Due dipinti della Carispaq in esposizione

MOSTRA IN LUSSEMBURGO “TRA IL SACRO E PROFANO

02 Febbraio 2009   10:22  
 Associazione Bancaria Italiana ha organizzato in Lussemburgo, dal 3 febbraio al 15 maggio 2009, presso la sede del “Musée nationale d’histoire et d’art” (Lussemburgo, alle spalle del Palazzo del Granduca), la mostra dal titolo “Tra il sacro e profano: i protagonisti e le storie nella pittura dei secoli XVI e XVII delle raccolte delle banche”, settanta dipinti appartenenti alle collezioni delle banche italiane. La mostra verrà inaugurata martedì 3 febbraio alle ore 18.00 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, in visita ufficiale, e dal granduca del Lussemburgo. La Carispaq partecipa con due opere di grande rilievo (schede e foto allegate), “Perseo che mostra la testa della medusa ai convitati di Fineo” di Francesco Solimena e “Giuditta e Oloferne” di Onofrio Palombo. “E’ motivo di grande soddisfazione – ha dichiarato il Presidente della Carispaq Antonio Battaglia – partecipare con due nostre opere ad una manifestazione all’estero di così grande prestigio culturale, in un contesto importante e al fianco dei maggiori istituti bancari italiani. Un’occasione di grande visibilità, che testimonia concretamente lo sforzo degli istituti di credito per il recupero e la salvaguardia del patrimonio artistico nazionale”

ONOFRIO PALUMBO (Attivo a Napoli a metà seicento) Giuditta ed Oloferne, olio su tela cm. 95x120
Opera caratteristica ed importante del pittore napoletano Onofrio Palombo, del quale si hanno notizie documentarie intorno al 1650 e rare opere. La tela raffigura l’episodio biblico di Giuditta che, assistita dalla fantesca, mostra la testa di Oloferne e si segnala per una rilevante qualità pittorica, che la colloca nella fase cruciale delle ricerche naturalistiche napoletane sulla traccia di Caravaggio e dei suoi seguaci più antichi. La tela presenta evidenti riscontri stilistici con altre due di sicura mano del maestro, conservate a Napoli nella chiesa della Trinità dei Pellegrini e con opere a lui fondamentalmente attribuite che presentano soggetti estremamente simili. Palumbo, formatosi alla scuola di Battistello Caracciolo, risentì del soggiorno napoletano di Artemisia Gentileschi (intorno al 1630) nonché dell’opera di Massimo Stanzione e del Finoglia e fu influenzato dalle esperienze pittoriche di Andrea Vaccaio e del Ribera. La sua attività, secondo la testimonianza del De Dominaci (1742-1745), sarebbe stata abbastanza limitata a causa di continue liti giudiziarie e legali con i parenti, che lo avrebbero distolto dalla pittura, provocandogli addirittura una malattia mentale.

FRANCESCO SOLIMENA
Nocera dei Pagani, 1657-Barra di Napoli 1747
Perseo che mostra la testa della Medusa ai convitati di Fineo
Olio su tela, cm. 220x150
 Dipinto di grandi dimensioni in splendido stato di conservazione, ricco di figure su sfondo di architetture classiche, può essere considerato uno degli esempi migliori della pittura del Solimena e della sua attenzione per il colore (da notare la fluidità e la sicurezza della pennellata soprattutto nelle figure) e la mitologia classica. Le prime esperienze pittoriche dell’artista si svolsero nella bottega del padre Angelo, dove assimilò le suggestioni del naturalismo meridionale, in particolare quelle derivanti dalla produzione di Francesco Guarino. A Napoli giunse nel 1674, conducendo una riflessione pittorica sui risultati raggiunti dal Lanfranco e dal Preti. In alternativa alle rutilanti visioni barocche di Luca Giordano, Solimena presentò le sue immagini in un contesto definito e concreto: in questa ricerca di “naturalezza” rispecchiò infatti, nella produzione del decennio seguente, le esigenze del movimento dell’Arcadia, nato a Roma nel 1690 e presto propagatosi in tutta Italia che, partendo da basi razionaliste, intendeva moderare in poesia gli eccessi del barocco attraverso il recupero della tradizione classica.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore