente in ufficio, il dipendente della Asl era in localita' molto distanti dalla sua scrivania e che in tutti i casi rilevati, aveva fatto ricorso all'autocertificazione, per attestare la propria presenza sul posto di lavoro. Sono stati anche promossi dei servizi di osservazione, per spiare le mosse dell'uomo, anche in questo caso usufruendo della tecnologia, e sono stati messi a confronto tutti i dati raccolti.

La misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico servizio e' stata individuata come "quella piu' congrua in relazione alle condotte tenute dall'indagato", prosegue la nota della Procura. Il 40enne e' accusato di truffa in danno della Asl, essendosi assicurato la retribuzione anche per i periodi di assenza dal posto di lavoro, e di avere presentato false dichiarazioni per attestare la sua presenza in ufficio.

 


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