Dove sono gli studi epidemiologici sugli abruzzesi che vivono in siti contaminati?

11 Settembre 2012   10:30  

Riceviamo dall'associazione ambientalista Bussiciriguarda e pubblichiamo: 

 ''Domenica 18 settembre a Roma verrà presentato un volume che riporta uno studio effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), denominato “SENTIERI”.

 Verranno illustrati i risultati e la metodologia di lavoro, dell’indagine sulla salute dei cittadini che abitano nei 57 Siti Nazionali di Bonifica (cosiddetti S.I.N.).

 L’acronimo SENTIERI sta per: “Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento”

Dalla cartina di cui alla relazione partiamo per una serie di considerazioni e, infine, di richieste.

 Come anche Lei noterà, per tutte le regioni italiane saranno presentate le risultanze di studi epidemiologici, con la sola esclusione completa dell’Abruzzo!

 Per il massimo organo scientifico sanitario dell’Italia, la nostra Regione è invisibile, inesistente.

 Eppure nel novero dei 57 disgraziati siti nazionali abbiamo ben tre ambiti territoriali ufficialmente decretati: Bussi, Saline e Alento.

 Più un altro sito, vasto e analogamente inquinato, a Chieti, dichiarato d’interesse regionale.

 Fin dall’inizio delle scoperte dei siti inquinati, il nostro comitato, come tutti gli altri e le associazioni e i cittadini, vanno richiedendo un serio screening epidemiologico delle nostre popolazioni (come da nostre richieste che risalgono al 2007, cfr sito).

 Scopriamo che nel 2012 navighiamo ancora nel vuoto assoluto, di studi, di analisi e di conoscenze e che tutte le richieste sono state vane.

 Eppure sono apparse sulla stampa, negli ultimi mesi, alcune notizie riguardo a presunte costose raccolte-dati regionali su malformazioni neonatali, dei cui registri non si ha traccia e particolarmente di quelli relativi a Pescara ( che “gode” di ben due ambiti SIN, Bussi e Saline)!

 Notizie apparse e poco dopo scomparse, in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal Prof. Pomidori in un documentario sulle sorti della chimica italiana, trasmesso da una rete televisiva nazionale.

 E oggi appare la “carta” dell’ISS, risultato di uno studio “finanziato nell’ambito del Progetto strategico Ambiente e Salute, dal Ministero della Salute- Ricerca finalizzata 2006 ex art. 12 del Decreto Legislativi 502/1992”.

 Dal momento che l’Istituto Superiore di Sanità opera istituzionalmente su richiesta della regione (e sempre in accordo con questa) l’assenza dell’Abruzzo non può che essere addebitata anche se non soprattutto alla colpevole inerzia e al disinteresse dei vertici regionali che evidentemente o non hanno fatto richieste, oppure non hanno risposto adeguatamente alle sollecitazioni e che non si sono minimamente attivati.

 Temiamo inoltre che tale gravissima manchevolezza possa avere anche ripercussioni per il futuro.

 Infatti nella brochure del Convegno imminente a Roma si legge che “lo Studio ha posto le basi per un programma di osservazione permanente in stretta collaborazione tra istituzioni che operano nei settori ambientali e della salute pubblica”.

 Visto che il popolo abruzzese inquinato ed esposto ai veleni chimici, in quelle “basi” poste dalle Autorità nazionali non c’è , fortissimo è il rischio sia stato tagliato fuori anche per il futuro, rimanendo escluso da quell’”osservatorio permanente”.

 A noi tutto questo appare di una gravita’ inaudita che non puo’ trovare giustificazioni di sorta, se solo si riflette sul fatto che il primo compito delle pubbliche amministrazioni, e dei sindaci in primis, e’ quello di garantire e tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente del proprio territorio.

 Le chiediamo pertanto:

 a- di operare nei tempi più celeri perché l’Istituto Superiore di Sanità abbia dati e analisi per re-integrare l’Abruzzo nella carta di Sentieri, tornando a rientrare nel novero delle regioni civili, pur se da risanare;

 b- di operare anche in autonomia regionale, dando disposizioni alle ASL di realizzare, finalmente, gli screening epidemiologici che sono doverosi in una terra che, oltre a due SIN, vede anche l’esistenza di un SIR ( sito di interesse regionale) come quello di Chieti Scalo.

 Per parte nostra, data la gravità della situazione, indirizzeremo questa lettera al Presidente della Repubblica e chiederemo un incontro al Ministro della Salute; invieremo questa lettera, altresì, ai Sindaci delle aree coinvolte, chiedendo loro di attivarsi per rispondere al loro primo dovere che è quello di esercitare il ruolo di autorità sanitaria, e ai cittadini, alle associazioni, ambientali e culturali, oltreché dei consumatori, per operare insieme al fine di essere garantiti almeno al livello basilare di informazione sanitaria, che ci consenta di essere annoverati ancora fra le popolazioni civili.

 


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