Discarica Bussi, il Cipe dirotta i finanziamenti per la bonifica

Chiodi: Fondi mai tolti perchè mai concessi

30 Marzo 2009   13:14  

Non ci sono più i fondi per la bonifica del sito di interesse nazionale di Bussi.  I 3 miliardi di euro per la bonifica dei siti industriali inquinati stabiliti con delibera Cipe 166 del 21 dicembre 2007 sono stati infatti dirottati per le aree industriali.
Proprio nei giorni in cui il fronte giudiziario sta andando avanti per la sua strada ed è stata fissata l’udienza preliminare per decidere il rinvio a giudizio dei 27 indagati, arrivano cattive notizie sulla bonifica del sito.
Persino i residui 1100 milioni di euro rimasti dopo gli interventi del Ministro dell’Economia, con delibera Cipe del 6 marzo scorso, sono stati interamente allocati nel fondo strategico per il paese nella disponibilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Spariscono così i soldi che erano stati destinati alla discarica più grande d’Europa, quella trovata nel 2007 dalla Forestale a Bussi.
Restano ora solo 50 milioni di euro che saranno autorizzati per la spesa, con decreto da emanare entro una decina di giorni, per la bonifica dei siti immediatamente operativi in tutta Italia.  Ne sono stati individuati solo tre: Fidenza (4 milioni di euro), Massamortara (2,5 milioni di euro) e Ravenna (23 milioni di euro).
I restanti 20,5 milioni di euro andranno alle spese di assistenza tecnica.
Questo significa che per Bussi, non c’e un centesimo per affrontare l’emergenza e sperare in un nuovo futuro.

E senza quei soldi e la bonifica nessuna azienda si azzarderebbe a insediarsi in un’area che ha invece grande bisogno di investimenti, visto che in 10-15 anni ha perso quasi mille posti di lavoro ed altri 86 sono a rischio per il disimpegno deciso dalla società Medavox. Nei giorni scorsi l’assessore regionale alle attività produttive, Alfredo Castiglione, rispondendo a un’interorgazione dei consiglieri regionali Antonio Saia (Pdci) e Marinella Sclocco (Pd) aveva annunciato la costituzione di un tavolo tecnico Regione-Governo sulla crisi di Bussi e il possibile arrivo a Bussi della Orim. Ma senza quei fondi sarà impossibile studiare una soluzione per l’area.
Intanto domani è in programma un incontro a Roma dei sindacati e degli enti locali con il ministro Claudio Scajola per discutere proprio del futuro del polo chimico di Bussi, della vertenza della Evonik Medavox e la richiesta di dichiarazione di "area di crisi" per l’intero sito chimico. È ora inevitabile che il taglio dei fondi diventi il tema prioritario.

Per il presidente della Regione invece "I fondi per la bonifica della discarica di Bussi non sono mai stati tolti dal Governo semplicemente perché non sono mai stati concessi".
"La bonifica della cosiddetta discarica dei veleni di Bussi sul Tirino - ha aggiunto Chiodi - è una priorità per la Regione Abruzzo, per la rilevanza ambientale ed igienico-sanitaria che la problematica ha avuto e continua ad avere sulla popolazione regionale interessata che è pari a circa 400 mila abitanti. Purtroppo l'informazione che l'opposizione in Consiglio regionale tenta di dare su questa vicenda - ha rimarcato Chiodi - è sempre strumentale e surrettizia. E' un suo legittimo diritto esprimere critiche e valutazioni ma non è corretto che faccia disinformazione".
Il presidente della Regione ha confermato che "questo Governo regionale è pronto a giocare il suo ruolo attingendo, in parte, ai 24 milioni di euro di fondi disponibili nell'ambito del POR 2007-2013 per il finanziamento dei siti da bonificare, ma è necessario - ha continuato - per la rilevante portata economica degli interventi, che il Governo supporti la bonifica dell'area inserita nell'ambito di un Sito d'Interesse Nazionale (SIN). Mi impegnerò in questa direzione perchè si diano risposte tempestive al problema ma non si dica che c'è stata distrazione di fondi - ha rimarcato Chiodi - poiché si è trattato semplicemente del trasferimento di un capitolo, prima relativo ad un fondo nazionale indistinto pari a circa 3 miliardi di euro, al Fondo Strategico a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri".

Intervista telefonica a Camillo D'Alessandro (Pd).


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