Dragaggio del porto canale: Allegrino: ''E' il fallimento del centrodestra abruzzese''

11 Maggio 2012   13:15  

Riceviamo e publbichiamo dal conslgiere provincale Antonella Allegrino

“Porto chiuso, economia portuale a terra, rischio esondazione: il bilancio dell’amara sconfitta di Testa e dell’intera politica abruzzese di centrodestra”. “L’unica cosa concreta di un anno di lavoro da commissario sono le dimissioni di Testa.

Glielo avevo chiesto da tempo, a fronte dell’inutilità degli sforzi profusi per “risolvere” l’insabbiamento del porto, sono felice che oggi abbia ascoltato il consiglio, anche se con l’amara consapevolezza di non aver saputo smuovere le acque insabbiate del porto cittadino. Se lo avesse fatto prima non si sarebbe perso altro tempo inutilmente.

I segnali dell’improduttività di tale ruolo c’erano tutti, bastava leggerli e trarre le dovute conclusioni. Ma questa non è una sconfitta solo per Testa, è il risultato dell’inefficienza e dell’inconsistente spessore della politica di centrodestra che amministra ad oggi ancora la Regione, la Provincia e il Comune di Pescara e quant’altro. Politica che non è riuscita a smuovere, né a risultare un interlocutore forte e credibile agli occhi dei due governi che si sono succeduti durante l’emergenza portuale.

Minacciare il rischio esondazione e la reazione della marineria, come Testa fa nella sua lettera di addio al presidente Monti, è solo il triste requiem di un commissario con l’acqua alla gola, che in un anno, rincorrendo l’emergenza così come ha fatto, non ha saputo guardare oltre, trovare un’alternativa a lunga durata, capace di dare un’altra opportunità al porto.

Un dragaggio stanziale, il riutilizzo dei residui in altri settori, per rendere possibile lo stoccaggio ecosostenibile, niente di tutto questo si è tradotto in realtà: Testa lascia un porto insabbiato e con meno speranze di risorgere del giorno in cui è diventato commissario.

Un porto che, da commissario, non è riuscito a far diventare priorità nemmeno nell’agenda della politica locale, essendo lui rimasto solo ad affrontare l’emergenza, abbandonato dal Comune di Pescara da subito e dal presidente della Regione, che, dopo la dichiarazione dell’emergenza, non sapeva neanche più cosa accadeva al porto più strategico della regione che amministra.

Regione che con il porto pescarese ormai chiuso e con le macerie aquilane ancora non rimosse, dimostra di contare pochissimo nelle stanze di quella politica che le cose le fa. E che le emergenze, se vuole, le risolve”.

 



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