E´ abruzzese il nuovo Segretario Generale del Cgie

07 Dicembre 2006   13:14  
Il Consiglio Generale degli Italiani all´Estero ha da ieri un nuovo Segretario Generale, Elio Carozza, abruzzese di Montenerodomo e residente in Belgio, eletto al secondo scrutinio dopo un lungo e infuocato dibattito . "Chi pensava che il Consiglio Generale fosse morto è stato smentito. Questo è un segno del grande dibattito che c´è nel Cgie. Io devo dare atto ai Consiglieri di un´ area culturale diversa dalla mia di aver mostrato fino in fondo il loro dissenso su questa candidatura". Questo il commento di Carozza all´indomani della sua elezione. Al nuovo segretario generale del Cgie spetterà il delicato compito di sostenere un processo riformatore dello stesso Consiglio generale italiani all’estero che dovrà, attraverso una revisione normativa, ridefinirne la struttura e la missione. Carozza ha manifestato di avere le idee ben chiare sul da farsi e sulla linea da perseguire "Questo consiglio diventerà ancora più importante, se verrà rafforzata anche l´azione del parlamento italiano". Un altro aspetto focale delle azioni future del Cgie è quello di "raccordarsi molto di più con il territorio, allacciare in maniera organica un legame più stretto con i Comites, con il mondo associativo e i movimenti, e con il mondo dei giovani". Carozza poi si è espresso anche sui giovani, futura anima del Cgie: "Io credo che il nuovo Cgie debba far arrivare in questa sede più giovani e più donne". Secondo il neo-eletto Segretario si potrebbe anche "Iniziare a parlare di quote". E´ necessario uno sforzo da parte nostra - ha aggiunto - per farli arrivare, in modo da garantire una loro presenza reale all´interno del Cgie". Carozza, infine, ha focalizzato l´attenzione sul ruolo delle assemblee continentali, che andrebbero rafforzate perchè "è proprio da esse che vengono fuori le particolarità dell´italiano all´estero". Carozza poi fa un distinguo tra italiani emigrati, di prima o seconda generazione che siano, poichè non sono tutti uguali. "Ci sono gli italiani emigrati in Europa, che si inseriscono nel quadro di un´integrazione sempre crescente, ma ci sono anche gli italiani dell´America Latina o dell´America del nord", dunque con esigenze, situazioni e problematiche diverse. E´ quindi palese che "solo le commissioni possano far giungere le loro particolarità al Cgie", il quale a sua volta deve rivolgersi alle istituzioni italiane nel modo più capillare possibile, parlando "a tutte le istituzioni: comuni, regioni, province, e parlamento italiano". Patrizia Santangelo

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