Diretta dal consiglio: triste finale con fischi rabbia e insulti

28 Ottobre 2008   17:05  

ORE 19.30 - Un triste epilogo  a palazzo dell'Emiciclo: una bordata di fischi, urla e insulti rivolti a  tutti i consiglieri regionali, destra centro e sinistra, da parte dei precari della regione, degli operi delle cartiere Burgo, dei sindaci e dei tanti altri destinatari dei provvedimenti che ancora una volta il consiglio regionale, scioltosi dopo tre ore di nulla di fatto, per mancanza di numero legale, non è riuscito ad approvare. In attesa  del piatto forte della giornata,  la variazione in bilancio con tanti e in buona parte ignoti emendamenti dell'ultima ora, il consiglio aveva cominciato finalmente i lavori nel primo pomeriggio proprio con un progetto di legge  teso  impedire variazioni di destinazioni d'uso per aree aree industriali e artigianali, pensato ad hoc per evitare speculazioni sull'area dove insistono le cartiere Burgo. Ma subito il consiglio si incarta, dall'opposizione nessuna apertura, la maggioranza non ha evidentemente i numeri per andare avanti da sola, per divisioni interne e per le assenze. Augusto  Di Stanislao dell'Italia dei valori minaccia di far saltare il numero legale, già sul filo dei 21 presenze. A seguire l'ennesima  riunione di maggioranza, che decide di approvare solo quattro punti:  norma per stabilizzare i precari gradualmente,  cofinanziamento di 3 milioni per l'edilizia scolastica per non perdere i fondi statali,  soldi dovuti a Comuni e alle comunità montane. Di tutto il resto, se ne parla a questo punto martedi prossimo. Si ricomincia però da dove ci si era bloccati con un sub-emendamento  di Liberato Aceto che limita l'effetto del provvedimento pro-cartiere alla sola aerea industriale della Burgo. Ma poi manca il numero legale e Roseli tra i fischi scioglie ancora una volta la seduta. A seguire, tanto per gradire, il  consueto vertice per vedere se si può approvare in serata almeno la norma di stabilizzazione dei precari addirittura appiccicata al provvedimento all'ordine del giorno sulle fogne e depuratori. Troppo tardi, troppo stanchi, ci rivede ala prossima puntata. 

ORE 17.00 -  IL CONSIGLIO SI INCARTA SUBITO CON LE CARTIERE.  ENNESIMA SOSPENSIONE

Con gli spalti traboccanti di precari della regione, operai della Burgo, sindaci e operatori culturali il consiglio regionale ha cominciato i lavori alle ore 15.30. Si chiede subito la verifica del numero legale. Sono 21 i presenti, un numero minimo per andare avanti.

In attesa di affrontare il nodo più controverso, la variazione in bilancio (di cui nessun testo viene distribuito) Liberato Aceto espone il primo punto all'ordine del giorno: il progetto di legge n. 443/2008: una disposizioni in materia di commercio e di urbanistica tesa a vincolare l'area industriale della cartiera Burgo alla sua vocazione industriale, come chiesto da sindacati e lavoratori, al fine di evitare speculazioni, ovvero trasformare le cartiere in un ipermercato. Si scatena subito la bagarre. Castiglione di An tuona: “Non si può approvare negli ultimi minuti utili provvedimenti di così ampia portata.  Il provvedimento torni in commissione”.

De Matteis (Mpa) è ancora più esplicito: “Siete ectoplasmi e non potete affrontare questi problemi. Vi interessate solo delle cartiere Burgo. Avrebbe senso se si affrontasse anche il problema dei nuclei industriali commissariati”.

“Abbiamo fatto - replica Liberto Aceto - un consiglio straordinario sulle cartiere Burgo, alla presenza dei lavoratori. Ci sono 500 famiglie che rischiano di andare in mezzo ad una strada. Ma forse, De Matteis, tu eri distratto, eri a Roma per ottenere un posto in listino”

“Fatti la campagna elettorale in un altro modo!”, è la pronta replica di De Matteis. Orlando del Prc corre in soccorso (rosso) di Liberato Aceto: “Sono distante politicamente dal collega Aceto lo sacrificherei su qualsiasi altare, però stavolta ha ragione. Non c'è nulla di rivoluzionario in questo ordine del giorno."

De Matteis non si fa convincere: “Perchè i lavoratori delle cartiere Burgo sono di serie A tutti gli altri di serie B?”. Un dialogo tra sordi. Cecè D'Alessandro (Idv) prende la parola: “I lavoratori non devono pagare le nostre divisioni, quindi votiamo e facciamola finita”.

A sua volta interviene Augusto Di Stanislao e spariglia le carte: “Siamo disponibili ad affrontare solo i seguenti punti: precari, risorse per Comuni, edilizia scolastica, e poco altro. Siamo indisponibili tutto il resto, compreso questo punto all'ordine del giorno. C'è troppa carne al fuoco. Forse non ci siamo capiti: se la maggioranza intende continuare così io e il mio compagno di partito Palomba ce ne andiamo”.

A questo punto Orlando trae le impopolari conseguenze dell'aut-aut dell'Italia dei Valori: “Chiedo al presidente di convocare una riunione della presunta maggioranza, per poter scrivere su un foglietto le priorità, tornare in aula e votarle”. Come se fosse cosa facile. Un boato di sdegno commenta comunque la funesta proposta di Orlando.

Sabatini del Dca è comprensivo: “Capisco Orlando, ma basta: è insopportabile questo stillicidio di rinvii, quante volte dovete riunirvi? Facciamola finita, tutti a casa."

Si vota la proposta di Orlando e il consiglio viene sciolto per l'ennesima riunione di maggioranza. Il consiglio tornerà a riunirsi alle ore 17.30.

Filippo Tronca

 IL SERVIZIO TG DEL CONSIGLIO DI QUESTA MATTINA

 

 

 


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