Droga: scoperta raffineria della 'ndrangheta al centro di San Salvo

25 Maggio 2011   09:31  

Una raffineria di droga riconducile alla 'ndrangheta e' stata scoperta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Pescara nel centro di San Salvo, in provincia di Chieti.

A seguito di una irruzione nella struttura i militari dell'Arma hanno sequestrato 2,5 chili di cocaina, materiale chimico per la raffinazione e 5 pistole. Quattro persone sono state arrestate in quanto, per i carabinieri, avrebbero organizzato una associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Tre degli arrestati sono di origini calabresi, e uno sarebbe il figlio di un capocosca della 'ndrangheta del crotonese.

L'operazione e' scattata nell'ambito di una attivita' investigativa coordinata dalla Dda dell'Aquila.

Maggiori dettagli alle 11.30, in conferenza stampa, nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Pescara. Saranno presenti il colonnello Marcello Galanzi, comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Marcello Scocchera e il capitano Eugenio Stangarone.

Gli arrestati sono Eugenio Ferrazzo, alias 'Roberto il calabrese', 33 anni, la moglie Maria Grazia Catizzone, 28 anni, entrambi crotonesi domiciliati a Campomarino (Campobasso), Rocco Perrello, 33 anni, di Scilla (Reggio Calabria), residente a Vasto (Chieti) e Alina Elena Anton, 27 anni, di origine rumena, residente a San Salvo, tutti con precedenti di polizia. Eugenio Ferrazzo, hanno spiegato i militari dell'Arma in conferenza stampa, era a capo del gruppo ed e' stato gia' arrestato in Ecuador nel 2003 per traffico internazionale di droga ed e' il figlio di Felice, capo dell'omonimo clan della 'ngrangheta della provincia di Crotone, protagonista negli anni '90 di una atroce serie di delitti e di investimenti di capitali all'estero.

Per i carabinieri di Pescara Eugenio Ferrazzo aveva intessuto in Abruzzo una vera e propria rete organizzativa: Perrello, amico di vecchia data, era il suo braccio destro, e si occupava di immettere la droga sul mercato, mentre la moglie era la sua aiutante nel procacciare lo stupefacente, anche dall'estero, per poi distribuirlo in Italia attraverso una rete di corrieri gia' smantellata dai carabinieri il 5 maggio a Mariano Comense, con tre arresti, il sequestro di un chilo di cocaina e di 20mila euro in contanti, 12 telefoni cellulari e un computer portatile. Durante l'operazione dell'altra notte, in via Celestino V, a San Salvo, i carabinieri hanno smantellato la raffineria di questa banda, dove si lavoravano fino a cento chili l'anno di droga. Il locale era quello di un'attivita' di jeans che veniva usata come copertura.

All'interno della struttura, e nelle abitazioni degli arrestati, c'erano insieme alle pistole e alla droga anche diverse sostanze chimiche, una pressa e dei cristalli rosa ancora da esaminare, oltre a diecimila euro in contanti, tutto finito sotto sequestro. Durante il blitz, i carabinieri hanno sequestrato anche due auto e due motocicli. Le indagini hanno preso il via lo scorso anno da un'altra indagine sul contrasto dei furti di auto di grossa cilindrata. Con l'operazione dell'altra notte i carabinieri ritengono di aver "stroncato il livello superiore.

Il livello locale e' stato costantemenete perseguito con altre operazioni - ha spiegato Galanzi - e stavolta siamo saliti di livello". I carabinieri ritengono che il gruppo fosse pronto ad approdare a Pescara.

Nel blitz del 5 maggio scorso in provincia di Como erano stati arrestati Antonio Pinna, 45 anni, residente a Mariano Comense, Domingo Junior Catanzaro, 70 anni, di San Salvo (Chieti), e Sergio De Pascalis, di Latisana (Udine) che ha un'abitazione a Vasto (Chieti). La convivente di Catanzaro e' Alina Elena Anton, arrestata dai carabinieri nell'operazione dell'altra notte in Abruzzo, subentrata a Catanzaro nella banda dopo il controllo del 5 maggio.

Nella casa di Catanzaro, a marzo 2011, e' stato trovato un chilo e mezzo di cocaina pura ed e' stato arrestato Stalin Brea Comas, domenicano, possibile terminale sud americano dell'organizzazione criminale. Il gruppo si occupava, a detta dei militari, di un traffico internazionale di stupefacenti, verosimilmente collegato proprio ai Paesi Sudamericani. In Italia si muoveva verso la Puglia e la Lombardia.

Commentando lo spessore dei personaggi arrestati Galanzi ha sottolineato che "non appena la criminalita'organizzata tenta di stabilirsi qui, l'Arma risponde in maniera decisa, determinata e blocca questi tentativi. Siamo sempre vigili - ha concluso - su questi personaggi".


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